In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Mornese è un antico borgo del Piemonte meridionale, al confine con la Liguria. La zona, meglio conosciuta come Alto Monferrato o Oltregiogo, è impervia, ricca di acque e di boschi. Il suolo, in gran parte calcareo, è adatto alla viticultura. La marna calcarea, qui chiamata "tufo verde" si formò migliaia di anni fa sotto il Mare Padano, poi emerso per movimenti tettonici. Abitate anticamente dai Celti, poi conquistate dai Romani, queste valli furono sfruttate anche per la loro ricchezza di quarzi auriferi: famose le miniere d'oro del Gorzente.
Alle spalle di Genova, durante il Medioevo l'Oltregiogo vide il passaggio dei commerci con la Lombardia, sulle note Vie del Sale. Il nome Mornese deriva appunto da "Molonesio", eretto a Comune dal lontano anno 1188. "Mulones" erano i mulattieri. Punto di appoggio e rifugio dei mercanti, il percorso fu marcato da torri di difesa e di avvistamento, ora rimaneggiate in castelli e cascine. Determinante fu poi la bonifica e la colonizzazione da parte dei benedittini cistercensi, con le loro case-torri o castellazzi di difesa. I nobili genovesi: Doria, Spinola, Serra e Pallavicini che subentrarono ai monaci dopo la peste del ‘300 tutt'ora prediligono questa zona dove contribuirono a crescita e sviluppo.
A Mornese oltre al castello Doria molte sono le testimonianze barocche. Oggi consideriamo quel periodo, dal 1500 al 1700. La parte del leone la fa il barocco genovese. Acquistato il feudo dai Doria, i Da Passano presto lo cedettero ai Pallavicino. Niccolò Pallavicino, feudatario di Mornese, nel 1602 inaugurò l'attuale chiesa parrocchiale, allora ad una navata, sul sito del precedente Castellazzo cistercense. La Marchesa Eleonora Serra Spinola arricchì la chiesa con un grande altare barocco. La balaustra porta gli stemmi dei Serra. Anche gli artisti incaricati di fornire statue e dipinti furono genovesi. Nel 1681 la Compagnia del Suffragio, qui fondata nel 1605, procurò un prestigioso dipinto di Gregorio Deferrari per il suo altare. Dopo le demolizioni napoleoniche, il Prevosto Carante acquistò – tramite i Cappuccini di Genova Campi – due grandi quadri "natalizi" attribuiti alla cerchia del genovese Valerio Castello, che tuttora ornano il presbiterio: l'Adorazione dei Pastori e la Presentazione al Tempio. Anche le statue mariane e i Crocefissi sono dei genovesi Fasce. Le figlie di Eleonora, Giovanna Spinola e la sorella, donarono a Mornese reliquiari preziosi e un "trono" barocco per l'esposizione del Santissimo.
La visita avrà un taglio storico-artistico. I visitatori FAI verranno accolti sotto l'antica Loggia di Giustizia, dove Vincenzo da Brescia nel ‘500 decideva di vita o di morte. Accompagnati dai volontari FAI del posto si risalirà l'antica Contrada del Castellazzo fino al piazzale del 1602, che copre ben tre cisterne scavate nella marna. Presso l'Oratorio dei Disciplinanti di San Carlo gli studenti della Scuola E. Podestà esporranno i fatti dell'antica faida fra i Pestarino e i Ferrettino, culminati nell'eccidio dei bravi al soldo di Ugo Doria. Per l'occasione sarà aperto il sotterraneo del Castellazzo con il presepe. Nell'Oratorio i visitatori potranno ammirare il "Trono" barocco del pellicano, la "Pace" di Mornese in uso durante le pestilenze, i Crocefissi e la statua dell'Immacolata dei Fasce. Passando all'adiacente chiesa parrocchiale, i visitatori FAI troveranno tra l'altro i quadri barocchi di Deferrari e Castello e l'altare Serra-Spinola "con gli angeloni", mentre l'organo Gandini suonerà brani musicali coevi.
Apprendisti Ciceroni dell'Istituto Comprensivo di Molare, scuola primaria di Mornese