Il Palazzo Baronale dei Filangieri, che sorge nel punto più alto del centro storico di Lapio, è l’espressione del periodo di maggior splendore della famiglia nobiliare, raggiunto nel corso dei secoli XVII e XVIII.
Il palazzo baronale dei Filangieri, che sorge nel punto più alto del centro storico di Lapio, così come si presenta oggi, è l’espressione del periodo di maggior splendore della famiglia nobiliare, raggiunto nel corso dei secoli XVII e XVIII.
Un casato illustre, le cui origini si fanno risalire all’epoca dei Normanni, i suoi rappresentanti erano i figli di Angerio il Normanno – Filii Angerii e quindi Filangieri, venuto in Italia, nel corso dell’XI secolo, al seguito di Roberto I il Guiscardo.
Da quell’epoca fino al XVIII secolo si annoverano, all’interno della famiglia, numerose figure di notevole rilievo.
Uno dei personaggi di spicco, è rappresentato da Riccardo Filangieri, che seguì l’Imperatore Federico II di Svevia nella crociata del 1228 e si meritò la nomina a Governatore di Gerusalemme. Da allora i componenti del casato si fregiano del titolo di crociati, sicché il suo simbolo araldico diventa la croce, che ritroviamo rappresentata dovunque negli stemmi e nei documenti ufficiali.
Del rapporto di vicinanza e di condivisione delle idee col grande imperatore, troviamo espressione nelle scelte estetiche presenti all’interno della dimora gentilizia: la vera del pozzo di forma ottagonale.
Altre figure eccellenti della famiglia sono rappresentate da Annibale Filangieri, vissuto nel secolo XVII, che, come riconoscimento dei propri meriti da parte dell’imperatore Ferdinando II d’Austria, potè realizzare uno stemma di famiglia su cui fosse presente l’immagine bicipite dell’aquila imperiale e Agnello Filangieri, vissuto nel secolo XVIII, che godé a tal punto della stima di Ferdinando IV di Borbone, da essere nominato dallo stesso, il 17 aprile del 1766, “aio dell’infante di Spagna” don Filippo.
E poi non va dimenticato Gaetano Filangieri, fiore all’occhiello della cultura illuministica napoletana.
A testimonianza della crescita socio-politica del casato, si collocano gli stemmi, tra i primi, in ordine cronologico, c’è lo stemma scolpito su una delle otto lastre di pietra che costituiscono la vera del pozzo della corte. Bipartito con croce al lato destro (si tratta della croce d’azzurro in campo di argento dei Filangieri) e banda scaccata sul sinistro a testimonianza del legame di parentela contratto con la famiglia Tomacelli.
Pompeo Filangieri, infatti, diventato signore di Lapio dal 30 maggio del 1601 e morto il 7-3-1630, sposa agli inizi del secolo Diana Capece Tomacelli.