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CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA O DEL BEATO SERAFINO

CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA O DEL BEATO SERAFINO

LECCO

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CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA O DEL BEATO SERAFINO
La chiesa di S. Giovanni Battista si trova nel quartiere di Chiuso a Lecco. E detta anche chiesa del Beato Serafino perché qui è vissuto ed è stato sepolto il sacerdote Don Serafino Morazzone (1773-1822) beatificato nel 2011. La sua figura è molto venerata dagli abitanti di Chiuso e non solo: la chiesa è dunque meta di pellegrinaggio oltre che scrigno di preziosi tesori artistici e suggestioni letterarie. Don Serafino era infatti confessore di Alessandro Manzoni, che ammirando la santa vita di questo sacerdote ne ha fatto un modello di virtù esaltato nella prima stesura dei Promessi Sposi, il Fermo e Lucia. La struttura architettonica a una sola navata e la facciata a capanna rivelano le origini romaniche della chiesa. Il soffitto dellunica navata è a capriate mentre il presbiterio ha una volta a botte decorata da un Cristo Pantocratore in mandorla e dai quattro Dottori della Chiesa in cattedra. Sulla parete di fondo è invece rappresentata una Crocifissione ricca di personaggi. Gli affreschi sono del XV secolo, attribuiti a Pietro da Cemmo o ai fratelli Baschenis (foto). Nel XVII secolo la chiesa fu restaurata e fu aggiunta la balaustra in arenaria nel presbiterio e una volta a crociera nella sacrestia. Nel XIX secolo, alla morte di Don Serafino, gli abitanti ricavarono una cappella a destra della navata per collocarvi le spoglie del curato, che già aveva fama di santità. Nel corso del secolo subirono ulteriori modifiche la facciata e il campanile (foto).

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La chiesa di S. Giovanni Battista si trova nel quartiere di Chiuso a Lecco. E detta anche chiesa del Beato Serafino perché qui è vissuto ed è stato sepolto il sacerdote Don Serafino Morazzone (1773-1822) beatificato nel 2011. La sua figura è molto venerata dagli abitanti di Chiuso e non solo: la chiesa è dunque meta di pellegrinaggio oltre che scrigno di preziosi tesori artistici e suggestioni letterarie. Don Serafino era infatti confessore di Alessandro Manzoni, che ammirando la santa vita di questo sacerdote ne ha fatto un modello di virtù esaltato nella prima stesura dei Promessi Sposi, il Fermo e Lucia. La struttura architettonica a una sola navata e la facciata a capanna rivelano le origini romaniche della chiesa. Il soffitto dellunica navata è a capriate mentre il presbiterio ha una volta a botte decorata da un Cristo Pantocratore in mandorla e dai quattro Dottori della Chiesa in cattedra. Sulla parete di fondo è invece rappresentata una Crocifissione ricca di personaggi. Gli affreschi sono del XV secolo, attribuiti a Pietro da Cemmo o ai fratelli Baschenis (foto). Nel XVII secolo la chiesa fu restaurata e fu aggiunta la balaustra in arenaria nel presbiterio e una volta a crociera nella sacrestia. Nel XIX secolo, alla morte di Don Serafino, gli abitanti ricavarono una cappella a destra della navata per collocarvi le spoglie del curato, che già aveva fama di santità. Nel corso del secolo subirono ulteriori modifiche la facciata e il campanile (foto).
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