A pochi passi dalla chiesa di Sant’Agostino, in via Spirito Santo, si trova il convento dello Spirito Santo, edificato nel 1354 come “gancia” (ospizio per malati e forestieri) dei Padri Benedettini dell’Abbazia di San Martino delle Scale. Trasformato nel XVII secolo, ha subito nel tempo danneggiamenti durante l’ultima guerra e manomissioni causate dalle diverse destinazioni d’uso. Il restauro recentemente attuato dall’amministrazione comunale ha restituito parte degli spazi al servizio del quartiere.
Dal portale di accesso al convento, sovrastato da un tondo scultoreo che raffigura San Martino e il povero, si accede al chiostro, di cui furono costruite solo due corsie di archi a tutto sesto su pilastri, ancora oggi esistenti. Il vasto dormitorio fu costruito nel 1640.
Annessa al convento è la chiesa, riedificata nel 1618, attualmente inagibile; ad unica navata con cappelle laterali, ha una volta con decori in stucco e affreschi che attendono un intervento di restauro. Visibile su via Santo Spirito è il portale d’ingresso di ispirazione gaginesca. A meridione della chiesa si estendeva in piccolo giardino, oggi adibito a posteggio, dove anticamente esisteva una fonte conosciuta con la denominazione araba “Ain Rum” (fonte dei cristiani), utilizzata come lavatoio dalle donne del quartiere, poi inglobata nel giardino del complesso di Santo Spirito.
Tale convento fu sempre utilizzato dai frati come “Gancìa”, ovvero come ospizio cittadino per i religiosi venuti da fuori. Tale funzione fu conservata fino al 1866, anno della soppressione degli ordini religiosi, quando la chiesa ed il convento furono destinati dapprima come asilo infantile, successivamente come caserma dei Vigili del fuoco ed infine come caserma di polizia. Durante lo scorso secolo anche la polizia abbandonò tali locali che furono utilizzati privatamente come magazzini e depositi merci.
Oggi ristutturato ospita l'Ufficio Innovazione e Polizia Municipale del Comune Palermo Ex Caserma Fallettaed il Centro Amazzone, spazio di realizzazione delle linee-guida Progetto Amazzone di dedicate all’approccio multidisciplinare del cancro attraverso il Mito, la Scienza, il Teatro.