
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
A due chilometri dall'abitato di Ferrandina, sulla Via che a oriente si snoda lungo un declivio che termina nella valle del Basento ricco di acque sorgive e cosparso di ulivi secolari, si trova questa austera chiesetta, la cappella della Madonna dei Mali, una delle più belle chiese rurali della Basilicata.
Non si conosce con precisione l'anno di fondazione, ma è possibile ipotizzare che fu costruita in occasione di un voto fatto dai ferrandinesi alla Madonna in seguito a un'epidemia che colpì queste contrade nella prima metà del XVI secolo. Fu probabilmente affidata ai monaci benedettini, ma mancano fonti certe in proposito. Le poche notizie documentate accertano che l'edificio col mulino ad acqua e la tenuta circostante erano di proprietà dei Padri Domenicani. Le figure dei Santi dell'Ordine Domenicano affrescati sulla volta della chiesa sono un'ulteriore prova della dipendenza dal convento ferrandinese.
La cappella presenta elementi propri della locale architettura rurale, caratterizzata dall'utilizzo di materiali poveri per l'impianto di una struttura monoaulare con una volta a botte unghiata. La facciata mostra il portale in pietra sul cui architrave è incisa l'iscrizione: MALA NOSTRA PELLIT BONA CUNCTA POSCIT - 1616, datazione della quale si ignora il reale significato. Al di sopra di esso, in una nicchia rettangolare, vi è un affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giuseppe e Domenico. Vanto artistico dell'edificio è il ciclo di affreschi attribuiti a Pietro Antonio Ferro, risalente molto probabilmente alla metà del primo decennio del ‘600. Al di sopra dell'altare maggiore vi è un affresco della Madonna col Bambino e sulle pareti laterali sono rappresentati sei episodi della vita di Maria.
Il bene viene aperto l'8 settembre di ogni anno per la celebrazione liturgica della Natività di Maria. In occasione delle Giornate FAI di Primavera, i visitatori avranno l'occasione di entrare nel santuario appena rinnovato, conoscerne stratigrafia storica e pregio artistico, dalle probabili tracce Benedettine al restauro del 1616 con il ciclo di affreschi della vita della Vergine di Pietro Antonio Ferro. L'apertura del sito coincide con la riapertura della chiesa, a seguito del restauro che ha riconsegnato alla comunità un quadro nuovo e più complesso del bene. Gli apprendisti ciceroni illustreranno i cambiamenti del santuario, le sovrapposizioni stilistiche, il ciclo pittorico del Ferro, con uno sguardo particolare alle iconografie del culto mariano presso i domenicani. L'importanza dell'acqua purificatrice e curativa del santuario permetterà di conoscere gli itinerari di fede, tra rigenerazione e guarigione. Al termine delle visite della domenica pomeriggio, i visitatori potranno partecipare alla Santa Messa e all'esperienza immersiva e artistica sul tema "FAI rinascere: visioni riemerse".
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