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ISOLA DI POVEGLIA

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ISOLA DI POVEGLIA
Poveglia è un'isola della Laguna Veneta meridionale, di fronte a Malamocco, a ovest della striscia insulare del Lido. La sua superficie di 7,25 ettari la rende un'isola abbastanza grande nel contesto lagunare. E' completamente disabitata. A seguito dell'invasione longobarda del VI secolo e della distruzione delle città dell'entroterra, Poveglia divenne uno dei centri di reinsediamento delle popolazioni che dalla pianura fuggivano in laguna. La capacità degli isolani di resistere alle invasioni, unita alla strutturazione difensiva del borgo, sede di un castello, resero Poveglia un efficace avamposto protettivo della laguna già tra l'809 e l'810, durante l'assedio dei Franchi, sventato, e ne determinarono il destino di snodo nevralgico del sistema difensivo lagunare. Per la resistenza all'invasione franca, gli isolani ricevettero da Venezia una serie di privilegi, quali l'esenzione dalle tasse, dal servizio militare e dal remare le galee. Nell'864 vi si insediarono le famiglie dei duecento fedelissimi servi del Doge Pietro Tradonico, pugnalato, i quali ottennero dal successore Doge Orso I Partecipazio la concessione di terre e valli da pesca in cambio della promessa di placare le rivolte scaturite dall'uccisione del suo predecessore; Venezia istituì poi per i residenti di Poveglia il dovere di un atto d'omaggio annuale e il diritto ad avere come governatore un castaldo ducale, affiancato da ventisette consiglieri locali: il castaldato rese Poveglia una circoscrizione amministrativa a sé, governata da un funzionario della corte ducale, delegato ad operare in ambito civile, militare e giudiziario. Poveglia e la sua comunità furono in tal modo saldamente ancorate al Ducato di Venezia, ben consapevole della rilevanza strategica e difensiva dell'isola in caso di aggressioni marittime risalenti la laguna da sud e, al tempo stesso, fu popolata e dotata di privilegi che la resero economicamente florida. Le famiglie locali si impegnarono nella pesca e nella salinatura ed ampliarono i loro interessi fino Chioggia e a Pellestrina. La prosperità del centro è testimoniata anche dall'ampliamento, durante il dogado di Bartolomeo Gradenigo, della giurisidizione del castaldo insulare, le cui competenze furono estese anche sulle vicine Malamocco e Pellestrina. A livello ecclesiastico, funzionava nell'isola la pieve di San Vitale. La decadenza di Poveglia coincise con la guerra di Chioggia (1379-1381), allorché, aggredita dalla flotta genovese, Venezia decise di evacuare Poveglia per far posto all'artiglieria. Poveglia fu completamente militarizzata e vi fu costruita la fortificazione ottagonale tuttora nota come Ottagono di Poveglia. Ciononostante, Poveglia fu occupata dall'ammiraglio genovese Pietro Doria che da qui bombardò l'isola di Santo Spirito, che si trova tra Poveglia e la Giudecca sulla direttrice di Venezia. Al termine del conflitto l'isola era completamente devastata. Gli isolani evacuati a Venezia mantennero per secoli la loro identità, si affermarono nella pesca e nella commercializzazione del pesce, il loro rappresentante aveva il privilegio di sedere sul Bucintoro accanto doge durante la Festa dell'Ascensione ed ebbero, inoltre, una loro confraternita con sede nella chiesa di San Trovaso e poi in quella di Sant'Agnese, nella cui parrocchia essi si concentravano. La Repubblica si interessò più volte al recupero dell'isola, offrendola ai camaldolesi (1527) e agli stessi discendenti degli isolani (1661), ma ottenne sempre rifiuti. Solo più tardi si decise di sfruttarne la vicinanza di Poveglia al porto di Malamocco, allora unico accesso alla laguna adatto alle grandi navi, adibendola a stazione per il rimessaggio e la sosta delle imbarcazioni e per l'immagazzinamento delle attrezzature di bordo.

