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CHIESA DI SAN FRONTINIANO

CHIESA DI SAN FRONTINIANO

ARGUELLO, CUNEO

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CHIESA DI SAN FRONTINIANO
La chiesa di San Frontiniano si erge a valle dell'odierno centro del paese di Arguello (CN), su di una motta dominante l'Alta Valle Belbo. Al suo fianco un antico selciato conduce dalla frazione Arditau - un tempo il fulcro del paese, oggi un ammasso di ruderi - al nuovo centro che si andò formando nel XVIII sec attorno alla Chiesa dei SS. Angeli Custodi. Il Repertorio delle istituzioni ecclesiastiche e degli edifici sacri in epoca romanica in Provincia di Cuneo annota in un elenco degli edifici religiosi romanici proprio un Priorato ad Arguello alle dipendenze dell'Abbazia di San Frontiniano di Alba. Anche il Giordano, nel suo libro L' antica abbazia albese di San Frontiniano, afferma che dall'abate albese dipendevano le chiese di Sinio (anch'essa dedicata al medesimo Santo) ed Arguello, dove risiedeva un monaco priore. L' abbazia albese dipendeva a sua volta dall'abbazia della Novalesa, detta poi di Breme, la più antica sede benedettina in Piemonte. I monaci benedettini e cistercensi, tra l'XI e il XII secolo, intrapresero un'importante opera di bonifica in tutto il territorio piemontese, trasformando terreni incolti e boschi in vere e proprie aziende agricole; la più antica cella benedettina fu proprio a San Benedetto Belbo e scendendo per la valle possiamo riscontrare la fondazione pure benedettina di Niella Belbo, Feisoglio, Cravanzana (paesi esattamente dirimpetto ad Arguello) e Santo Stefano Belbo, dove edificarono la più potente e antica abbazia in terra di Langa dedicata a San Gaudenzio. L' abate albese irradiava la sua autorità, pari al potere civile, sulle sue terre e sugli uomini che in esse faticavano e i priori erano i veri signori del paese poichè esercitavano la giustizia e riscuotevano le tasse, godendo dell'immunità ecclesiastica e quindi non versando alcun tributo al feudatario. La sottomissione ai monaci viene confermata dal fatto che periodicamente i capifamiglia del paese dovevano giurare fedeltà al priore del monastero. L'origine romanica dell'edificio ci viene confermata anche dalla foto satellitare in cui si può notare effettivamente un perfetto direzionamento est- ovest e infatti, secondo i canoni del tempo, l'altare doveva essere rivolto a est, al sole del mattino. E' pur vero che oggi la facciata è rivolta ad est, ma riceviamo spiegazioni a proposito da una scritta sullo architrave del portone d'ingresso: la chiesa è stata ribaltata il 20 luglio del 1641. Infatti, con il Concilio di Trento svoltosi dal 1545 al 1563, si provoca una profonda trasformazione nell'organizzazione religiosa, nel culto, e nelle stesse concezioni della architettura e dell'arte sacra. L'arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo nel suo Instructiones fabricae et supelletilis ecclesiasticae si raccomandava tra le altre cose affinchè l'altare fosse sollevato su gradini, che la sacrestia fosse comunicante con la parte principale della chiesa e che questa fosse convenientemente illuminata. Questi dettami del Concilio forse vennero seguiti anche in questa piccola chiesa di campagna e questo ci spiegherebbe il perchè di un intervento così radicale agli inizi del XVII secolo come fu il ribaltamento della facciata. E' inoltre probabile che per conferire più magnificenza allo edificio sia stata ribaltata per imporsi anche alla vista di uno spettatore occasionale che saliva al castello per il vecchio selciato medievale adiacente. Questo fenomeno non è sicuramente un caso isolato (lo stesso avvenne nella zona alle chiese di Gorzegno e Montelupo Albese) e giustifica il tamponamento dell'apertura sul lato ovest che identifichiamo dunque con il vecchio originale portale d'ingresso. Questa apertura infatti (escludendo il corpo della sacrestia addossato in seguito, forse proprio in concomitanza dell'operazione di ribaltamento) è perfettamente centrata in quella che era l' antica facciata. Sul finire del Settecento il centro del paese si andava spostando più a monte, attorno al sito in cui si erigeva la torre, e si costruì una nuova parrocchial

