I Luoghi del Cuore
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MONASTERO, CASTELLO LANDI E CAMINATA

MONASTERO, CASTELLO LANDI E CAMINATA

GRAVAGO, PARMA

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MONASTERO, CASTELLO LANDI E CAMINATA
MONASTERO DI GRAVAGO Le prime attestazioni del Monastero benedettino di Gravago, di fondazione regia, risalgono all’anno 744, nel diploma del re longobardo Ildeprando che concede al vescovo di Piacenza il controllo del monastero. Questo documento è il primo di una serie di privilegi di carattere economico che i sovrani longobardi e successivamente quelli carolingi accordano alla chiesa di Piacenza in seguito alla loro conversione, avvenuta nel corso del VII secolo. Rimane ignota la data di fondazione di questo monastero regio. Verosimilmente il Monastero di San Michele, insieme ad altri monasteri della chiesa piacentina, era sorto lungo importanti direttrici di traffico, punti focali della dominazione longobarda, nei pressi di assi che collegavano Nord e Centro Sud Italia; nel caso di Gravago la rete viaria attraverso il passo del Santa Donna, metteva in comunicazione la Valceno e la Valtaro, risaliva attraverso il Bratello, arrivava a Pontremoli, Luni e all’Italia centrale, oppure da Gravago verso Tosca scendeva a Varsi e da lì raggiungeva la pianura. In un privilegio successivo, dell’anno 820, l’imperatore Ludovico il Pio riconferma il controllo del monastero di Gravago al vescovo e alla chiesa di Piacenza. Le cause che hanno portato alla decadenza del monastero sono ignote, probabilmente dovute al mutare delle condizioni socio economiche. La grande chiesa attuale fu edificata verso la metà del 1600, poi raddoppiata a partire dal 1718. Il monumentale campanile, costruito in pietra locale a vista fino alla cella campanaria e poi intonacato, fu ultimato nel 1870. Attualmente sono in corso alcuni progetti di consolidamento della chiesa, che, dal 2012 al 2014, era stata anche chiusa al pubblico. Monastero di Gravago è tutt'oggi luogo di passaggio (e ritrovo) sulla Via degli Abati. IL CASTELLO DEI CONTI LANDI Chiunque getta uno sguardo ai monti che sovrastano, al di là del rio Fontana, la chiesa di Monastero, vi scorge un castello e, più in alto, in asse, i resti di un antico fortilizio. Il maniero, nonostante l'erosione del tempo e degli agenti atmosferici, continua a ricordare le aspre lotte che hanno segnato la storia di un luogo strategico. Le prime attestazioni documentarie del Castello risalgono al 1253: si tratta di un giuramento di fedeltà da parte di Lanfranco e Gardio Isembardi di Agolasio a Guglielmo Ianucino e Alberico Landi per il feudo ricevuto dai capitanei di Magnano. Le vicende del fortilizio sono legate alla figura di Ubertino Landi, Il signore del castello di Bardi che per momenti critici quali avvistamento del nemico o assedio, aveva predisposto appoggio e rifugio in altre case-forti della Val Ceno, inespugnabili per posizione impervia. Nel 1269 Ubertino Landi, per sottrarsi all’assedio del castello e borgo di Bardi da parte di una coalizione militare milanese, piacentina e parmigiana, si rifugiò pertanto nel castello di Gravago, opponendo sicura resistenza all’attacco di un esercito formato da circa 2500 armati. Superato questo periodo di lotte, il castello venne abbandonato. Nel 1687 ne entrò in possesso la famiglia Platoni di Borgotaro e nel 1798 il Ducato di Parma lo incamerò nelle sue proprietà. Oggi, su erte ripe, si innalzano le mura sbrecciate del mastio. Rimangono tracce di un sistema di fortificazioni culminanti nella cosiddetta “Battagliola”, che custodisce nel nome la sua antica funzione difensiva. LA CAMINATA DI BRE' A Brè permane, pur in stato fatiscente, la “Caminata”, documentata il 7 settembre 1253, in un atto di Giovanni De Rallio che definiva un fitto perpetuo di terre presso la chiesa di Tosca e che così si concludeva “Actum in Castro Caminata dominii Domini Ubertino de andito”. Si trattava di una casa-fortezza avamposto del castello, costruita in zona più comoda dello stesso, più accessibile, considerata in tempo di pericolo, rapida sosta del signore in fuga. Altre info: gravago.altervista.org

