La Grotta di San Michele è un piccolo santuario rupestre ricavato in una grotta, ed è circondato dai boschi del Monte Tancia. Si pensa che originariamente la grotta fu un luogo dedito alla dea Vacuna, divinità Sabina delle acque e dei boschi, lo testimonia una figura femminile scolpita in una stalattite, scomparsa da 25 anni.
La cristianizzazione della grotta è strettamente collegata ad una leggenda, che racconta come, nel IV secolo d.C., la zona venne devastata da un drago il quale trovò rifugio nella grotta. Papa Silvestro (314-355), pregando una notte sul Monte Soratte, vide due angeli accompagnati da fulmini scendere dal cielo per sconfiggere il drago. L'otto maggio si recò alla grotta con una folla di fedeli e la consacrò a S. Michele. Nei secoli seguenti sorse intorno alla grotta un monastero.
Per arrivare alla Grotta, si passa su un sentiero che si inerpica leggermente nel bosco via via più fitto e porta ad un piccolo pianoro posto sotto una ripida parete rocciosa.
Ai bordi del pianoro, ci sono i resti, semisommersi dalla vegetazione, delle case dei frati dell'eremo di San Michele, al quale si accede attraverso una ripida scalinata scavata sul fianco della montagna, che conduce sino al piccolo terrazzo antistante la grotta. Nella grotta c'è un altare sovrastato dal ciborio, costituito da due colonne e rivestito da due strati di affreschi. Sull'archivolto del ciborio il busto del Cristo è circondato dai simboli apocalittici dei 4 evangelisti, mentre sul fondo della lunetta, al di sopra dell'altare, si trova l'immagine della Madonna con il Bambino; sulla fronte del ciborio è affrescato l'Agnus Dei con ai lati le immagini dei profeti che si inchinano reverenti. Sulla parete della Grotta ci sono degli affreschi che rappresentano la Vergine Maria con il Putto e San Michele con la sua corazza dorata. Sulle pareti, inoltre, si notano concrezioni di vario tipo, formate dal depositarsi del carbonato di calcio che l'acqua infiltrata ha portato con sé attraverso le pareti calcaree, e che si è depositato nei punti in cui, lo stillicidio delle gocce succedutesi nei secoli, ha dato vita a formazioni di stalattiti e stalagmiti. Nella Grotta si possono incontrare anche i pipistrelli, che sostano appesi al soffitto, negli anfratti più nascosti.
Il progetto di recupero prevede la valorizzazione del sito dal punto di vista storico-artistico, religioso, etnoantropologico, naturalistico e turistico.