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CASTELLO PICO DI MIRANDOLA

CASTELLO PICO DI MIRANDOLA

MIRANDOLA, MODENA

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CASTELLO PICO DI MIRANDOLA
l Castello di Mirandola che oggi domina il lato Sud-est di Piazza Costituente costituiva un complesso molto imponente, composto da diversi edifici costruiti in epoche differenti. Simbolo del potere militare e politico della famiglia Pico, il Castello di Mirandola è in realtà una cittadella fortificata, da cui per 400 anni, dal 1311 al 1711 la dinastia Pichense governò il territorio, rivestendo un ruolo cruciale nelle vicende politiche italiane ed europee, trovandosi in un punto di passaggio obbligato tra le grandi signorie, lo stato pontificio e la Chiesa. A partire da un nucleo originario, ebbe modo di divenire nel corso dei secoli una splendida reggia, con diversi spazi di elevato pregio artistico. Durante la seconda metà del Quattrocento le stanze del Castello ospitarono la nascita di un personaggio di grandissimo rilievo, il filosofo umanista Giovanni Pico, con cui la città di Mirandola viene spesso identificata. Il poderoso e massiccio torrione fu fatto erigere da Giovan Francesco II Pico nel 1499-1500 su un edificio costruito prima del 1100. Nel seicento la roccaforte accrebbe il suo splendore grazie al mecenatismo dei Pico che fecero costruire nella zona nord-orientale del Castello due "quartieri" che costituirono un vero e proprio nuovo palazzo ducale e una "Galleria Nuova" per accogliere dipinti di Leonardo da Vinci, Raffaello, Caravaggio, Tiziano e molti altri. Verso la fine del XVIII secolo il castello raggiunse il momento della sua massima estensione e del suo pieno fulgore: occupava un vasto quadrilatero all'estremità nord-ovest della pianta di Mirandola. Si trattava di un grande quadrilatero, chiuso intorno da un fossato e con le caratteristiche proprie di una città nella città. Nella zona nord orientale di tale quadrilatero sorgevano le residenze ducali, fra la piazza e l'attuale viale Circonvallazione. Nell'area retrostante sorgevano i giardini e s'innalzava il grande torrione di Giovan Francesco II. Nella zona meridionale il quadrilatero era chiuso da tre torri, una delle quali, affacciata sull'attuale piazza Costituente, venne abbattuta nel 1883. La fortezza era tra le più importanti e temute di Italia tra il 1400 e il 1700, ospitò, tra gli altri, papa Giulio II, Ludovico I, re d'Ungheria, l'imperatore Leopoldo, Aldo Manunzio il Vecchio (precettore di casa Pico, poi divenuto celebre stampatore), Borso ed Ercole d'Este, Rodolfo Gonzaga e Francesco Stefano di Lorena, granduca di Toscana. Nei secoli successivi il Castello di Mirandola subì distruzioni e modifiche che ne alterarono pesantemente i caratteri. Il Castello fu distrutto in gran parte nel 1714 per lo scoppio di una torre piena di polvere da sparo che fu incendiata da un fulmine durante un temporale. Gran parte delle fabbriche restanti furono demolite alla fine del Settecento per ordine dei Duchi di Modena, alle dipendenze dei quali era passata Mirandola nel 1709. Al loro posto è la ricostruzione neogotica novecentesca di un torrione, dietro al quale restano alcune parti della Reggia con portico seicentesco e la sontuosa facciata della Galleria Nuova. Dopo molti anni di degrado (al suo interno era presente addirittura un cinema a luci rosse) ed abbandono, ledificio è stato soggetto ad un importante restauro e riaperto al pubblico nel 2006, con l'inaugurazione del Museo Civico, alcune sale espositive adibite a mostre temporanee, spazi adibiti a conferenze e al MoBimed, mostra permanente del biomedicale, settore trainante delleconomia mirandolese. A seguito del terremoto del 2012, sono avvenuti gravi danni sulla parete ovest, dove la struttura portante risulta pesantemente compromessa, la loggia dei Carabini è pericolante, crolli (limitati) sulla copertura.