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MONASTERO DI GRAVAGO Le prime attestazioni del Monastero benedettino di Gravago, di fondazione regia, risalgono all’anno 744, nel diploma del re longobardo Ildeprando che concede al vescovo di Piacenza il controllo del monastero. Questo documento è il primo di una serie di privilegi di carattere economico che i sovrani longobardi e successivamente quelli carolingi accordano alla chiesa di Piacenza in seguito alla loro conversione, avvenuta nel corso del VII secolo. Rimane ignota la data di fondazione di questo monastero regio. Verosimilmente il Monastero di San Michele, insieme ad altri monasteri della chiesa piacentina, era sorto lungo importanti direttrici di traffico, punti focali della dominazione longobarda, nei pressi di assi che collegavano Nord e Centro Sud Italia; nel caso di Gravago la rete viaria attraverso il passo del Santa Donna, metteva in comunicazione la Valceno e la Valtaro, risaliva attraverso il Bratello, arrivava a Pontremoli, Luni e all’Italia centrale, oppure da Gravago verso Tosca scendeva a Varsi e da lì raggiungeva la pianura. In un privilegio successivo, dell’anno 820, l’imperatore Ludovico il Pio riconferma il controllo del monastero di Gravago al vescovo e alla chiesa di Piacenza. Le cause che hanno portato alla decadenza del monastero sono ignote, probabilmente dovute al mutare delle condizioni socio economiche. La grande chiesa attuale fu edificata verso la metà del 1600, poi raddoppiata a partire dal 1718. Il monumentale campanile, costruito in pietra locale a vista fino alla cella campanaria e poi intonacato, fu ultimato nel 1870. Attualmente sono in corso alcuni progetti di consolidamento della chiesa, che, dal 2012 al 2014, era stata anche chiusa al pubblico. Monastero di Gravago è tutt'oggi luogo di passaggio (e ritrovo) sulla Via degli Abati. IL CASTELLO DEI CONTI LANDI Chiunque getta uno sguardo ai monti che sovrastano, al di là del rio Fontana, la chiesa di Monastero, vi scorge un castello e, più in alto, in asse, i resti di un antico fortilizio. Il maniero, nonostante l'erosione del tempo e degli agenti atmosferici, continua a ricordare le aspre lotte che hanno segnato la storia di un luogo strategico. Le prime attestazioni documentarie del Castello risalgono al 1253: si tratta di un giuramento di fedeltà da parte di Lanfranco e Gardio Isembardi di Agolasio a Guglielmo Ianucino e Alberico Landi per il feudo ricevuto dai capitanei di Magnano. Le vicende del fortilizio sono legate alla figura di Ubertino Landi, Il signore del castello di Bardi che per momenti critici quali avvistamento del nemico o assedio, aveva predisposto appoggio e rifugio in altre case-forti della Val Ceno, inespugnabili per posizione impervia. Nel 1269 Ubertino Landi, per sottrarsi all’assedio del castello e borgo di Bardi da parte di una coalizione militare milanese, piacentina e parmigiana, si rifugiò pertanto nel castello di Gravago, opponendo sicura resistenza all’attacco di un esercito formato da circa 2500 armati. Superato questo periodo di lotte, il castello venne abbandonato. Nel 1687 ne entrò in possesso la famiglia Platoni di Borgotaro e nel 1798 il Ducato di Parma lo incamerò nelle sue proprietà. Oggi, su erte ripe, si innalzano le mura sbrecciate del mastio. Rimangono tracce di un sistema di fortificazioni culminanti nella cosiddetta “Battagliola”, che custodisce nel nome la sua antica funzione difensiva. LA CAMINATA DI BRE' A Brè permane, pur in stato fatiscente, la “Caminata”, documentata il 7 settembre 1253, in un atto di Giovanni De Rallio che definiva un fitto perpetuo di terre presso la chiesa di Tosca e che così si concludeva “Actum in Castro Caminata dominii Domini Ubertino de andito”. Si trattava di una casa-fortezza avamposto del castello, costruita in zona più comoda dello stesso, più accessibile, considerata in tempo di pericolo, rapida sosta del signore in fuga. Altre info: gravago.altervista.org
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