I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
ANTICO ACQUEDOTTO

ANTICO ACQUEDOTTO

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

564°

POSTO

31

VOTI
Condividi
ANTICO ACQUEDOTTO
Gli “archi”, o almeno quello che rimane degli archi in Contrada Fiumara - San Miceli, ci ricordano il primo acquedotto mazarese realizzato per volontà di un vescovo mazarese, Monsignor Francesco La Cava. La costruzione degli archi e la relativa conduttura che serviva a trasportare l’acqua dalle sorgenti di contrada Mirabile alla città, risalgono al tardo Seicento, anche se per alcuni la data dovrebbe essere quella del 1629, data discordante con il periodo di vescovado di Monsignor La Cava insediatosi nella carica nell’anno 1685. La zona degli “archi”, molto interessante dal punto di Vista naturalistico, lo è di più dal lato storico-archeologico. Infatti nelle immediate vicinanze di essi, ad appena 30 metri circa sul lato occidentale, vicino la costa ove cresce un carrubo certamente millenario, si trova una tomba ad alcova con lettiga incavata nel tufo e addossata alla parete sud, a sinistra entrando nell’imboccatura (Tomba Tapsiana). Poco oltre vi è la chiesa di San Cataldo ed a fianco a questa, sul lato ovest, si trova un “Fossu di lu lupu” (trappola del lupo), seminascosto dalla vegetazione cresciutavi all’interno. Percorrendo ancora pochi metri, dopo la chiesa, sull’arco di roccia detto costa del “Granatello”, insisteva una torre fortificata (castelluccio) la quale assicurava la comunicazione visiva con un‘ altra postazione situata nella contrada Castelluccio. Ed ancora un po’ ad ovest si notano “le carrebbe” (laboratori formati da recipienti ove si cuocevano gli escrementi solidi degli ovini per produrre il salnitro) con ancora le fornaci utilizzate per la produzione. Infine sotto la chiesa si scorgono, sulla costa, le abitazioni di un tempo adattate nelle grotte naturali ed ormai semidistrutte dalla mano dell’uomo, e sotto ancora, sul letto del fiume, si riscontrano resti archeologici. La zona degli “archi” era anche il regno di Vito Castelli alias “Sataliviti” bandito mazarese diventato leggendario in tutta Sicilia dell’epoca (1675-1706) che spesso, inseguito dalla gendarmeria, percorreva pericolosamente il tragitto tra l’una e l’altra sponda del Mazaro camminando sopra gli archi trainando con se un cavallo che veniva preventivamente bendato. L’appellativo di “Sataliviti” (salta le viti) gli fu attribuito dopo che inseguito come al solito dalla gendarmeria riuscì a sfuggire alla cattura attraversando un vigneto (allevato basso alla marsalese), correndo non lungo i filari bensi trasversalmente ad essi, in modo tale da eseguire una corsa ad ostacoli, molto congenialealla sua proverbiale agilità, ma assai diffcile agli inseguitori.

Gallery

Scheda completa al 100%
Arricchisci o modifica questa scheda

Esiste già una scheda per questo luogo?
Segnalaci se questa scheda è un duplicato.

I contenuti di questa scheda sono generati dagli utenti e non riflettono un giudizio del FAI sul luogo.
Il FAI non è responsabile dell’eventuale violazione di copyright delle immagini pubblicate.
Contenuti impropri e utilizzi non corretti delle immagini possono essere segnalati a: iluoghidelcuore@fondoambiente.it.
Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

564° Posto

31 Voti
Censimento 2020

4,958° Posto

30 Voti
Censimento 2018

9,238° Posto

9 Voti
0

Scopri altri luoghi vicini

589°
6 voti

Chiesa

CHIESA DI SAN MOREALE

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

578°
17 voti

Area protetta

RISERVA NATURALE INTEGRALE LAGO PREOLA E GORGHI TONDI

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

589°
6 voti

Costa, area marina, spiaggia

SPIAGGIA DELLA TONNARELLA

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

581°
14 voti

Costa, area marina, spiaggia

SPIAGGIA DI CAPO FETO

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

Scopri altri luoghi simili

11°
17,457 voti

Archeologia industriale

ANTICA FONDERIA DI CAMPANE ACHILLE MAZZOLA 1403

VALDUGGIA, VERCELLI

110°
2,927 voti

Archeologia industriale

CIRCOLO ILVA BAGNOLI

NAPOLI

124°
2,334 voti

Archeologia industriale

DEPOSITO TRAM INTERURBANI ATM (EX STEL)

DESIO, MONZA E DELLA BRIANZA

157°
1,472 voti

Archeologia industriale

DEPURATORE STORICO DI POTENZA

POTENZA

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati

ANTICO ACQUEDOTTO

MAZARA DEL VALLO, TRAPANI

Condividi
ANTICO ACQUEDOTTO
Gli “archi”, o almeno quello che rimane degli archi in Contrada Fiumara - San Miceli, ci ricordano il primo acquedotto mazarese realizzato per volontà di un vescovo mazarese, Monsignor Francesco La Cava. La costruzione degli archi e la relativa conduttura che serviva a trasportare l’acqua dalle sorgenti di contrada Mirabile alla città, risalgono al tardo Seicento, anche se per alcuni la data dovrebbe essere quella del 1629, data discordante con il periodo di vescovado di Monsignor La Cava insediatosi nella carica nell’anno 1685. La zona degli “archi”, molto interessante dal punto di Vista naturalistico, lo è di più dal lato storico-archeologico. Infatti nelle immediate vicinanze di essi, ad appena 30 metri circa sul lato occidentale, vicino la costa ove cresce un carrubo certamente millenario, si trova una tomba ad alcova con lettiga incavata nel tufo e addossata alla parete sud, a sinistra entrando nell’imboccatura (Tomba Tapsiana). Poco oltre vi è la chiesa di San Cataldo ed a fianco a questa, sul lato ovest, si trova un “Fossu di lu lupu” (trappola del lupo), seminascosto dalla vegetazione cresciutavi all’interno. Percorrendo ancora pochi metri, dopo la chiesa, sull’arco di roccia detto costa del “Granatello”, insisteva una torre fortificata (castelluccio) la quale assicurava la comunicazione visiva con un‘ altra postazione situata nella contrada Castelluccio. Ed ancora un po’ ad ovest si notano “le carrebbe” (laboratori formati da recipienti ove si cuocevano gli escrementi solidi degli ovini per produrre il salnitro) con ancora le fornaci utilizzate per la produzione. Infine sotto la chiesa si scorgono, sulla costa, le abitazioni di un tempo adattate nelle grotte naturali ed ormai semidistrutte dalla mano dell’uomo, e sotto ancora, sul letto del fiume, si riscontrano resti archeologici. La zona degli “archi” era anche il regno di Vito Castelli alias “Sataliviti” bandito mazarese diventato leggendario in tutta Sicilia dell’epoca (1675-1706) che spesso, inseguito dalla gendarmeria, percorreva pericolosamente il tragitto tra l’una e l’altra sponda del Mazaro camminando sopra gli archi trainando con se un cavallo che veniva preventivamente bendato. L’appellativo di “Sataliviti” (salta le viti) gli fu attribuito dopo che inseguito come al solito dalla gendarmeria riuscì a sfuggire alla cattura attraversando un vigneto (allevato basso alla marsalese), correndo non lungo i filari bensi trasversalmente ad essi, in modo tale da eseguire una corsa ad ostacoli, molto congenialealla sua proverbiale agilità, ma assai diffcile agli inseguitori.
Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te