Il borgo di Sferracavallo si estende attorno al piccolo porto ai piedi di Capo Gallo ed è abitata prevalentemente da pescatori, anche se, nel passato, era conosciuta per le coltivazioni di vigneti.
La contrada fu edificata attorno alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano, medici santi e protettori dei pescatori; rinomata è la festa a loro dedicata che si svolge a settembre. La chiesa attuale è un rifacimento ottocentesco di una cappella già esistente fin dal 1696.
Nei pressi della borgata si trovano due torri del XV e XVI secolo a protezione della costa dalle bande di pirati che imperversavano nel Mediterraneo. Il nome Sferracavallo deriva da “sferrare i cavalli” poiché in queste strade si trainavano molti di questi animali ma qualcuno pensa che l'origine faccia riferimento ad una pianta che cresceva rigogliosa da queste parti: l’Hippocrepis, che in italiano si traduce per l’appunto in Sferracavallo.
Questo piccolo borgo fu abitato sin dall’era preistorica da una tribù di cacciatori e raccoglitori di radici, i quali trovavano riparo nelle diverse grotte presenti nel circondario. La grotta più interessante, dal punto di vista storico, è quella dell’Impiccato, all’interno della quale sono stati ritrovati resti di ippopotami e di elefanti.
Anche la Grotta del Pecoraro ha nascosto per anni interessantissimi resti di ceramica risalenti alla cultura di Thapsoso (1500 a. C.). Nei pressi del Monte Billiemi si trova Grotta Conza anch’essa custode di diversi resti del passato.
Oggi Sferracavallo è una delle mete preferite dai palermitani e dai turisti per la presenza di numerosi ristoranti, dove è possibile gustare del buon pesce, ma anche per godere dello splendido mare cristallino della splendida spiaggia di Barcarello.
Il mare di Sferracavallo si affaccia sull'Area Marina Protetta Capo Gallo-Isola delle Femmine e nel territorio è presente anche la Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo.