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Ferdinando Fuga realizzò l'edificio a partire dal 1762 su un preesistente casino appartenente alla famiglia del Duca Beretta di Simari. Dopo poco la villa e il parco furono acquistati da Stefano Reggio e Gravina, principe di Jaci e di Campofiorito . Nel 1799 la villa fu restaurata e abbellita e il parco fu ampliato fino al mare. Sulla costa fu realizzato un approdo per consentire l'accesso dal mare. Nel 1893 la villa fu acquistata dal demanio dalla principessa di Santobuono. Nell'immediato dopoguerra ospitò il convitto dei Salesiani per l'educazione e l'assistenza agli orfani di guerra. L'edificio su Corso Resina presenta una facciata a due piani scandita da coppie di lesene e interrotta dai due portali laterali in piperno e dalle due finestre centrali di cui quella superiore, in corrispondenza del salone ellittico, apre su un balcone anch'esso in piperno ed è sormontata da stemmi nobiliari. Ma l'elemento più significativo è la grande scalea semicircolare in pietra che si apre sulla facciata posteriore, mettendo il comunicazione la terrazza dinanzi al grande salone ellittico con il parco retrostante. L'apparato decorativo interno è molto interessante perché frutto dell'alternarsi di stili e gusti dei proprietari che si sono succeduti. Philipp Hackert dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta), mentre le sale al primo piano furono ridecorate in stile arabeggiante in occasione del soggiorno di Ismail Pascià. Al secondo piano vi sono ambienti decorati in stile cinese. Il salone centrale era decorato con un grandioso pavimento a mosaico in marmo proveniente dalla villa di Tiberio a Capri ed oggi sito nel Museo di Capodimonte a Napoli. Adiacente all'edificio principale vi è una piccola cappella e un corpo di fabbrica a tre piani realizzato per volontà di Leopoldo di Borbone, per ospitare più comodamente la corte. Il parco, che necessita di un intervento di risanamento, ospita peschiere e chioschi in stile moresco. Nonostante fosse separato dalla parte inferiore sul mare, resta l'area verde storica più grande della costa vesuviana dopo il parco della Reggia di Portici. Il Parco sul Mare della Villa Favorita è quella parte del parco della Real Villa che Ferdinando IV acquistò dai Zezza per creare un'unica grande area verde che conducesse dalla villa sul Miglio d'Oro a mare. Qui furono realizzati gli interventi decorativi e ricreativi da parte di Leopoldo di Borbone. A fine Ottocento fu alienato e destinato per buona parte ad uso agricolo. A fine anni sessanta del secolo scorso fu separato anche fisicamente dal parco superiore con la realizzazione dell'attuale via Gabriele D'Annunzio. In seguito al terremoto del 23 novembre 1980 il parco fu adattato dal Comune di Ercolano a campo container per gestire l'emergenza abitativa. Acquisito dall'Ente per le Ville Vesuviane, l'area del Parco a Mare della Favorita è stata risistemata a prato e lecceto, e sono stati restaurati gli edifici presenti tra cui la Palazzina delle Montagne Russe e la bella Palazzina dei Mosaici così chiamata per il rivestimento dei muri del vestibolo e del salone con cocci multicolori di madreperla e porcellana che formano eleganti cornici policrome. Al termine del parco un passaggio sottoposto alla linea ferroviaria conduce all'approdo borbonico, costituito da due cafehaus con torrette simmetriche davanti ai quali si apre una piccola esedra da cui si accede sul molo, ricostruito nel 1989 e ulteriormente nel 2004 con l'apposizione di una barriera frangiflutti per proteggerlo dalle mareggiate e una piattaforma di ormeggio per i collegamenti marittimi con Napoli.

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Ferdinando Fuga realizzò l'edificio a partire dal 1762 su un preesistente casino appartenente alla famiglia del Duca Beretta di Simari. Dopo poco la villa e il parco furono acquistati da Stefano Reggio e Gravina, principe di Jaci e di Campofiorito . Nel 1799 la villa fu restaurata e abbellita e il parco fu ampliato fino al mare. Sulla costa fu realizzato un approdo per consentire l'accesso dal mare. Nel 1893 la villa fu acquistata dal demanio dalla principessa di Santobuono. Nell'immediato dopoguerra ospitò il convitto dei Salesiani per l'educazione e l'assistenza agli orfani di guerra. L'edificio su Corso Resina presenta una facciata a due piani scandita da coppie di lesene e interrotta dai due portali laterali in piperno e dalle due finestre centrali di cui quella superiore, in corrispondenza del salone ellittico, apre su un balcone anch'esso in piperno ed è sormontata da stemmi nobiliari. Ma l'elemento più significativo è la grande scalea semicircolare in pietra che si apre sulla facciata posteriore, mettendo il comunicazione la terrazza dinanzi al grande salone ellittico con il parco retrostante. L'apparato decorativo interno è molto interessante perché frutto dell'alternarsi di stili e gusti dei proprietari che si sono succeduti. Philipp Hackert dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta), mentre le sale al primo piano furono ridecorate in stile arabeggiante in occasione del soggiorno di Ismail Pascià. Al secondo piano vi sono ambienti decorati in stile cinese. Il salone centrale era decorato con un grandioso pavimento a mosaico in marmo proveniente dalla villa di Tiberio a Capri ed oggi sito nel Museo di Capodimonte a Napoli. Adiacente all'edificio principale vi è una piccola cappella e un corpo di fabbrica a tre piani realizzato per volontà di Leopoldo di Borbone, per ospitare più comodamente la corte. Il parco, che necessita di un intervento di risanamento, ospita peschiere e chioschi in stile moresco. Nonostante fosse separato dalla parte inferiore sul mare, resta l'area verde storica più grande della costa vesuviana dopo il parco della Reggia di Portici. Il Parco sul Mare della Villa Favorita è quella parte del parco della Real Villa che Ferdinando IV acquistò dai Zezza per creare un'unica grande area verde che conducesse dalla villa sul Miglio d'Oro a mare. Qui furono realizzati gli interventi decorativi e ricreativi da parte di Leopoldo di Borbone. A fine Ottocento fu alienato e destinato per buona parte ad uso agricolo. A fine anni sessanta del secolo scorso fu separato anche fisicamente dal parco superiore con la realizzazione dell'attuale via Gabriele D'Annunzio. In seguito al terremoto del 23 novembre 1980 il parco fu adattato dal Comune di Ercolano a campo container per gestire l'emergenza abitativa. Acquisito dall'Ente per le Ville Vesuviane, l'area del Parco a Mare della Favorita è stata risistemata a prato e lecceto, e sono stati restaurati gli edifici presenti tra cui la Palazzina delle Montagne Russe e la bella Palazzina dei Mosaici così chiamata per il rivestimento dei muri del vestibolo e del salone con cocci multicolori di madreperla e porcellana che formano eleganti cornici policrome. Al termine del parco un passaggio sottoposto alla linea ferroviaria conduce all'approdo borbonico, costituito da due cafehaus con torrette simmetriche davanti ai quali si apre una piccola esedra da cui si accede sul molo, ricostruito nel 1989 e ulteriormente nel 2004 con l'apposizione di una barriera frangiflutti per proteggerlo dalle mareggiate e una piattaforma di ormeggio per i collegamenti marittimi con Napoli.
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