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La Casa della famiglia Pascoli si trova nel centro di Sant'Alberto, a nord di Ravenna, ai margini delle valli di Comacchio. Sorto sulle antiche sponde del Po di Primaro, il paese è oggi sulla riva destra del fiume Reno, al centro di un territorio di grande rilevanza ambientale. La sua storia fu segnata da personaggi ed eventi importanti: teatro nel 1849 della fuga di Garibaldi dagli Austriaci, nelle vicinanze, alla fattoria Guiccioli, morì Anita. Vi ebbero casa Olindo Guerrini, fra i più brillanti poeti italiani, e il medico patriota Domenico Nigrisoli.
La famiglia del poeta Giovanni Pascoli, casato patrizio risalente al XV secolo, è originaria di Ravenna. Cancellieri, letterati, agricoltori e amministratori, ebbero casa nel centro storico della città. Luigi Pascoli amministratore del podere Cilla della famiglia Guiccioli presso sant'Alberto, in occasione del suo matrimonio, acquista il bel palazzo settecentesco nel centro del paese. Un suo nipote, Ruggero, padre di Giovanni, diverrà amministratore dei beni dei Torlonia a San Mauro Pascoli. Il poeta in gioventù frequentò la casa dei cugini di Sant'Alberto, a cui rimase legato e che sostennero economicamente lui e i fratelli rimasti in condizione di indigenza in seguito alla tragica morte del padre Ruggero.
Di origini settecentesche, la tipica dimora padronale risente di caratteristiche dell'area estense. Su tre piani la struttura presenta un ampio atrio centrale su cui si affacciano le stanze riccamente arredate. Al piano terra, l'atrio si apre su un ampio parco che sconfina verso il fiume Reno; vi si trovano tuttora gli originari edifici di servizio. In alcune stanze sono visibili gli antichi soffitti decorati a grottesche e paesaggi, databili ai primi decenni dell'Ottocento.
L'eccezionale apertura di questa dimora privata consente in primo luogo di apprezzare l'atmosfera di una tipica casa padronale ravennate, abitata per tutto l'Ottocento e il Novecento e ancora oggi luogo di soggiorno estivo dei proprietari, che hanno conservato arredi e suppellettili originari, di cui la casa è ricchissima. Fra i quali il pregevole arcile, mobile per la conservazione della farina, le grandi credenze e i tavoli romagnoli, l'autentica cucina, i grandi quadri e le stampe a soggetto religioso. E poi la gramola, la gramadora, la simbolica caveja romagnola. Nella biblioteca si conserva il prezioso carteggio con Giovanni Pascoli. Sarà visitabile il parco con lo storico canneto.
Volontari del Gruppo FAI Ponte tra Culture di Ravenna
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