I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
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DIAMANTE, COSENZA

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DIAMANTE
Diamante è la città dei murales, "la città più dipinta d'Italia". In tutto il centro si contano oltre duecento dipinti. Si è incominciato nel 1981 nel borgo marinaro poi con "Muralespanso" è stato "contaminato" l'intero abitato. Per questo motivo Diamante viene anche definita "il paese dei nasi all'insù", una galleria a cielo aperto che obbliga visitatori e turisti ad ammirare le opere dipinte sui muri, guardando verso l'alto. L'idea dei "Murales" è dovuta al pittore Nani Razzetti, milanese, ma diamantese di adozione, il quale propose al sindaco del tempo, Ing. Evasio Pascale, il progetto di rivitalizzare il centro storico. L'Operazione Murales, portò a Diamante, dall'Italia e dall'Estero, ottantatre pittori, che nel mese di giugno iniziarono a dipingere i muri del centro storico, ormai diventati delle grandi tele, facendo rinascere nella gente che vi abita il gusto della conservazione del proprio passato, per un'idea viva, che proietti nel futuro. Molto suggestivo risulterà, al suo compimento, il Murales a mosaico, dei coniugi Michele ed Angiolina Sposito di Ferrara, sito in via Alfieri, sulla parete esterna della Chiesa Madre, che racconta l'antica storia della Calabria dal ritrovamento del graffito del "Toro di Papasidero" fino all'odierna civiltà di contadini e pescatori. Nell'ottobre del 1999 gli artisti hanno realizzato un successivo pezzo da aggiungere al mosaico originario, raffigurante l'immagine dell'Immacolata. Dal 1986 al 1997 altri murales si sono aggiunti agli ottantacinque precedenti, tra cui il Trittico di Marcon, realizzato a Cirella, in località Tredoliche, risvegliando così l'antico borgo.

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Diamante è la città dei murales, "la città più dipinta d'Italia". In tutto il centro si contano oltre duecento dipinti. Si è incominciato nel 1981 nel borgo marinaro poi con "Muralespanso" è stato "contaminato" l'intero abitato. Per questo motivo Diamante viene anche definita "il paese dei nasi all'insù", una galleria a cielo aperto che obbliga visitatori e turisti ad ammirare le opere dipinte sui muri, guardando verso l'alto. L'idea dei "Murales" è dovuta al pittore Nani Razzetti, milanese, ma diamantese di adozione, il quale propose al sindaco del tempo, Ing. Evasio Pascale, il progetto di rivitalizzare il centro storico. L'Operazione Murales, portò a Diamante, dall'Italia e dall'Estero, ottantatre pittori, che nel mese di giugno iniziarono a dipingere i muri del centro storico, ormai diventati delle grandi tele, facendo rinascere nella gente che vi abita il gusto della conservazione del proprio passato, per un'idea viva, che proietti nel futuro. Molto suggestivo risulterà, al suo compimento, il Murales a mosaico, dei coniugi Michele ed Angiolina Sposito di Ferrara, sito in via Alfieri, sulla parete esterna della Chiesa Madre, che racconta l'antica storia della Calabria dal ritrovamento del graffito del "Toro di Papasidero" fino all'odierna civiltà di contadini e pescatori. Nell'ottobre del 1999 gli artisti hanno realizzato un successivo pezzo da aggiungere al mosaico originario, raffigurante l'immagine dell'Immacolata. Dal 1986 al 1997 altri murales si sono aggiunti agli ottantacinque precedenti, tra cui il Trittico di Marcon, realizzato a Cirella, in località Tredoliche, risvegliando così l'antico borgo.
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