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La famiglia Lalatta si trasferì nella città di Parma dalle Valli dei Cavalieri, essa è un ramo della potente famiglia dei Vallisneri che primeggiò fin dal XIII sulle valli dell'Appennino parmense e reggiano. I rapporti, molto frequenti, con il comune cittadino favorirono l'inurbarsi del casato: prese a nominarsi Lalatta, prima Vallisneri della latta, dal nome della villa delle Valli dei Cavalieri in cui si stabilirono nel XIII secolo. Nel Cinquecento Gabriele Lalatta venne inviato come oratore a Roma. Fu Conte palatino e protonotario apostolico.
In strada Collegio dei Nobili la prima menzione di una chiesa risale a un documento datato 23 ottobre 1074. Nei primi anni del Cinquecento l'edificio originario subisce una radicale trasformazione grazie alla committenza del nobile Gabriele Lalatta, che ne ordinò la ricostruzione, basandosi sui progetti di Giorgio da Erba o forse addirittura di Antonio da Sangallo il Giovane. Il risultato fu un'opera che sfoggiava nuove forme rinascimentali: la chiesa fu consacrata nel 1543 e nel 1560 venne elevata a dignità abbaziale da Papa Pio IV. Questo luogo sacro restò attivo fino al 1928, quando la parrocchia venne soppressa e la chiesa perse la sua consacrazione.
La facciata è a due piani, con quattro coppie di paraste doriche che sorreggono la trabeazione. L'interno della chiesa presenta una navata unica: alcuni hanno ipotizzato sia stato disegnato da Giulio Romano. Sull'altare maggiore un tempo era collocata un dipinto di Girolamo Bedoli "Madonna con il Bambino e i santi Marcellino e Girolamo". Oggi, sebbene non più luogo di culto attivo, la chiesa di San Marcellino conserva intatto il suo fascino e rimane una pregiata testimonianza della storia di Parma. Nella zona absidale della chiesa nel 2010 venne inserita una meravigliosa opera di Claudio Parmiggiani, uno tra i maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale. Un'opera che invita alla riflessione più profonda. "Oggi silenzio è una parola sovversiva – sono parole dell'artista – ed è sovversiva perché è uno spazio meditativo
L'apertura nelle Giornate FAI è una splendida occasione per riportare l'attenzione sull'opera di Claudio Parmiggiani. "Una grande barca –così descrive l'opera Daniele Fraccaro- è arenata su un mare di libri. Sugli alberi del mozzo le vele sono abbassate. L'immagine potente e tragica allude al naufragio della nostra cultura e del nostro sapere. Il titolo ci interpella: Naufragio con spettatore. Ma siamo davvero solo spettatori? L'arte di Parmiggiani riapre gli occhi della coscienza; ci si risveglia alla deriva del tempo, delle cose, di sé stessi. In tanta bellezza, l'imminenza di un finale tragico. A ciascuno la scelta di stare a guardare o di cercare nuove rotte".
Visite a cura di:Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico e Linguistico "Gian Domenico Romagnosi" di Parma.