28 marzo 2024
Situata nel centro storico di Nola, la chiesa di Santa Maria Jacobi costituisce il nucleo più antico del complesso monastico di Santa Chiara, realizzato nel XIV secolo sui resti di un palazzo nobiliare e che ha subito nei secoli non poche trasformazioni, inclusa la trasformazione in scuola dopo la soppressione del convento.
Nel 2022, in occasione dell’undicesima edizione del Censimento, la chiesa ha raggiunto il 33° posto della classifica nazionale grazie ai 7.777 voti raccolti dal Comitato "Nola oltre Nola" – promosso dall'Archeoclub d'Italia, sezione di Nola – e a numerosi altri enti del territorio. Questo risultato ha permesso di candidare un progetto di restauro al bando Luoghi del Cuore e ottenere un contributo di 19.000 euro da FAI e Intesa Sanpaolo.
Il progetto, a firma dell'Ufficio per i Beni culturali della Diocesi di Nola, si concentrerà sulla piccola chiesa del monastero, intitolata a “Maria di Giacomo”, una delle tre donne che, come racconta il Vangelo di Luca, ricevettero per prime l’annuncio della Risurrezione.
L’edificio di culto presenta un’unica navata che, ritmata da due archi a tutto sesto, trova conclusione nella luminosità spoglia dell’abside quadrata, su cui si apre una bifora traforata in stile gotico.
Le pareti dell’aula liturgica erano ricoperte da un ciclo di affreschi a carattere religioso, eseguito tra i secoli XIV e XV, in cui è evidente la lezione cromatica, figurativa e compositiva di artisti di provenienza laziale, toscana e marchigiana, chiamati alla corte degli Angioini. Danneggiato in molte parti, il ciclo oggi si presenta composto da alcune Crocifissioni, figure di santi, storie di santa Chiara, una Madonna e un’Annunciazione, e da una Madonna dell'Umiltà attribuita alla scuola di Simone Martini.
Posizionate su pannelli, dopo il restauro, queste pitture non sono oggi ricollocate nell’originaria posizione anche perché il loro distacco ha fatto riemergere la precedente decorazione profana, del tardo XIII secolo, indicativa di un diverso utilizzo dei luoghi: una delle poche testimonianze, in Campania, di decorazioni laiche medievali, caratterizzata da un finto paramento murario, con motivi floreali e uccelli, stemmi delle più importati famiglie baronali legate alla corte angioina, un vivace episodio di caccia con cani e la leggenda di Aristotele e Fillide.
Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo prevede il restauro conservativo della parete affrescata centrale sinistra e delle murature medievali a vista della chiesa, che integrerà il recupero già in corso sulla parete di fronte. Gli affreschi trecenteschi saranno invece ricollocati nell’antico coro superiore della chiesa, oggi parte del Museo Diocesano diffuso.
I lavori di restauro saranno diretti dal professor Pierluigi Leone de Castris (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa) con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Napoli.
«Siamo grati al FAI e a Intesa Sanpaolo per l’importante contributo a sostegno del nostro progetto di recupero di Santa Maria Jacobi. L’intervento di restauro conservativo delle decorazioni laiche e delle murature medioevali ci permette infatti di chiudere un programma di azioni già in corso che includono il restauro della parete destra della chiesa, oggetto di un finanziamento dell'Archeoclub-sezione di Nola, e dei pannelli con gli affreschi religiosi trecenteschi che saranno allestiti nel coro superiore dell’edificio», sottolinea la direttrice dell’Ufficio per i Beni culturali della Diocesi di Nola, Antonia Solpietro.
«Siamo felici del traguardo raggiunto. Ringraziamo il delegato di zona del FAI, l’ingegnere Mario Romano, che ci ha supportato passo dopo passo. Siamo grati a tutte le realtà territoriali che si sono spese per promuovere il voto: con l’impegno di tanti Santa Maria Jacobi torna a splendere per tutti», aggiunge Flora Nappi, presidente dell'Archeoclub d'Italia-sezione di Nola.
«Il FAI insieme a Intesa Sanpaolo è lieto di sostenere il recupero della decorazione murale profana di Santa Maria Jacobi, sia per la sua rarità nel panorama figurativo della Campania medievale sia perché serva a incentivare la scoperta di questa piccola chiesa del centro storico di Nola, che come spesso accade in Italia, custodisce un patrimonio unico, da far conoscere e tramandare. Ma sono molti i punti di forza di questo progetto: la capacità della Diocesi di Nola e dell’Archeoclub di saper collaborare per la conservazione di questo bene, il restauro della parete destra è infatti, in corso, ed è oggetto di un finanziamento dell'Archeoclub d’Italia-sezione di Nola; l’utilizzo di tecniche innovative; la collaborazione per il restauro con enti scientifici qualificati», è il commento di Federica Armiraglio Responsabile FAI per la Campagna “I Luoghi Cuore”.