La Basilica di San Piero a Grado, sorta nel X sec. nei pressi dell'approdo pisano a sud della foce d'Arno, ha rappresentato per secoli, con il suo possente campanile trecentesco - antico punto cospicuo di orientamento per i naviganti lungo la costa tirrenica - un nodo nevralgico del sistema delle torri. Il meraviglioso ciclo trecentesco di affreschi della navata maggiore narra la vita dei SS. Pietro e Paolo. Questo, attribuito al lucchese Deodato Orlandi, ripropone fedelmente il duecentesco ciclo del quadriportico della Basilica Vaticana scomparso a seguito delle demolizioni che diedero spazio alla nuova costruzione che oggi conosciamo. L'abbattimento della torre campanaria, da parte delle truppe tedesche nel 1944, ha determinato una grave menomazione sia del monumento - nelle sue valenze architettoniche, culturali, storiche, simboliche, religiose - che del suo contesto paesaggistico territoriale. La ricostruzione in corso d'opera del campanile, prende le mosse, nel 2000, dalla rivisitazione del progetto post-bellico del prof. Piero Sanpaolesi e si pone quale risarcimento, sia dell'integrità architettonica, che del segno identitario che esso rappresenta per il suo territorio. La fabbrica, riprogettata in muratura a sacco con paramento esterno ed interno in blocchi squadrati di pietra, consiste in una possente torre a base quadrata, di lato m.7,30, alta 37 metri, separata dal corpo della chiesa, con autonomia formale e strutturale: quattro prospetti identici tra loro, serrati da pilastri angolari e lesene centrali, scanditi da cornici marcapiano con apertura di monofore, oculi e bifore. Articolate fasi di studio, di indagini e di progettazione, esecutive e cantieristiche sono state necessarie alla realizzazione dell'opera ancora in corso: la ricerca storico-documentaria; la riproposizione di desuete tecniche costruttive; il magistero delle maestranze; la tecnica della muratura a sacco; lo studio del paramento lapideo e della sua apparecchiatura; la pietra e le cave di provenienza; il consolidamento della preesistenza; il miglioramento antisismico; il monitoraggio in corso d'opera. L'ausilio delle foto d'epoca e analisi comparative di edifici coevi è stato di estremo aiuto per le ricerche formali e ancor più lo è stato il fortunato rinvenimento tra i documenti di cantiere del dopoguerra di schizzi di rilievo dei peducci originari rinvenuti tra le macerie.