I Luoghi del Cuore
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CONVENTO DEI PADRI CAPPUCCINI

CONVENTO DEI PADRI CAPPUCCINI

GERACI SICULO, PALERMO

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CONVENTO DEI PADRI CAPPUCCINI
I Padri Cappuccini si insediarono a Geraci nel 1689. Il Convento vide la luce grazie anche alla tenacia del Marchese di Geraci, che si recò fino a Roma per chiedere a Papa Innocenzo X il permesso di costruirlo. La Santa Sede scelse oltre ai religiosi in numero di 27, anche il luogo ove ubicarlo. Vollero erigere il Convento in una posizione isolata, nella vallata a ovest dell’abitato. Il 3 marzo del 1689 si pose la prima pietra. I religiosi vissero soprattutto di lavoro della terra e di carità. Nel 1866, per la soppressione degli ordini religiosi, il Convento fu chiuso e la proprietà venne trasferita al Comune. Oggi la struttura è stata restaurata e riportata all’antico splendore. Anche gli affreschi sono stati recuperati. In accordo alla regola francescana, l’architettura conventuale è molto semplice. Si organizza attorno a un chiostro quadrato, che sui due lati ha dei portici con archi. Il Convento si sviluppava su due livelli. Al piano terra, oltre alla chiesa che occupa il lato occidentale, erano sistemati i locali di servizio e il refettorio con affreschi dell’Ultima Cena e della Crocifissione, mentre al piano superiore si trovavano le celle dei frati. Dopo il restauro degli anni Novanta del Novecento il complesso conventuale è divenuto la sede del polo comunale Cultura d’eccellenza MUSeBArch. Custodisce al suo interno anche l’antica biblioteca dei Cappuccini, con rari e pregiati testi, e ospita l’Archivio Storico Comunale e il ricco museo etno-antropologico delle Madonie. All’interno della struttura si svolgono anche eventi istituzionali, convegni e momenti di condivisione comune. Fonte: Giuseppe Antista, Architettura e arte a Geraci (XI – XVI secolo), Geraci Siculo-San Martino delle Scale 2009.

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I Padri Cappuccini si insediarono a Geraci nel 1689. Il Convento vide la luce grazie anche alla tenacia del Marchese di Geraci, che si recò fino a Roma per chiedere a Papa Innocenzo X il permesso di costruirlo. La Santa Sede scelse oltre ai religiosi in numero di 27, anche il luogo ove ubicarlo. Vollero erigere il Convento in una posizione isolata, nella vallata a ovest dell’abitato. Il 3 marzo del 1689 si pose la prima pietra. I religiosi vissero soprattutto di lavoro della terra e di carità. Nel 1866, per la soppressione degli ordini religiosi, il Convento fu chiuso e la proprietà venne trasferita al Comune. Oggi la struttura è stata restaurata e riportata all’antico splendore. Anche gli affreschi sono stati recuperati. In accordo alla regola francescana, l’architettura conventuale è molto semplice. Si organizza attorno a un chiostro quadrato, che sui due lati ha dei portici con archi. Il Convento si sviluppava su due livelli. Al piano terra, oltre alla chiesa che occupa il lato occidentale, erano sistemati i locali di servizio e il refettorio con affreschi dell’Ultima Cena e della Crocifissione, mentre al piano superiore si trovavano le celle dei frati. Dopo il restauro degli anni Novanta del Novecento il complesso conventuale è divenuto la sede del polo comunale Cultura d’eccellenza MUSeBArch. Custodisce al suo interno anche l’antica biblioteca dei Cappuccini, con rari e pregiati testi, e ospita l’Archivio Storico Comunale e il ricco museo etno-antropologico delle Madonie. All’interno della struttura si svolgono anche eventi istituzionali, convegni e momenti di condivisione comune. Fonte: Giuseppe Antista, Architettura e arte a Geraci (XI – XVI secolo), Geraci Siculo-San Martino delle Scale 2009.
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