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COMPLESSO TERMALE: MESCITA DELLE ACQUE E LE VECCHIE TERME

COMPLESSO TERMALE: MESCITA DELLE ACQUE E LE VECCHIE TERME

SANT'ANDREA BAGNI, PARMA

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COMPLESSO TERMALE: MESCITA DELLE ACQUE E LE VECCHIE TERME
Sant’Andrea Bagni sorge in una dolce vallata a 164 metri s.l.m. nel comune di Medesano (PR). Leggende locali fanno risalire ad epoca romana la scoperta e l’utilizzazione, a scopo terapeutico, di sorgenti sulfuree e salse. Le attestazioni dell’interesse destato dalle acque sorgive di Sant’Andrea Bagni, risalgono agli inizi del 1800, quando il capitano Boccia, per incarico dell’amministrazione francese degli Stati parmensi, visita la zona del Rio Fabbro e descrive i risultati della sua ispezione nel volume: “Itinerario e descrizione geografica, fisica, storica e statistica dei monti e delle valli dello stato di Parma e Piacenza” (1804-1805). Già definita dall’abate Antonio Stoppani “La Svizzera del parmense” per le bellezze paesaggistiche e la salubrità dell’ambiente pre-appeninico, la stazione delle acque data la sua origine al 1887. Furono i proprietari dei terreni lungo le fonti del Rio Fabbro, a promuovere la fase industriale della captazione e raccolta delle acque minerali ai fini dell’erogazione delle cure. Giacomo Ponci e soprattutto il figlio Carlo, su concessione dello Stato, aprirono intorno al 1912 il primo stabilimento per le cure termali e una mescita per la distribuzione dell’acqua alcalina ad uso bibita. La fase più importante nella storia della stazione termale coincise con la costruzione di un nuovo stabilimento termale (le Terme) e la sistemazione della Mescita risalente al 1904. Nel 1935 vennero inaugurate in P.zza C. Ponci le Terme, la Mescita, la fontana ottagonale e l'Albergo Salus. Il disegno urbanistico delle strutture si adeguava ai modelli codificati dei centri termali e il frasario architettonico adottato dello stile Liberty, pur nelle soluzioni eclettiche, risultava armonioso e coerente. Nel loggiato della mescita le citazioni morfologiche rinascimentali erano interpretate con innesti Liberty nell’arredo (di cui resta il banco mescita in marmo bianco di Carrara). Sant’Andrea Bagni aveva scelto il serpente di Esculapio, (disegnato dall’architetto E. Carboni) ad emblema della cura idropinica, dedicandogli una fontana a forma ottagonale che, negli anni ha subito diverse trasformazioni. Il resto degli edifici Mescita e Terme, nonostante i bombardamenti del 1945, sono rimasti uguali e poiché la loro costruzione risale a più di 50 anni fa, possiedono caratteristiche storiche ed architettoniche ben riconoscibili e per questo sono tutelati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (art. 6 del D. Lgs. 490/99). Le Terme di Sant’Andrea Bagni sono le uniche fra le stazioni idrotermali dell’Italia centro-settentrionale, a raccogliere in uno stesso bacino acque minerali per cure idropiniche e acque per cure termali. Le acque della Mescita e quelle delle Terme hanno requisiti terapeutici che ben pochi altri luoghi di cura possono vantare. Tali acque possono essere utilizzate a scopo terapeutico in un così ampio numero di forme morbose da conferire a Sant’Andrea Bagni la classica di un vero e proprio “Policlinico Termale” (Prof. W. Melocchi, - Università di Parma). Le Terme erano un luogo di cure con acqua sulfureo calcica e salsobromoiodica. Attualmente, presso lo stabilimento termale adiacente alle vecchie Terme e costruito all’inizio degli anni 2000, viene proposto il panorama completo delle più importanti terapie termali (balneoterapia, idromassaggi, cure inalatorie, insufflazioni endotimpaniche, piscina e percorsi vascolari). La Mescita è l’edificio per eccellenza delle cure idropiniche con ben 8 tipi di acque medicinali da bere: Acque Purgativa Forte e Purgativa Leggera; Sulfureo-Magnesiaca; Acqua Ducale; Acqua Lidia; Acqua Fonte Antica; Acqua Salus; Acqua ferruginoso-potassica. Tutte le acque della Mescita e delle Terme sono costantemente sottoposte a monitoraggio affinché, dai pozzi profondi più di 400 m e dislocati all’interno del Parco Mescita e lungo il Rio Fabbro, giungano alla mescita e allo stabilimento termale pure e salutari.

