I Luoghi del Cuore
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CHIESA DI SANTA MARIA

CANDELO, BIELLA

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CHIESA DI SANTA MARIA
Proseguendo per via Mazzini e poi per via Roma, si giunge alla chiesa di Santa Maria Maggiore, che costituiva il nucleo religioso più antico di Candelo. Di fondazione antecedente al X secolo e nominata in un documento del 1182, si trova oggi in una posizione marginale rispetto all'abitato di Candelo, posizione venutasi a creare già attorno al 1300, quando Santa Maria Maggiore perse lo status di parrocchia a favore della vicina chiesa di San Pietro. L'edificio, la cui facciata fu restaurata nel 1932, presenta dal punto di vista costruttivo un'ampia stratigrafia di interventi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, ben riscontrabili nella complessa ed asimmetrica pianta della chiesa: originariamente organizzata ad aula unica, fu in seguito ricostruita, tra il XIV e il XV secolo, a tre navate scandite da colonnine in granito con capitelli gotici; in seguito, durante il 1700, lungo la navata destra fu aggiunta l'ampia cappella-oratorio della confraternita di Santa Marta. All'interno di Santa Maria Maggiore sono conservate opere artistiche di grande pregio, tra cui il pulpito del 1620, finemente intagliato e attribuito a Nicolao Serpentiere e una serie di affreschi risalenti al 1400 (purtroppo parzialmente rovinati da un restauro), posti nella navata laterale destra, raffiguranti quattro dottori della chiesa. L'opera più rilevante, recentemente sottoposta a restauro, è la tavola, commissionata dalla Confraternita di Santa Marta nel 1572 al pittore vercellese Boniforte Oldoni, dal soggetto non comune: rappresenta infatti Cristo in croce con Maria, Santa Marta, alcune donne e con un gruppo di confratelli di Santa Marta in divisa di tela bianca ai piedi della croce.

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Proseguendo per via Mazzini e poi per via Roma, si giunge alla chiesa di Santa Maria Maggiore, che costituiva il nucleo religioso più antico di Candelo. Di fondazione antecedente al X secolo e nominata in un documento del 1182, si trova oggi in una posizione marginale rispetto all'abitato di Candelo, posizione venutasi a creare già attorno al 1300, quando Santa Maria Maggiore perse lo status di parrocchia a favore della vicina chiesa di San Pietro. L'edificio, la cui facciata fu restaurata nel 1932, presenta dal punto di vista costruttivo un'ampia stratigrafia di interventi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, ben riscontrabili nella complessa ed asimmetrica pianta della chiesa: originariamente organizzata ad aula unica, fu in seguito ricostruita, tra il XIV e il XV secolo, a tre navate scandite da colonnine in granito con capitelli gotici; in seguito, durante il 1700, lungo la navata destra fu aggiunta l'ampia cappella-oratorio della confraternita di Santa Marta. All'interno di Santa Maria Maggiore sono conservate opere artistiche di grande pregio, tra cui il pulpito del 1620, finemente intagliato e attribuito a Nicolao Serpentiere e una serie di affreschi risalenti al 1400 (purtroppo parzialmente rovinati da un restauro), posti nella navata laterale destra, raffiguranti quattro dottori della chiesa. L'opera più rilevante, recentemente sottoposta a restauro, è la tavola, commissionata dalla Confraternita di Santa Marta nel 1572 al pittore vercellese Boniforte Oldoni, dal soggetto non comune: rappresenta infatti Cristo in croce con Maria, Santa Marta, alcune donne e con un gruppo di confratelli di Santa Marta in divisa di tela bianca ai piedi della croce.
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