I Luoghi del Cuore
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PARCO E CIMITERO DEGLI INGLESI

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PARCO E CIMITERO DEGLI INGLESI
Che ci fa a Napoli un luogo di sepoltura di stampo britannico? È quelli che molti napoletani si chiedono, quando si accorgono delle iscrizioni inglesi sulle lapidi e sulle maestose architetture sepolcrali, sistemate al Cimitero della Doganella (attuale trasferimento) senza capire come mai, queste si trovano qui. Le tombe di notevole importanza, sembrano uscite fuori dalla penna dei più grandi scrittori inglesi del romanzo gotico, ma nulla a che vedere con il suscitare l’orrore e la paura, ma bensì per il giusto grado di atmosfera che evoca; architetture che fanno da ambientazione e da scenografia, alla pace eterna dei loro protagonisti. Davvero sublime. Il Cimitero degli inglesi, fu costruito su volere dell’allora console inglese di Napoli Sir Henry Lushington nel 1826 e della presenza sul territorio della comunità britannica napoletana, ai quali decise di donare un parco per la degna sepoltura, nel luogo individuato agli estremi del Borgo Sant’Antonio Abate, presso il giardino della chiesa di Santa Maria della Fede. Successivamente fu ampliato nel 1852 e poi chiuso in via definitiva nel 1893, quando quest’area fu interessata dallo sviluppo urbanistico del Risanamento e sostituito nel nuovo Cimitero degli inglesi alla Doganella, proprio difronte a quello di Santa Maria del Pianto. All’epoca si presentava come un piccolo spazio verde a cui si accedeva dalla piazza, tramite il cancello principale e ospitava le più belle sepolture degli uomini e donne illustri della comunità britannica, quali: il pittore Anton Smink Pitloo, il console Oscar Mericoffre, il botanico Friedrich Dehnhart. la matematica Mary Somerville, la Principessa di Berkeley Elizabeth Craven scrittrice inglese, William Gell archeologo, viaggiatore e scrittore inglese e altri nomi rilevanti all’epoca e poco noti attualmente; personaggi straordinari che hanno lasciato un segno indelebile nello sviluppo culturale e sociale della nostra città. Di quel parco che ispirava tranquillità e non come si credeva atmosfere lugubre, è rimasto ben poco; si perché l’area fu rilevata dal Comune di Napoli alcuni anni fa, ed è stata sistemata a giardino pubblico; non vi si accede più dall’originario cancello principale che dava sulla piazza, ma da un nuovo ingresso che sorge in Via Biagio Miraglia. Il parco ben curato (anche se di recente i residenti lamentano il degrado) con la sistemazione dei nuovi vialetti, fu liberato da tutte le tombe, fatta eccezione per il monumento funerario di Mary Somerville ad opera dello scultore Francesco Jerace nel 1876, che ritrae la figura della grande matematica ed astronoma inglese, con un’espressione di serenità. Possiamo trovare il sarcofago appartenente al ricchissimo banchiere svizzero Oscar Meuricoffre ed infine due monumenti funebri neoclassici di industriali sempre svizzeri: uno a forma di cubo appartenente a David Vonwiller, promotore nel 1829 di una delle prime filande del cotone nel Meridione, nel salernitano; l’altro davvero bellissimo che presenta la statua di un angelo che varca una piccola gradinata, come nell’atto di aprire la porta del Paradiso (monumento vandalizzato) appartenente alla famiglia svizzera Freitag fautori dello sviluppo tessile a Scafati. Nei monumenti funerari è presente l’idea neoclassica della morte e dei sepolcri priva degli aspetti paurosi, ma tesi a favorire il ricordo, le gesta, e il valore sociale dei defunti. Rivive nel periodo neoclassico il ritorno all’antico e alla visione di serenità greco-romana dell’aldilà. L’ex cimitero degli inglesi, attrezzato come parco verde monumentale è diventato un punto di attrazione per chi desidera riscoprire una pagina di storia sbiadita della nostra città e onorare la memoria di questi celebri personaggi di grande cultura che hanno scelto Napoli come ultima dimora eterna.

