FERROVIA DEL CENTRO ITALIA

SULMONA, TERNI, RIETI

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FERROVIA DEL CENTRO ITALIA
La ferrovia abbraccia, quasi fosse una cintura, tre regioni: l'Abruzzo, il Lazio e l'Umbria, attraversando la catena degli Appennini. Si può ben definire “la Ferrovia del Centro Italia” quel tratto che da Sulmona arriva all'Aquila poi a Rieti ed infine a Terni, percorrendo 163,6 chilometri ed inerpicandosi fino all'altezza di 989 metri a Sella di Corno al confine tra Lazio ed Abruzzo, proprio questo tratto è quello con la maggior pendenza dell’intera rete ferroviaria italiana a scartamento ordinario. Inaugurata il 28 ottobre 1883, negli ultimi centoquaranta anni è stata essenziale per gli spostamenti dei pendolari che dai paesi andavano nelle vicine città per lavoro, studio, cure e svago. Con lo sviluppo del trasporto su strada nella seconda metà del '900 la ferrovia ha perso la sua funzione di struttura strategica nei trasporti pur rimanendo fondamentale ancora oggi per molti pendolari. Negli ultimi anni però si va sviluppando un nuovo tipo di turismo, quello ferroviario rivolto ai borghi e paesi meno conosciuti, incoraggiato anche dai viaggi con treni storici che attirano nuovi viaggiatori. Treni lenti ed a volte antichi consentono ai viaggiatori di godere della bellezza dei paesaggi che si ammirano dai finestrini. Gli scenari che si attraversano sono molto vari: vallate, gole, montagne, piccoli paesi, città. Da Sulmona si attraversa la valle Peligna fino alle strette gole di San Venanzio dove si alternano gallerie e viadotti, arrivando all'Aquila a poca distanza dalla stazione si può ammirare la famosa fontana delle novantanove cannelle. Si sale quindi sull'Appennino con tornanti che caratterizzano il percorso fino a Sella di Corno ed attraversare l'altopiano pianeggiante di Rocca di Corno ove in estate ancora si pratica l'antica usanza della transumanza delle greggi. Poi giù verso le Gole di Antrodoco, dove scorre il fiume Velino e si appoggia la via Salaria costruita dai romani più di duemila anni fa. Si attraversa poi la piana di San Vittorino ricca di acque, da quelle solfuree di Cotilia, note sin dall'epoca della Sabina preromana per le loro proprietà terapeutiche, a quelle della sorgente del Peschiera, l'acquedotto che ancora oggi fornisce l'80% dell'acqua potabile bevuta a Roma, unica capitale a dissetarsi con acqua sorgiva. La ricchezza di acqua è evidente nel paesaggio molto verde dove i pioppi identificano i luoghi delle sorgenti. In questa zona da vedere i resti delle Terme di Vespasiano e della Villa di Tito, gli imperatori originari di questa zona. Arrivando a Rieti si colgono i campanili medievali che svettano sulla città, la stazione è prossima al centro, con una piacevole passeggiata si possono ammirare edifici con vestigia romane, mura medievali, conventi, palazzi rinascimentali e barocchi e giungere fino al fiume Velino ove fanno bella mostra i resti dell'antico ponte romano. Risalendo in carrozza, tre sono le tappe nella vallata dell'antico Lacus Velinus che meritano una sosta: Contigliano con la Chiesa Collegiata, Greccio ove San Francesco nella notte di Natale del 1223 ricreò l'atmosfera della nascita di Gesù in una grotta dando inizio alla tradizione del presepe, e giungendo in Umbria la Cascata delle Marmore, alta 165 metri, la più alta cascata artificiale d'Europa realizzata dal console romano Manio Curio Dentato nel 271 a.C. per bonificare la piana reatina. Da qui un percorso particolarmente panoramico, ci porta a Terni, ove insediamenti sono segnalati sin dall'età del bronzo, seguiti da quelli romani. Protagonista della rivoluzione industriale con acciaierie, fabbriche di armi, chimiche, impianti idroelettrici. Ma volendo ricordare un aspetto romantico questa è la città degli innamorati essendone il patrono San Valentino. Immergersi nei luoghi, meravigliarsi per i mutevoli colori del paesaggio legati alle stagioni, toccare la storia attraverso città e villaggi, ci fanno dire che “quello che conta è il percorso del viaggio e non l'arrivo” (T.S.Eliot)
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