I Luoghi del Cuore
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CHIESA DI SANT’ANNA

CHIESA DI SANT’ANNA

CASSANO MAGNAGO, VARESE

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CHIESA DI SANT’ANNA
La prima sicura citazione della Chiesa è rintracciabile nel 1455 con la visita Pastorale dell'Arcivescovo di Milano Gabriele Sforza in cui il luogo di culto non è dedicato alla madre di Maria bensì a San Giorgio. Molteplici teorie, considerazioni di carattere archeologico, viario e tecnico, portano però a supporre, senza tracce documentate da fonti ufficiale, a supporre l'edificio assai più antico. La non citazione della stessa nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani del XIII secolo non può escludere a priori l'esistenza del luogo sacro in epoche più antiche. L'impianto originario, in parte ancora visibile da una attenta osservazione, è rimasto pressocché immutato, salvo alcune lievi modifiche, fino alla metà del XVII secolo quando da una situazione di grave incuria, tale da ipotizzare una sua possibile definitiva dismissione e successiva demolizione, si riqualificò l'edificio, forse anche grazie alle attenzioni per un'immagine sacra rappresentante Maria, presente e venerata nella Chiesa,; in una prima fase si provvide all'ampiamento della zona absidale (1680 circa), con un ulteriore intervento nell'aula destinata ai fedeli agli inizi del XVIII secolo. Completerà il tutto, portando il corpo di fabbrica all'attuale consistenza, la realizzazione della sacrestia nel 1722. Considerando i diversi interventi che hanno coinvolto la struttura nel corso dei secoli si riscontrano diverse tipologie costruttive strutturate da materiali, costituenti il corpo di fabbrica, strettamente connessi con il contesto storico in cui vennero posti opera. La struttura più antica presenta una prevalente costituzione eretta mediante posa di pietrame ricavato in siti limitrofi (ciottoli di fiume), parzialmente intonacata e con residui assai scarsi di possibili antiche decorazioni. Parti realizzate con materiali umili presentano differenti sistemi di posa anche nella consueta disposizione a spina di pesce. Ampliamenti successivi, con rappezzi parziali, sono perlopiù stati eseguiti con laterizi ricavati dalle torbiere della zona posando gli elementi verticali su fondamenta realizzate in pietra mista malta. L'interno è caratterizzato da un'unica aula rettangolare costituente la zona dei fedeli in cui quattro grandi finestre, poste nella parte superiore dei muri perimetrali, garantiscono una diffusa illuminazione. La zona è separata dal presbiterio da una volta a tutto sesto oltre la quale trova collocazione, sulla sommità centrale, in corrispondenza con l'asse verticale dell'Altare maggiore, l'affresco rappresentante “La Gloria di Sant'Anna”. Se si considera il corpo di fabbrica nella sua parte più prettamente artistica, si può constatare di come la Chiesa, pur essendo decorosa nella sua manutenzione e stato in essere, risenta di spogliazioni avvenute nel corso dei decenni del ‘900. Soprattutto si sente la mancanza del grandioso altare barocco, completato da due raffinate balaustre, tale da renderlo bene adatto alle dimensioni della zona absidale. Di tale componente permangono, probabilmente, le composizioni artistiche che un tempo lo costituivano: un raffinato paliotto in scagliola, arricchito con decorazioni e geometrie a racemi, oltre alla rappresentazione iconografica di Sant'Anna con la Madonna bambina, di ignoto autore e difficile collocazione temporale.

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La prima sicura citazione della Chiesa è rintracciabile nel 1455 con la visita Pastorale dell'Arcivescovo di Milano Gabriele Sforza in cui il luogo di culto non è dedicato alla madre di Maria bensì a San Giorgio. Molteplici teorie, considerazioni di carattere archeologico, viario e tecnico, portano però a supporre, senza tracce documentate da fonti ufficiale, a supporre l'edificio assai più antico. La non citazione della stessa nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani del XIII secolo non può escludere a priori l'esistenza del luogo sacro in epoche più antiche. L'impianto originario, in parte ancora visibile da una attenta osservazione, è rimasto pressocché immutato, salvo alcune lievi modifiche, fino alla metà del XVII secolo quando da una situazione di grave incuria, tale da ipotizzare una sua possibile definitiva dismissione e successiva demolizione, si riqualificò l'edificio, forse anche grazie alle attenzioni per un'immagine sacra rappresentante Maria, presente e venerata nella Chiesa,; in una prima fase si provvide all'ampiamento della zona absidale (1680 circa), con un ulteriore intervento nell'aula destinata ai fedeli agli inizi del XVIII secolo. Completerà il tutto, portando il corpo di fabbrica all'attuale consistenza, la realizzazione della sacrestia nel 1722. Considerando i diversi interventi che hanno coinvolto la struttura nel corso dei secoli si riscontrano diverse tipologie costruttive strutturate da materiali, costituenti il corpo di fabbrica, strettamente connessi con il contesto storico in cui vennero posti opera. La struttura più antica presenta una prevalente costituzione eretta mediante posa di pietrame ricavato in siti limitrofi (ciottoli di fiume), parzialmente intonacata e con residui assai scarsi di possibili antiche decorazioni. Parti realizzate con materiali umili presentano differenti sistemi di posa anche nella consueta disposizione a spina di pesce. Ampliamenti successivi, con rappezzi parziali, sono perlopiù stati eseguiti con laterizi ricavati dalle torbiere della zona posando gli elementi verticali su fondamenta realizzate in pietra mista malta. L'interno è caratterizzato da un'unica aula rettangolare costituente la zona dei fedeli in cui quattro grandi finestre, poste nella parte superiore dei muri perimetrali, garantiscono una diffusa illuminazione. La zona è separata dal presbiterio da una volta a tutto sesto oltre la quale trova collocazione, sulla sommità centrale, in corrispondenza con l'asse verticale dell'Altare maggiore, l'affresco rappresentante “La Gloria di Sant'Anna”. Se si considera il corpo di fabbrica nella sua parte più prettamente artistica, si può constatare di come la Chiesa, pur essendo decorosa nella sua manutenzione e stato in essere, risenta di spogliazioni avvenute nel corso dei decenni del ‘900. Soprattutto si sente la mancanza del grandioso altare barocco, completato da due raffinate balaustre, tale da renderlo bene adatto alle dimensioni della zona absidale. Di tale componente permangono, probabilmente, le composizioni artistiche che un tempo lo costituivano: un raffinato paliotto in scagliola, arricchito con decorazioni e geometrie a racemi, oltre alla rappresentazione iconografica di Sant'Anna con la Madonna bambina, di ignoto autore e difficile collocazione temporale.
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