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Poveglia è un'isola della Laguna Veneta meridionale, di fronte a Malamocco, a ovest della striscia insulare del Lido. La sua superficie di 7,25 ettari la rende un'isola abbastanza grande nel contesto lagunare. E' completamente disabitata. A seguito dell'invasione longobarda del VI secolo e della distruzione delle città dell'entroterra, Poveglia divenne uno dei centri di reinsediamento delle popolazioni che dalla pianura fuggivano in laguna. La capacità degli isolani di resistere alle invasioni, unita alla strutturazione difensiva del borgo, sede di un castello, resero Poveglia un efficace avamposto protettivo della laguna già tra l'809 e l'810, durante l'assedio dei Franchi, sventato, e ne determinarono il destino di snodo nevralgico del sistema difensivo lagunare. Per la resistenza all'invasione franca, gli isolani ricevettero da Venezia una serie di privilegi, quali l'esenzione dalle tasse, dal servizio militare e dal remare le galee. Nell'864 vi si insediarono le famiglie dei duecento fedelissimi servi del Doge Pietro Tradonico, pugnalato, i quali ottennero dal successore Doge Orso I Partecipazio la concessione di terre e valli da pesca in cambio della promessa di placare le rivolte scaturite dall'uccisione del suo predecessore; Venezia istituì poi per i residenti di Poveglia il dovere di un atto d'omaggio annuale e il diritto ad avere come governatore un castaldo ducale, affiancato da ventisette consiglieri locali: il castaldato rese Poveglia una circoscrizione amministrativa a sé, governata da un funzionario della corte ducale, delegato ad operare in ambito civile, militare e giudiziario. Poveglia e la sua comunità furono in tal modo saldamente ancorate al Ducato di Venezia, ben consapevole della rilevanza strategica e difensiva dell'isola in caso di aggressioni marittime risalenti la laguna da sud e, al tempo stesso, fu popolata e dotata di privilegi che la resero economicamente florida. Le famiglie locali si impegnarono nella pesca e nella salinatura ed ampliarono i loro interessi fino Chioggia e a Pellestrina. La prosperità del centro è testimoniata anche dall'ampliamento, durante il dogado di Bartolomeo Gradenigo, della giurisidizione del castaldo insulare, le cui competenze furono estese anche sulle vicine Malamocco e Pellestrina. A livello ecclesiastico, funzionava nell'isola la pieve di San Vitale. La decadenza di Poveglia coincise con la guerra di Chioggia (1379-1381), allorché, aggredita dalla flotta genovese, Venezia decise di evacuare Poveglia per far posto all'artiglieria. Poveglia fu completamente militarizzata e vi fu costruita la fortificazione ottagonale tuttora nota come Ottagono di Poveglia. Ciononostante, Poveglia fu occupata dall'ammiraglio genovese Pietro Doria che da qui bombardò l'isola di Santo Spirito, che si trova tra Poveglia e la Giudecca sulla direttrice di Venezia. Al termine del conflitto l'isola era completamente devastata. Gli isolani evacuati a Venezia mantennero per secoli la loro identità, si affermarono nella pesca e nella commercializzazione del pesce, il loro rappresentante aveva il privilegio di sedere sul Bucintoro accanto doge durante la Festa dell'Ascensione ed ebbero, inoltre, una loro confraternita con sede nella chiesa di San Trovaso e poi in quella di Sant'Agnese, nella cui parrocchia essi si concentravano. La Repubblica si interessò più volte al recupero dell'isola, offrendola ai camaldolesi (1527) e agli stessi discendenti degli isolani (1661), ma ottenne sempre rifiuti. Solo più tardi si decise di sfruttarne la vicinanza di Poveglia al porto di Malamocco, allora unico accesso alla laguna adatto alle grandi navi, adibendola a stazione per il rimessaggio e la sosta delle imbarcazioni e per l'immagazzinamento delle attrezzature di bordo.
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