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LA CASINA DEGLI INCURSORI  BOCCA DEL SERCHIO

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VECCHIANO, PISA

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LA CASINA DEGLI INCURSORI BOCCA DEL SERCHIO
La Casa degli incursori della Marina Militare. Si desidera sottoporre alla Vostra attenzione un luogo del cuore che ricorda la storia patria di quasi 100 anni fa. Si tratta di un fabbricato abbandonato da anni, facilmente raggiungibile con un breve tratto a piedi, sito in una area di pregio naturalistico subito a nord di bocca del Serchio e quindi di fronte alla tenuta presidenziale di San Rossore. Solo saltuariamente viene utilizzato per cerimonie commemorative dell’importante passato. La Marina Militare ha portato un SLC (Siluro a lenta corsa) soprannominato “maiale” e che tante glorie contribuì alle gesta dei nostri incursori durante la seconda guerra mondiale. Sono state poste delle lapidi in ricordo del glorioso passato e recentemente è stato anche pubblicato un libro. La Sovraintendenza della Toscana ha imposto dei vincoli in virtù della importanza storica. Nulla è ancora stato fatto né dal punto di vista della manutenzione del fabbricato né dal punto di vista di una sua eventuale valorizzazione ed uso. La storia di questo fabbricato, nasce alla Spezia, quando due Ufficiali della Regia Marina (TESEO TESEI e ATOS TOSCHI) compagni di corso alla REGIA ACCADEMIA NAVALE di LIVORNO), studiando il mezzo subacqueo di Paolucci e Rossetti (La Mignatta), con la quale affondarono nella 1 ° Guerra Mondiale, nel porto di Pola la corazzata Austrica "VIRIBUS UNITI", misero a punto una nuova arma subacquea l'SLC ( Siluro a Lenta Corsa). Quando il 2 Ottobre del 1935, l'Italia dichiarò guerra all’Etiopia, l'Inghilterra inviò nel Mediterraneo la sua flotta, che ivi rimase sino allo scoppio del 2° Conflitto Mondiale, il programma di sviluppo di questo mezzo fu incrementato. Chi comprese, l'importanza di questi mezzi SLC, fu l’ammiraglio AIMONE DI SAVOIA Duca degli ABRUZZI, comandante della Piazzaforte della Spezia. Fu lui che per allontanare dagli occhi indiscreti delle spie inglesi, si mise a cercare un posto discreto, non lontano dalla Spezia, dove questi temerari potessero mettere a punto il nuovo mezzo ed effettuare prove di attacco- Dopo varie ricerche, il posto ideale lo trovò alla foce del fiume Serchio, un luogo impervio, abitato da cinghiali, camosci e daini e qualche pescatore e la famiglia del guardacaccia. Questi ragazzi si fecero passare come degli studenti della vicina Università di Pisa, che passavano le vacanze in quel luogo-Essi passavano così le giornate: Al mattino lezioni tattiche in casa alla sera tardi si tramutavano in esperti nuotatori, tiravano fuori gli SLC denominati scherzosamente da Teseo Tesei "MAIALI", dal rumore che facevano nel risalire in superficie e dagli sbalzi che davano. Essi si possono paragonare a Cavalieri Medioevali, come dicevano sempre affondare il maggior naviglio nemico, ma salvare il maggior numero di vite. Ricordiamo Durand De La Penne e Gianni Bianchi, che presi prigionieri nel porto di Alessandria di Egitto, avvertirono il comandante della corazzata Valiant del pericolo, che andavano incontro il suo equipaggio e come ricompensa furono rinchiusi nella parte piu' bassa della nave. Tanto fu il riconoscimento dell'equipaggio che quando su una camionetta scortata da marinai armati, tutto l'equipaggio della Valiant, seduto sulla banchina si alzò in piedi e salutò militarmente i due eroi. La casina fu concessa in comodato d'uso gratuito, dai 3 Fratelli Duchi Salviati, discendenti da una antica famiglia Fiorentina che ebbe come marito di una Salviati, il condottiero GIOVANNI DALLE BANDE NERE. Essi capirono subito l'importanza di questi mezzi, che diedero subito in comodato d'uso gratuito alla Regia Marina, il fabbricato menzionato sino al termine della guerra. Oggi a 77 anni dalla fine del conflitto, la casina si è trasformata in un rudere abbandonato come si puo' vedere dalle foto riprese recentemente al Serchio per la presentazione del libro di Gianni Bianchi, scrittore esperto su questi eroi, suoi sono, il libro su Marceglia e Visentin,

