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Il Museo di Geologia e Paleontologia G.G. Gemmellaro si trova nel quartiere Albergheria, centro storico di Palermo. Confina con il colorato e pittoresco mercato popolare di Ballarò, che è il più antico della città. A poche decine di metri di distanza si trova la Chiesa di San Francesco Saverio, esempio di Barocco Siciliano e dotata di una panoramica torre campanaria. A poche centinaia di metri si trova la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, che con le sue tipiche cupole emisferiche rappresenta un tipico esempio dello stile arabo in Sicilia.
Il museo è stato fondato da Gaetano Giorgio Gemmellaro nel 1861 presso il convento dei Teatini, già sede del Gabinetto di Storia Naturale. Il convento e le collezioni ospitate vennero danneggiate dai bombardamenti degli Alleati durante la II Guerra Mondiale, portando alla chiusura del museo. Solamente alla fine degli anni '70, il museo venne riallestito presso l'attuale sede di Corso Tukory da Enzo Burgio, al piano terra dell'Istituto di Geologia. Con il trasferimento dei docenti e degli uffici del Dipartimento di Geologia, avvenuto alla fine degli anni 2000, il museo ha assunto la sua attuale configurazione espositiva, dispiegata sui quattro piani dell'edificio. Dal 2017, il museo afferisce al Sistema Museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo.
Il Museo Gemmellaro custodisce oltre 600 mila reperti. Il suo patrimonio proviene dalle campagne di scavo dei docenti universitari, da donazioni e da acquisizioni e scambi con altri istituti. Sin dalla fine dell'800, il museo ha avuto un ruolo di grande rilevanza all'interno della comunità geologica e paleontologica internazionale, per l'unicità delle sue collezioni. Riferimento mondiale per le associazioni fossili di invertebrati marini del Permiano (circa 300 milioni di anni fa),recuperate dallo stesso G.G. Gemmellaro nella Valle del Sosio,testimoni di una antichissima barriera corallina ed esposte nella Sala dei Fossili del I piano. Sempre al I piano è presente uno scheletro femminile completo del tardo Paleolitico, ritrovato presso la Grotta di San Teodoro, che rappresenta la prima testimonianza dell'Uomo in Sicilia. Thea, come affettuosamente chiamata, è stata recentemente premiata dal pubblico come ‘fossile più bello della Sicilia' in un concorso indetto dalla Società Paleontologica Italiana. Al II piano spiccano La Sala degli Elefanti Nani di Sicilia, la cui particolare abbondanza nelle grotte dell'Isola è alla base del Mito dei Ciclopi, e la Sala delle Pietre del Percorso Arabo-Normanno.
Durante le Giornate FAI di primavera, gli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado della città guideranno i visitatori lungo il percorso espositivo, che è prevalentemente cronologico, e quindi ripercorre la storia naturale dell'Isola. I visitatori avranno a disposizione,nelle varie sale espositive, strumenti tecnologici ed innovativi. La visita culminerà nella sala del III piano in cui sarà possibile vivere l'esperienza della realtà virtuale ed aumentata con l'ausilio di Oculus di nuova generazione. Tre differenti esperienze di realtà virtuale,immaginate per i reperti del museo più apprezzati dal pubblico, sono state realizzate per offrire al visitatore l'emozione unica di essere trasportati indietro nel tempo.