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Museo del Fungo Porcino - Sede di Borgotaro

MUSEO DEL FUNGO PORCINO - Musei del Cibo

BORGO VAL DI TARO, PARMA

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MUSEO DEL FUNGO PORCINO - Musei del Cibo
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MUSEO DEL FUNGO PORCINO, BORGO VAL DI TARO, PARMA

Per iscritti FAI biglietto ridotto per la visita del Museo del Fungo Porcino in provincia di Parma

  • Sede espositiva di Borgo Val di Taro c/o “Museo delle Mura” – Via Cesare Battisti, 86 – 43043 Borgo Val di Taro (PR)
  • Sede espositiva di Albareto Via della Repubblica, 16 – Palazzo della Comunalia – 1° piano – 43051 Albareto (PR)

DESCRIZIONE

Fin dalla preistoria - come testimoniato dai reperti archeologici della Terramara di Castione Marchesi - i funghi entrano nell’alimentazione umana, soprattutto presso le civiltà mediterranee ed orientali. Erano conosciuti per le loro caratteristiche organolettiche già nell’antica Roma dove se ne faceva largo consumo, in particolare nei banchetti imperiali dei “Cesari”.

Anche il Porcino - Boletus edulis - di Borgotaro, primo fungo ad Indicazione Geografica Protetta in Italia, vanta una fama gloriosa in cucina, apprezzato dai duchi Farnese, impiegato magistralmente dal Nascia ne Li quattro banchetti alla Corte di Parma, e citato dalla letteratura gastronomica fra ’700 e ’800, ha dato origine ad una vera attività di raccolta nei boschi di castagno e di faggio e commercializzazione che ci consente oggi di apprezzarne appieno le straordinarie caratteristiche in numerose e svariate ricette.

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MUSEO DEL FUNGO PORCINO

BORGO VAL DI TARO, PARMA

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MUSEO DEL FUNGO PORCINO
Fin dalla preistoria - come testimoniato dai reperti archeologici della Terramara di Castione Marchesi - i funghi entrano nell’alimentazione umana, soprattutto presso le civiltà mediterranee ed orientali. Erano conosciuti per le loro caratteristiche organolettiche già nell’antica Roma dove se ne faceva largo consumo, in particolare nei banchetti imperiali dei “Cesari”. Anche il Porcino - Boletus edulis - di Borgotaro, primo fungo ad Indicazione Geografica Protetta in Italia, vanta una fama gloriosa in cucina, apprezzato dai duchi Farnese, impiegato magistralmente dal Nascia ne Li quattro banchetti alla Corte di Parma, e citato dalla letteratura gastronomica fra ’700 e ’800, ha dato origine ad una vera attività di raccolta nei boschi di castagno e di faggio e commercializzazione che ci consente oggi di apprezzarne appieno le straordinarie caratteristiche in numerose e svariate ricette.
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