Narrate, gente, la vostra terra: ascolta il racconto di Noemi De Santis
La costruzione della chiesa di San Flaviano di Montefiascone è iniziata nell’XI secolo ed era inizialmente dedicata alla Vergine Maria. Nel corso dei secoli fu ampliata e modificata fino a diventare la grande basilica di oggi. La sua posizione è interessante perchè si trova sul punto di confluenza di alcune strade romane, tra le quali la via francigena. In seguito assunse la denominazione attuale in onore a San Flaviano martire che trascorse l’ultima parte della sua prigionia a Montefiascone prima del supplizio finale. La singolarità di questa imponente costruzione, nella cui struttura sono evidenti sia l’impronta romanica che quella gotica, è data dalla sovrapposizione di un matroneo a forma rettangolare: si hanno due piani e due entrate, una rivolta ad est (quella inferiore), e l’altra ad ovest.
Vi sono riunite le due tendenze morfologiche dell’architettura romanica, quella basilicale longitudinale, delineata da tre navate e dal perimetro esterno rettangolare, con quella radiale a pianta centralizzata, tipica dei battisteri, rilevabile sia nella pianta interna, tendenzialmente ovoidale, sia nelle absidi raggiate e nella conformazione del matroneo, che si sviluppava come ambulacro perimetrico. La facciata principale, in cui si apre l’ingresso alla chiesa inferiore, si mostra incompiuta, in blocchi di peperino a vista, con una parte molto alta articolata da tre grandi arcate a sesto acuto, fra loro disuguali, di cui quella centrale è più ampia e leggermente aggettante. Nell’arcata mediana, sovrastata dallo stemma gentilizio del cardinale Aldovrandi, si apre un grande portale anch’esso gotico, mentre quelle laterali sono caratterizzate dalla presenza di due piccole monofore. Le pareti e le vele delle volte sono rivestite da affreschi eseguiti tra il XIV e il XVI secolo, opera di pittori di diversa formazione. In una cappella della navata sinistra si trova la lastra tombale del nobile prelato tedesco Defugger, morto nel 1114, che secondo la leggenda ha dato il nome al vino bianco locale Est Est Est. Nel suo itinerario verso Roma egli si faceva precedere dal fido collaboratore Martino che fungeva da assaggiatore di vino ed aveva il compito di segnalare con la scritta Est! I luoghi dove il succo d’uva era di qualità. Giunto a Montefiascone ed assaggiato il vino locale, il servitore, trovandolo eccezionale, avrebbe scritto per ben tre volte Est! Sulla tomba è incisa la scritta: «Est est est propter nimium est hic Johannes De Fuk dominus meus mortuus est» cioè “Qui giace il mio signore Defuk che è morto per il troppo Est est est” come a dire: era così buono e ne bevve così tanto da morire!
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