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ORATORIO CROCE E MARTORIO DI CRISTO, DETTO DEL SABATO

ORATORIO CROCE E MARTORIO DI CRISTO, DETTO DEL SABATO

PALERMO

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ORATORIO CROCE E MARTORIO DI CRISTO, DETTO DEL SABATO
L'Oratorio della Croce e Martorio di Cristo (detto del Sabato). Realizzato all'interno del complesso Gesuita, l'Oratorio è uno dei capolavori della cultura decorativa settecentesca palermitana. L'intera struttura è stata riccamente decorata a stucco nel 1740 da Procopio Serpotta, ultimo discendente della nota famiglia palermitana di artigiani, decoratori e modellatori dello stucco. L'oratorio ha perso gran parte dello splendore originario per la scomparsa dei grandi dipinti disposti lungo l'aula e della famosa pala d'altare opera del Novelli, in seguito della soppressione dell'Ordine del 1767 per cui i Gesuiti dovettero abbandonare la struttura. Dopo il loro rientro ai primi del XIX secolo, l'oratorio venne affidato alla congregazione della Croce e del Martorio di Cristo e da allora detto del Sabato, giorno delle loro riunioni. Lungo l'aula figure allegoriche di Virtù: la Sapienza, la Fortezza e la Prudenza (a sinistra) la Purezza, 1' Innocenza e la Modestia (a destra) collocate su banchi di nuvole, affiancavano originariamente dei dipinti che avevano come tema episodi ella vita delle eroine dell'Antico Testamento. Ai lati dell'arco trionfale, sempre in stucco vi sono Carità e Misericordia, e ancora lungo la volta centrale a ricordare la magnificenza del luogo, il grande affresco con "Incoronazione dell'Immacolata Concezione" opera autografa di Filippo Randazzo.

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L'Oratorio della Croce e Martorio di Cristo (detto del Sabato). Realizzato all'interno del complesso Gesuita, l'Oratorio è uno dei capolavori della cultura decorativa settecentesca palermitana. L'intera struttura è stata riccamente decorata a stucco nel 1740 da Procopio Serpotta, ultimo discendente della nota famiglia palermitana di artigiani, decoratori e modellatori dello stucco. L'oratorio ha perso gran parte dello splendore originario per la scomparsa dei grandi dipinti disposti lungo l'aula e della famosa pala d'altare opera del Novelli, in seguito della soppressione dell'Ordine del 1767 per cui i Gesuiti dovettero abbandonare la struttura. Dopo il loro rientro ai primi del XIX secolo, l'oratorio venne affidato alla congregazione della Croce e del Martorio di Cristo e da allora detto del Sabato, giorno delle loro riunioni. Lungo l'aula figure allegoriche di Virtù: la Sapienza, la Fortezza e la Prudenza (a sinistra) la Purezza, 1' Innocenza e la Modestia (a destra) collocate su banchi di nuvole, affiancavano originariamente dei dipinti che avevano come tema episodi ella vita delle eroine dell'Antico Testamento. Ai lati dell'arco trionfale, sempre in stucco vi sono Carità e Misericordia, e ancora lungo la volta centrale a ricordare la magnificenza del luogo, il grande affresco con "Incoronazione dell'Immacolata Concezione" opera autografa di Filippo Randazzo.
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