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l Castello di Mirandola che oggi domina il lato Sud-est di Piazza Costituente costituiva un complesso molto imponente, composto da diversi edifici costruiti in epoche differenti. Simbolo del potere militare e politico della famiglia Pico, il Castello di Mirandola è in realtà una cittadella fortificata, da cui per 400 anni, dal 1311 al 1711 la dinastia Pichense governò il territorio, rivestendo un ruolo cruciale nelle vicende politiche italiane ed europee, trovandosi in un punto di passaggio obbligato tra le grandi signorie, lo stato pontificio e la Chiesa. A partire da un nucleo originario, ebbe modo di divenire nel corso dei secoli una splendida reggia, con diversi spazi di elevato pregio artistico. Durante la seconda metà del Quattrocento le stanze del Castello ospitarono la nascita di un personaggio di grandissimo rilievo, il filosofo umanista Giovanni Pico, con cui la città di Mirandola viene spesso identificata. Il poderoso e massiccio torrione fu fatto erigere da Giovan Francesco II Pico nel 1499-1500 su un edificio costruito prima del 1100. Nel seicento la roccaforte accrebbe il suo splendore grazie al mecenatismo dei Pico che fecero costruire nella zona nord-orientale del Castello due "quartieri" che costituirono un vero e proprio nuovo palazzo ducale e una "Galleria Nuova" per accogliere dipinti di Leonardo da Vinci, Raffaello, Caravaggio, Tiziano e molti altri. Verso la fine del XVIII secolo il castello raggiunse il momento della sua massima estensione e del suo pieno fulgore: occupava un vasto quadrilatero all'estremità nord-ovest della pianta di Mirandola. Si trattava di un grande quadrilatero, chiuso intorno da un fossato e con le caratteristiche proprie di una città nella città. Nella zona nord orientale di tale quadrilatero sorgevano le residenze ducali, fra la piazza e l'attuale viale Circonvallazione. Nell'area retrostante sorgevano i giardini e s'innalzava il grande torrione di Giovan Francesco II. Nella zona meridionale il quadrilatero era chiuso da tre torri, una delle quali, affacciata sull'attuale piazza Costituente, venne abbattuta nel 1883. La fortezza era tra le più importanti e temute di Italia tra il 1400 e il 1700, ospitò, tra gli altri, papa Giulio II, Ludovico I, re d'Ungheria, l'imperatore Leopoldo, Aldo Manunzio il Vecchio (precettore di casa Pico, poi divenuto celebre stampatore), Borso ed Ercole d'Este, Rodolfo Gonzaga e Francesco Stefano di Lorena, granduca di Toscana. Nei secoli successivi il Castello di Mirandola subì distruzioni e modifiche che ne alterarono pesantemente i caratteri. Il Castello fu distrutto in gran parte nel 1714 per lo scoppio di una torre piena di polvere da sparo che fu incendiata da un fulmine durante un temporale. Gran parte delle fabbriche restanti furono demolite alla fine del Settecento per ordine dei Duchi di Modena, alle dipendenze dei quali era passata Mirandola nel 1709. Al loro posto è la ricostruzione neogotica novecentesca di un torrione, dietro al quale restano alcune parti della Reggia con portico seicentesco e la sontuosa facciata della Galleria Nuova. Dopo molti anni di degrado (al suo interno era presente addirittura un cinema a luci rosse) ed abbandono, ledificio è stato soggetto ad un importante restauro e riaperto al pubblico nel 2006, con l'inaugurazione del Museo Civico, alcune sale espositive adibite a mostre temporanee, spazi adibiti a conferenze e al MoBimed, mostra permanente del biomedicale, settore trainante delleconomia mirandolese. A seguito del terremoto del 2012, sono avvenuti gravi danni sulla parete ovest, dove la struttura portante risulta pesantemente compromessa, la loggia dei Carabini è pericolante, crolli (limitati) sulla copertura.
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