Si deve all’ingegnere Carlo Alberto Sacchi il disegno per la Casa del Balilla, realizzata nel 1934, con grande risalto della stampa locale.
I due corpi perpendicolari, su via Città di Fiume (attuale Lungoticino Sforza) e via Belgio (attuale viale della resistenza) sono legati da un terzo elemento semicircolare, nel quale si colloca l’imponente atrio di ingresso.
Pensata per il ritrovo, l’indottrinamento e la cura della salute fisica dei giovani fascisti, la Casa del Balilla è dotata di ampi spazi, atri di rappresentanza e di una imponente palestra.
A rendere questa architettura particolarmente efficace nei suoi scopi di propaganda e di immagine stanno le scelte di materiali, l’imponenza e la semplicità delle forme e le decorazioni in litoceramica.