Nel centro storico di Nola, la Chiesa medievale, di Santa Maria Jacobi costituisce il nucleo più antico del Complesso Monastico di Santa Chiara. La piccola chiesa vanta un particolare programma iconografico che coniuga i temi sacri (trecenteschi) a preesistenze profane di fine Duecento.
La Chiesa di Santa Maria Jacobi sorge su preesistenze di epoca romana. Nel Duecento fu una dimora laica, trasformata poi nel secolo successivo in luogo di culto delle clarisse. Subì diverse modifiche tra il Cinquecento e il Settecento, fino alla soppressione dell’ordine nell’Ottocento, quando il complesso monastico divenne una scuola.
L’intervento sostenuto da “I Luoghi del Cuore” si concentrerà sulla chiesa, caratterizzata da una semplice aula rettangolare con due archi a tutto sesto e da un’abside quadrata, essenziale e luminosa. Su quest’ultima si apre una bifora traforata ispirata a modelli francesi, così come di origine francese è il culto della Madonna dei Jacobi.
Le pareti della navata erano originariamente ricoperte da un ciclo di affreschi, realizzato tra il XIV e il XV secolo, in cui si riconoscono influenze artistiche provenienti dal Lazio, dalla Toscana e dalle Marche, grazie alla presenza di maestri chiamati alla corte degli Angioini. Le pitture superstiti, seppur frammentarie, non occupano più la loro posizione originale, poiché furono staccate per essere restaurate. Tra i soggetti raffigurati si trovano alcune Crocifissioni, figure di santi, episodi della vita di Santa Chiara, una Madonna e un’Annunciazione. Il dipinto di maggior pregio è la Madonna dell'Umiltà, attribuita a un pittore senese della scuola di Simone Martini.
Il ciclo religioso, già trasferito su pannelli fissati alla parete, è stato nuovamente rimosso per ragioni di conservazione, permettendo così di riportare alla luce la decorazione profana precedente. Quest’ultima, risalente alla fine del Duecento e appartenente alla fase del palatium laico, è caratterizzata da motivi fitomorfi, zoomorfi e araldici. Si tratta di una delle rare testimonianze di decorazione laica medievale in Campania: nella parte bassa, un finto paramento murario ospita motivi floreali e uccelli, mentre nella fascia superiore compaiono gli stemmi delle più importanti famiglie baronali del Regno di Sicilia legate alla corte angioina, una scena di caccia con cani e un episodio di carattere morale raffigurante Aristotele e Filide.
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