La chiesa di Santa Maria del Tricalle è il primo esempio di pianta ottagonale in Abruzzo dedicata al culto della Vergine Maria, ma vede affondare le proprie radici nel culto pagano di Diana Trivia.
Molte sono le fonti che attestano questa antica origine a partire da Lucio Camarra (autore teatino 1596-1656 De Teate Antiquo) che inserisce Diana tra le divinità venerate a Chieti fino a giungere nel XVIII secolo, a Giuseppe Maria Allegranza, studioso delle antichità teatine, il quale attesta la presenza di 4 antiche basi marmoree riferibili ad una preesistenza romana.
La data della prima costruzione della chiesa così come oggi la vediamo risale al 1317 ed era testimoniata dalla presenza di una lapide in pietra, oggi persa, posta su una porta a sinistra dell'ingresso principale e documentata fino al 1889 dal Bindi nel suo Monumenti storici, artistici degli Abruzzi.
Nella chiesa coesistono elementi tipicamente rinascimentali con altri di impronta medioevale che portano a supporre la presenza di un edificio originario già nel 1317 ma sul quale avvennero rimaneggiamenti con influenze stilistiche riferibili sia alla figura del Maestro Bartolomeo di Giacomo che successivamente alle maestranze lombarde di Antonio da Lodi ma che portarono ad un organismo comunque unitario e con le caratteristiche ancora oggi visibili.
Il corpo centrale della chiesa era circondato da un porticato demolito quasi totalmente con il primo importante restauro subito dalla chiesa nel 1879, anno in cui venne inserita, con Regio decreto, nell'elenco dei Beni Monumentali.
Destinata a cimitero degli appestati e dei condannati a morte ha accompagnato la storia della città nei secoli ed ancora oggi testimonia l'importante ruolo svolto nello sviluppo degli impianti centrici in Abruzzo, di cui fu la capostipite.