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CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE

PIANELLA, PESCARA

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CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE
La chiesa della Madonna del Carmine a croce latina con una sola navata, lunga metri trentaquattro e larga dodici metri. Edificata nel XV secolo. La facciata esterna dalle caratteristiche settecentesche con prevalenza delle linee verticali sulle orizzontali. Due campanili simmetrici, non comuni nel barocco in Abruzzo, lesionati insieme alla cupola rotonda nel sisma aquilano. Vi è una pittura posta sopra il portale d'ingresso raffigurante la Madonna del Carmine, opera di P. Gabriele Piras (XX sec.); inoltre lo stemma antico in pietra dei Padri Carmelitani è scomparso ed oggi è visibile il gancio in ferro che lo sosteneva. Nei pressi dell'altare maggiore, sulla parete di destra, vi è un importante affresco raffigurante la Madonna delle Grazie che protegge col manto i fedeli. Tra il 1650 e 1750, il convento ospitò lo studio filosofico per giovani religiosi della provincia e fu sede dei capitoli provinciali del 1680, 1736 e del 1758. Pregevole per gli stucchi settecenteschi è la cappella affidata in passato alla Confraternita del Carmine rinata nel 1845 per decreto di Ferdinando II di Borbone. Nel milleottocentoquarantanove si aggiunse l'ulteriore titolo all' Arciconfraternita -delle Grazie- in quanto esiste una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Dal XVII secolo si hanno notizie dell'esistenza di sette cappelle con i nomi delle famiglie che avevano il patronato, riportate nella Storia manoscritta di Pianella di Alterisio Lizza della metà dell'Ottocento, trascritta dallo storico Vittorio Morelli. Il 28 marzo 1943 ci fu il ritorno dei Padri Carmelitani a Pianella e rappresentò un momento importante dal punto di vista storico, religioso e sociale per la comunità. Briseide Verrotti si interessò alle vicende della chiesa nel periodo nel quale ricoprì la carica di sindaco e successivamente come animatrice culturale ed appassionata devota. La chiesa fu restaurata negli anni Cinquanta poiché gli eventi bellici della Seconda Guerra mondiale ne danneggiarono gli interni e le suppellettili e riaperta al culto nel 1952, alla presenza del vescovo diocesano Mons. Benedetto Falcucci. Alla chiesa è annesso l'ex convento,di tre piani con un chiostro, oggi in stato di evidente degrado, adibito tra l'Otto ed il Novecento ad opifici per l'olio d'oliva e magazzino per tabacchi. Esiste una statua dedicata alla Madonna della scuola di Ortisei del XX secolo. La festa principale si svolgeva a luglio, ed in passato si celebrava anche la Domenica in Albis dopo la Pasqua. Nel 1865 si hanno notizie di messe cantate con la presenza di un organista. All'interno vi sono elementi d’arredo ed alcuni dipinti restaurati nel 2006 da ditta specializzata che oggi rischiano di deteriorarsi nuovamente in modo grave.

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La chiesa della Madonna del Carmine a croce latina con una sola navata, lunga metri trentaquattro e larga dodici metri. Edificata nel XV secolo. La facciata esterna dalle caratteristiche settecentesche con prevalenza delle linee verticali sulle orizzontali. Due campanili simmetrici, non comuni nel barocco in Abruzzo, lesionati insieme alla cupola rotonda nel sisma aquilano. Vi è una pittura posta sopra il portale d'ingresso raffigurante la Madonna del Carmine, opera di P. Gabriele Piras (XX sec.); inoltre lo stemma antico in pietra dei Padri Carmelitani è scomparso ed oggi è visibile il gancio in ferro che lo sosteneva. Nei pressi dell'altare maggiore, sulla parete di destra, vi è un importante affresco raffigurante la Madonna delle Grazie che protegge col manto i fedeli. Tra il 1650 e 1750, il convento ospitò lo studio filosofico per giovani religiosi della provincia e fu sede dei capitoli provinciali del 1680, 1736 e del 1758. Pregevole per gli stucchi settecenteschi è la cappella affidata in passato alla Confraternita del Carmine rinata nel 1845 per decreto di Ferdinando II di Borbone. Nel milleottocentoquarantanove si aggiunse l'ulteriore titolo all' Arciconfraternita -delle Grazie- in quanto esiste una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Dal XVII secolo si hanno notizie dell'esistenza di sette cappelle con i nomi delle famiglie che avevano il patronato, riportate nella Storia manoscritta di Pianella di Alterisio Lizza della metà dell'Ottocento, trascritta dallo storico Vittorio Morelli. Il 28 marzo 1943 ci fu il ritorno dei Padri Carmelitani a Pianella e rappresentò un momento importante dal punto di vista storico, religioso e sociale per la comunità. Briseide Verrotti si interessò alle vicende della chiesa nel periodo nel quale ricoprì la carica di sindaco e successivamente come animatrice culturale ed appassionata devota. La chiesa fu restaurata negli anni Cinquanta poiché gli eventi bellici della Seconda Guerra mondiale ne danneggiarono gli interni e le suppellettili e riaperta al culto nel 1952, alla presenza del vescovo diocesano Mons. Benedetto Falcucci. Alla chiesa è annesso l'ex convento,di tre piani con un chiostro, oggi in stato di evidente degrado, adibito tra l'Otto ed il Novecento ad opifici per l'olio d'oliva e magazzino per tabacchi. Esiste una statua dedicata alla Madonna della scuola di Ortisei del XX secolo. La festa principale si svolgeva a luglio, ed in passato si celebrava anche la Domenica in Albis dopo la Pasqua. Nel 1865 si hanno notizie di messe cantate con la presenza di un organista. All'interno vi sono elementi d’arredo ed alcuni dipinti restaurati nel 2006 da ditta specializzata che oggi rischiano di deteriorarsi nuovamente in modo grave.
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