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Sant’Andrea Bagni sorge in una dolce vallata a 164 metri s.l.m. nel comune di Medesano (PR). Leggende locali fanno risalire ad epoca romana la scoperta e l’utilizzazione, a scopo terapeutico, di sorgenti sulfuree e salse. Le attestazioni dell’interesse destato dalle acque sorgive di Sant’Andrea Bagni, risalgono agli inizi del 1800, quando il capitano Boccia, per incarico dell’amministrazione francese degli Stati parmensi, visita la zona del Rio Fabbro e descrive i risultati della sua ispezione nel volume: “Itinerario e descrizione geografica, fisica, storica e statistica dei monti e delle valli dello stato di Parma e Piacenza” (1804-1805). Già definita dall’abate Antonio Stoppani “La Svizzera del parmense” per le bellezze paesaggistiche e la salubrità dell’ambiente pre-appeninico, la stazione delle acque data la sua origine al 1887. Furono i proprietari dei terreni lungo le fonti del Rio Fabbro, a promuovere la fase industriale della captazione e raccolta delle acque minerali ai fini dell’erogazione delle cure. Giacomo Ponci e soprattutto il figlio Carlo, su concessione dello Stato, aprirono intorno al 1912 il primo stabilimento per le cure termali e una mescita per la distribuzione dell’acqua alcalina ad uso bibita. La fase più importante nella storia della stazione termale coincise con la costruzione di un nuovo stabilimento termale (le Terme) e la sistemazione della Mescita risalente al 1904. Nel 1935 vennero inaugurate in P.zza C. Ponci le Terme, la Mescita, la fontana ottagonale e l'Albergo Salus. Il disegno urbanistico delle strutture si adeguava ai modelli codificati dei centri termali e il frasario architettonico adottato dello stile Liberty, pur nelle soluzioni eclettiche, risultava armonioso e coerente. Nel loggiato della mescita le citazioni morfologiche rinascimentali erano interpretate con innesti Liberty nell’arredo (di cui resta il banco mescita in marmo bianco di Carrara). Sant’Andrea Bagni aveva scelto il serpente di Esculapio, (disegnato dall’architetto E. Carboni) ad emblema della cura idropinica, dedicandogli una fontana a forma ottagonale che, negli anni ha subito diverse trasformazioni. Il resto degli edifici Mescita e Terme, nonostante i bombardamenti del 1945, sono rimasti uguali e poiché la loro costruzione risale a più di 50 anni fa, possiedono caratteristiche storiche ed architettoniche ben riconoscibili e per questo sono tutelati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (art. 6 del D. Lgs. 490/99). Le Terme di Sant’Andrea Bagni sono le uniche fra le stazioni idrotermali dell’Italia centro-settentrionale, a raccogliere in uno stesso bacino acque minerali per cure idropiniche e acque per cure termali. Le acque della Mescita e quelle delle Terme hanno requisiti terapeutici che ben pochi altri luoghi di cura possono vantare. Tali acque possono essere utilizzate a scopo terapeutico in un così ampio numero di forme morbose da conferire a Sant’Andrea Bagni la classica di un vero e proprio “Policlinico Termale” (Prof. W. Melocchi, - Università di Parma). Le Terme erano un luogo di cure con acqua sulfureo calcica e salsobromoiodica. Attualmente, presso lo stabilimento termale adiacente alle vecchie Terme e costruito all’inizio degli anni 2000, viene proposto il panorama completo delle più importanti terapie termali (balneoterapia, idromassaggi, cure inalatorie, insufflazioni endotimpaniche, piscina e percorsi vascolari). La Mescita è l’edificio per eccellenza delle cure idropiniche con ben 8 tipi di acque medicinali da bere: Acque Purgativa Forte e Purgativa Leggera; Sulfureo-Magnesiaca; Acqua Ducale; Acqua Lidia; Acqua Fonte Antica; Acqua Salus; Acqua ferruginoso-potassica. Tutte le acque della Mescita e delle Terme sono costantemente sottoposte a monitoraggio affinché, dai pozzi profondi più di 400 m e dislocati all’interno del Parco Mescita e lungo il Rio Fabbro, giungano alla mescita e allo stabilimento termale pure e salutari.
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