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Che ci fa a Napoli un luogo di sepoltura di stampo britannico? È quelli che molti napoletani si chiedono, quando si accorgono delle iscrizioni inglesi sulle lapidi e sulle maestose architetture sepolcrali, sistemate al Cimitero della Doganella (attuale trasferimento) senza capire come mai, queste si trovano qui. Le tombe di notevole importanza, sembrano uscite fuori dalla penna dei più grandi scrittori inglesi del romanzo gotico, ma nulla a che vedere con il suscitare l’orrore e la paura, ma bensì per il giusto grado di atmosfera che evoca; architetture che fanno da ambientazione e da scenografia, alla pace eterna dei loro protagonisti. Davvero sublime. Il Cimitero degli inglesi, fu costruito su volere dell’allora console inglese di Napoli Sir Henry Lushington nel 1826 e della presenza sul territorio della comunità britannica napoletana, ai quali decise di donare un parco per la degna sepoltura, nel luogo individuato agli estremi del Borgo Sant’Antonio Abate, presso il giardino della chiesa di Santa Maria della Fede. Successivamente fu ampliato nel 1852 e poi chiuso in via definitiva nel 1893, quando quest’area fu interessata dallo sviluppo urbanistico del Risanamento e sostituito nel nuovo Cimitero degli inglesi alla Doganella, proprio difronte a quello di Santa Maria del Pianto. All’epoca si presentava come un piccolo spazio verde a cui si accedeva dalla piazza, tramite il cancello principale e ospitava le più belle sepolture degli uomini e donne illustri della comunità britannica, quali: il pittore Anton Smink Pitloo, il console Oscar Mericoffre, il botanico Friedrich Dehnhart. la matematica Mary Somerville, la Principessa di Berkeley Elizabeth Craven scrittrice inglese, William Gell archeologo, viaggiatore e scrittore inglese e altri nomi rilevanti all’epoca e poco noti attualmente; personaggi straordinari che hanno lasciato un segno indelebile nello sviluppo culturale e sociale della nostra città. Di quel parco che ispirava tranquillità e non come si credeva atmosfere lugubre, è rimasto ben poco; si perché l’area fu rilevata dal Comune di Napoli alcuni anni fa, ed è stata sistemata a giardino pubblico; non vi si accede più dall’originario cancello principale che dava sulla piazza, ma da un nuovo ingresso che sorge in Via Biagio Miraglia. Il parco ben curato (anche se di recente i residenti lamentano il degrado) con la sistemazione dei nuovi vialetti, fu liberato da tutte le tombe, fatta eccezione per il monumento funerario di Mary Somerville ad opera dello scultore Francesco Jerace nel 1876, che ritrae la figura della grande matematica ed astronoma inglese, con un’espressione di serenità. Possiamo trovare il sarcofago appartenente al ricchissimo banchiere svizzero Oscar Meuricoffre ed infine due monumenti funebri neoclassici di industriali sempre svizzeri: uno a forma di cubo appartenente a David Vonwiller, promotore nel 1829 di una delle prime filande del cotone nel Meridione, nel salernitano; l’altro davvero bellissimo che presenta la statua di un angelo che varca una piccola gradinata, come nell’atto di aprire la porta del Paradiso (monumento vandalizzato) appartenente alla famiglia svizzera Freitag fautori dello sviluppo tessile a Scafati. Nei monumenti funerari è presente l’idea neoclassica della morte e dei sepolcri priva degli aspetti paurosi, ma tesi a favorire il ricordo, le gesta, e il valore sociale dei defunti. Rivive nel periodo neoclassico il ritorno all’antico e alla visione di serenità greco-romana dell’aldilà. L’ex cimitero degli inglesi, attrezzato come parco verde monumentale è diventato un punto di attrazione per chi desidera riscoprire una pagina di storia sbiadita della nostra città e onorare la memoria di questi celebri personaggi di grande cultura che hanno scelto Napoli come ultima dimora eterna.
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