Le gravine sono valli che si sono costituite per erosione. Sono incise dai torrente che scorrono tra le rocce calcaree dell’altipiano delle Murge. La peculiarità di questo territorio è dovuta anche alle numerose grotte utilizzate come ricovero sin dall’età del bronzo e divenute, dal Medioevo, abitazioni o persino chiese.
Presso la città di Gravina, lo scenografico anfiteatro carsico è dominato dallo slancio a doppia arcata del Ponte Acquedotto. Fu costruito in epoca incerta per consentire ai fedeli di raggiungere l’antica chiesa rupestre della Madonna della Stella, un luogo di culto precristiano situato sul versante opposto della gola.
Il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la ricostruzione del ponte e la sua trasformazione in acquedotto. Si tratta di un'importante struttura ad archi, lunga 90 m e alta 37. Un sistema di canalizzazioni portava in città l’acqua della vicina sorgente di Sant’Angelo, e tutt’oggi sono visibili le due fontane presenti ai due lati del ponte.
In seguito all'alluvione del 1855 fu costruita una spalliera in tufo con la messa in opera di tiranti in ferro e di un selciato rustico di protezione. In tempi recenti il ponte è stato oggetto di un importante restauro, finanziato con circa 1,5 milioni dalla Regione Puglia. Nel 2021 fu utilizzato come scenografia per una scena del film di James Bond, “No time to die”, e - nel 2019 - di alcune scene del film Pinocchio di Garrone.
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