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La chiesa di San Frontiniano si erge a valle dell'odierno centro del paese di Arguello (CN), su di una motta dominante l'Alta Valle Belbo. Al suo fianco un antico selciato conduce dalla frazione Arditau - un tempo il fulcro del paese, oggi un ammasso di ruderi - al nuovo centro che si andò formando nel XVIII sec attorno alla Chiesa dei SS. Angeli Custodi. Il Repertorio delle istituzioni ecclesiastiche e degli edifici sacri in epoca romanica in Provincia di Cuneo annota in un elenco degli edifici religiosi romanici proprio un Priorato ad Arguello alle dipendenze dell'Abbazia di San Frontiniano di Alba. Anche il Giordano, nel suo libro L' antica abbazia albese di San Frontiniano, afferma che dall'abate albese dipendevano le chiese di Sinio (anch'essa dedicata al medesimo Santo) ed Arguello, dove risiedeva un monaco priore. L' abbazia albese dipendeva a sua volta dall'abbazia della Novalesa, detta poi di Breme, la più antica sede benedettina in Piemonte. I monaci benedettini e cistercensi, tra l'XI e il XII secolo, intrapresero un'importante opera di bonifica in tutto il territorio piemontese, trasformando terreni incolti e boschi in vere e proprie aziende agricole; la più antica cella benedettina fu proprio a San Benedetto Belbo e scendendo per la valle possiamo riscontrare la fondazione pure benedettina di Niella Belbo, Feisoglio, Cravanzana (paesi esattamente dirimpetto ad Arguello) e Santo Stefano Belbo, dove edificarono la più potente e antica abbazia in terra di Langa dedicata a San Gaudenzio. L' abate albese irradiava la sua autorità, pari al potere civile, sulle sue terre e sugli uomini che in esse faticavano e i priori erano i veri signori del paese poichè esercitavano la giustizia e riscuotevano le tasse, godendo dell'immunità ecclesiastica e quindi non versando alcun tributo al feudatario. La sottomissione ai monaci viene confermata dal fatto che periodicamente i capifamiglia del paese dovevano giurare fedeltà al priore del monastero. L'origine romanica dell'edificio ci viene confermata anche dalla foto satellitare in cui si può notare effettivamente un perfetto direzionamento est- ovest e infatti, secondo i canoni del tempo, l'altare doveva essere rivolto a est, al sole del mattino. E' pur vero che oggi la facciata è rivolta ad est, ma riceviamo spiegazioni a proposito da una scritta sullo architrave del portone d'ingresso: la chiesa è stata ribaltata il 20 luglio del 1641. Infatti, con il Concilio di Trento svoltosi dal 1545 al 1563, si provoca una profonda trasformazione nell'organizzazione religiosa, nel culto, e nelle stesse concezioni della architettura e dell'arte sacra. L'arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo nel suo Instructiones fabricae et supelletilis ecclesiasticae si raccomandava tra le altre cose affinchè l'altare fosse sollevato su gradini, che la sacrestia fosse comunicante con la parte principale della chiesa e che questa fosse convenientemente illuminata. Questi dettami del Concilio forse vennero seguiti anche in questa piccola chiesa di campagna e questo ci spiegherebbe il perchè di un intervento così radicale agli inizi del XVII secolo come fu il ribaltamento della facciata. E' inoltre probabile che per conferire più magnificenza allo edificio sia stata ribaltata per imporsi anche alla vista di uno spettatore occasionale che saliva al castello per il vecchio selciato medievale adiacente. Questo fenomeno non è sicuramente un caso isolato (lo stesso avvenne nella zona alle chiese di Gorzegno e Montelupo Albese) e giustifica il tamponamento dell'apertura sul lato ovest che identifichiamo dunque con il vecchio originale portale d'ingresso. Questa apertura infatti (escludendo il corpo della sacrestia addossato in seguito, forse proprio in concomitanza dell'operazione di ribaltamento) è perfettamente centrata in quella che era l' antica facciata. Sul finire del Settecento il centro del paese si andava spostando più a monte, attorno al sito in cui si erigeva la torre, e si costruì una nuova parrocchial
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