La Chiesa del Carmine Maggiore è caratterizzata dall'unicità della sua cupola, originale nella sua forma artistica quanto enigmatica nel suo simbolismo sacro, un unicum nell'architettura non solo siciliana. Innalzandosi oltre i tetti, si staglia sullo skyline della città costituendo un irresistibile attrattore visivo dell'intero quartiere dell'Albergheria, nel cuore del mercato storico di Ballarò.
La chiesa necessità di un urgente programma di interventi di restauro che ne salvaguardino la sua architettura, a sua volta scrigno di tesori artistici di rilevante interesse. La cupola, per la sua visibilità e riconoscibilità si presta a fare da volano allo sviluppo economico e sociale dell'intero quartiere, in cui pulsa un cuore multietnico. I colori giù per nelle strade e nelle piazze si riverberano sul policromo manto maiolicato, una sorta di puzzle in cui però molto tessere non si trovano più nella loro esatta collocazione. Ripristinare la sua immagine, oggi confusa e imprecisa, significherebbe restituire dignità ad un intero quartiere ancora segnato dal degrado.
Il Carmine Maggiore di Palermo è una delle più antiche comunità carmelitane d’Europa i cui due principali santi, Angelo e Alberto, hanno profondi legami con la Sicilia. La sua fondazione si fa risalire ai tempi della regina Adelasia del Vasto (1074-1118), Gran Contessa di Sicilia e poi anche Regina di Gerusalemme. Tornata in Sicilia dalla Terra Santa avrebbe invitato gli eremiti del Monte Carmelo in cui vi venerava la Beata Vergine Maria. L’ordine di frati fu istituito nel 1226 con l’approvazione della regola da parte di papa Onorio III. I primi frati carmelitani di Palermo sin da subito si insediarono nel trans Kemonia, lì dove già sorgeva un popoloso quartiere extra moenia connotato dall’animato mercato di Ballarò. La chiesa più antica sorse nei pressi di una cappella preesistente dedicata alla Madonna della Pietà. A questa seguì una chiesa più grande denominata dell’Annunziata di cui resta la memoria nella piccola cappella trecentesca connotata da volta a crociera decorata sulla chiave dalla figura dell’Agnus Dei. Attigua a questa sorse il convento in cui, nel Cinquecento, fu costruito il chiostro ancora esistente. A Partire dal 1627 i frati diedero avvio alla fabbrica moderna del Carmine Maggiore connotata da colonne in pietra di Billiemi, secondo una consolidata prassi architettonica introdotta a Palermo alla fine del Cinquecento. La fabbrica si concluse con la costruzione della cupola (1677-1680) connotata da quattro giganti figure di telamoni che ne sorreggono la volta rivestita con mattonelle di maiolica decorate a formare un sontuoso manto policromo a scaglie e trecce su cui campeggia sui quattro spicchi lo stemma carmelitano. La chiesa del Carmine Maggiore custodisce tesori d’arte di pittura e scultura dal Quattrocento al Settecento tra cui i due monumentali altari del transetto (1684) nelle cui colonne tortili è manifestato il genio creativo di Giacomo Serpotta.