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Matelica si trova al centro dell'alta valle dell'Esino in un'ampia conca dolcemente ondulata. Il territorio è in prevalenza collinare con le montagne che la costeggiano ai lati della valle; in parte è boschivo, in parte è coltivato a viti e frutteti. Città del vino (verdicchio) e del miele, ricca di storia, arte e cultura. Città di Enrico Mattei - cittadino più illustre della storia di Matelica - dove ha vissuto a lungo e dove è sepolto.
Cittadina di antichissima origine. L'antico nome era "Matilica", insediamento piceno, fu poi cittadina romana di cui restano una domus e vari mosaici. Con l'avvento della cristianità, Matelica fu sede vescovile sin dal 400 d.C. Il vescovo rimase l'unica autorità dopo la caduta dell'impero. Nell'alto medioevo, pur se formalmente sotto il dominio della Santa Sede, fu incorporata nella Marca di Ancona. Con Paolo V, nel 1618, Matelica fu affidata a un Governatore indipendente con piena giurisdizione. L'arrivo dei francesi guidati da Napoleone soppresse il vescovado. Nonostante il ritorno sotto lo Stato Pontificio, issò le bandiere tricolori durante i moti del 1848. Tutto questo (e tanto altro) viene ancora raccontato da architetture, simboli e palazzi che scopriremo durante le giornate FAI.
Lungo le vie e i vicoli sorgono numerosi palazzi nobiliari e chiese che conservano pregevoli opere d'arte; fra di esse la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Francesco, ricca di opere d'arte del sec. XV, e il Teatro Comunale, opera di Giuseppe Piermarini, l'architetto che progettò la Scala di Milano. All'interno del teatro, resti delle terme romane del II secolo d. c., ubicate sotto il palcoscenico. Di rilevo, il monastero e la chiesa di Santa Maria Maddalena o della Beata Mattia, edificato nel 1225 deve la sua fama alla vita monastica, dove si osserva ancora oggi la regola di santa Chiara. Nel monastero sono custodite preziose opere d'arte tra cui la croce dipinta, una delle pochissime croci duecentesche di autore marchigiano, la figura crocefissa è allungata e questo fa datare l'opera nella seconda metà del secolo XIII. Il fulcro della Città è Piazza Enrico Mattei, già Piazza Valerio. Al centro della piazza si trova una fontana cinquecentesca dalla forma ottagonale, in pietra bianca, risalente al 1587 e progettata dall'architetto della Santa Casa di Loreto, Lattanzio Ventura di Urbino.
Punto di ritrovo e partenza in Piazza Enrico Mattei, centro della città con i suoi simboli nascosti. Cattedrale, con le sue cappelline di San Biagio e della Madonna di Loreto, esempi di architettura barocca. A seguire, la Biblioteca comunale per visionare una parte del materiale dell'archivio storico comunale: tre salteri dell'inizio del XVI secolo e pergamene dei secoli XII e XIII. Visita al Teatro Comunale Piermarini inaugurato nel 1812 con l'esecuzione di tre melodrammi. Nel foyer del teatro degustazione di miele, prima di ammirare i resti delle terme romane sotto il palcoscenico. Infine, visita al Monastero della Beata Mattia posto all'estremità meridionale della città, di grande valore simbolico (e non solo) ricco di spiritualità e arte. Il monastero ebbe una funzione anche difensiva, come dimostra la presenza di un alto campanile risalente alla seconda metà del 400, che servì sicuramente da punto di avvistamento . Chiusura della visita presso una cantina del verdicchio, uno dei vini identitari della regione Marche che ha portato Matelica in tutte le enoteche del mondo.
Comune di Matelica.