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La Casa degli incursori della Marina Militare. Si desidera sottoporre alla Vostra attenzione un luogo del cuore che ricorda la storia patria di quasi 100 anni fa. Si tratta di un fabbricato abbandonato da anni, facilmente raggiungibile con un breve tratto a piedi, sito in una area di pregio naturalistico subito a nord di bocca del Serchio e quindi di fronte alla tenuta presidenziale di San Rossore. Solo saltuariamente viene utilizzato per cerimonie commemorative dell’importante passato. La Marina Militare ha portato un SLC (Siluro a lenta corsa) soprannominato “maiale” e che tante glorie contribuì alle gesta dei nostri incursori durante la seconda guerra mondiale. Sono state poste delle lapidi in ricordo del glorioso passato e recentemente è stato anche pubblicato un libro. La Sovraintendenza della Toscana ha imposto dei vincoli in virtù della importanza storica. Nulla è ancora stato fatto né dal punto di vista della manutenzione del fabbricato né dal punto di vista di una sua eventuale valorizzazione ed uso. La storia di questo fabbricato, nasce alla Spezia, quando due Ufficiali della Regia Marina (TESEO TESEI e ATOS TOSCHI) compagni di corso alla REGIA ACCADEMIA NAVALE di LIVORNO), studiando il mezzo subacqueo di Paolucci e Rossetti (La Mignatta), con la quale affondarono nella 1 ° Guerra Mondiale, nel porto di Pola la corazzata Austrica "VIRIBUS UNITI", misero a punto una nuova arma subacquea l'SLC ( Siluro a Lenta Corsa). Quando il 2 Ottobre del 1935, l'Italia dichiarò guerra all’Etiopia, l'Inghilterra inviò nel Mediterraneo la sua flotta, che ivi rimase sino allo scoppio del 2° Conflitto Mondiale, il programma di sviluppo di questo mezzo fu incrementato. Chi comprese, l'importanza di questi mezzi SLC, fu l’ammiraglio AIMONE DI SAVOIA Duca degli ABRUZZI, comandante della Piazzaforte della Spezia. Fu lui che per allontanare dagli occhi indiscreti delle spie inglesi, si mise a cercare un posto discreto, non lontano dalla Spezia, dove questi temerari potessero mettere a punto il nuovo mezzo ed effettuare prove di attacco- Dopo varie ricerche, il posto ideale lo trovò alla foce del fiume Serchio, un luogo impervio, abitato da cinghiali, camosci e daini e qualche pescatore e la famiglia del guardacaccia. Questi ragazzi si fecero passare come degli studenti della vicina Università di Pisa, che passavano le vacanze in quel luogo-Essi passavano così le giornate: Al mattino lezioni tattiche in casa alla sera tardi si tramutavano in esperti nuotatori, tiravano fuori gli SLC denominati scherzosamente da Teseo Tesei "MAIALI", dal rumore che facevano nel risalire in superficie e dagli sbalzi che davano. Essi si possono paragonare a Cavalieri Medioevali, come dicevano sempre affondare il maggior naviglio nemico, ma salvare il maggior numero di vite. Ricordiamo Durand De La Penne e Gianni Bianchi, che presi prigionieri nel porto di Alessandria di Egitto, avvertirono il comandante della corazzata Valiant del pericolo, che andavano incontro il suo equipaggio e come ricompensa furono rinchiusi nella parte piu' bassa della nave. Tanto fu il riconoscimento dell'equipaggio che quando su una camionetta scortata da marinai armati, tutto l'equipaggio della Valiant, seduto sulla banchina si alzò in piedi e salutò militarmente i due eroi. La casina fu concessa in comodato d'uso gratuito, dai 3 Fratelli Duchi Salviati, discendenti da una antica famiglia Fiorentina che ebbe come marito di una Salviati, il condottiero GIOVANNI DALLE BANDE NERE. Essi capirono subito l'importanza di questi mezzi, che diedero subito in comodato d'uso gratuito alla Regia Marina, il fabbricato menzionato sino al termine della guerra. Oggi a 77 anni dalla fine del conflitto, la casina si è trasformata in un rudere abbandonato come si puo' vedere dalle foto riprese recentemente al Serchio per la presentazione del libro di Gianni Bianchi, scrittore esperto su questi eroi, suoi sono, il libro su Marceglia e Visentin,
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