La Camera della Badessa Giovanna da Piacenza, affrescata da Correggio, è ritenuta uno dei capolavori del rinascimento italiano.
Intervenendo sulla volta a ombrello - tipica struttura tardogotica realizzata dall'architetto Giorgio Edoari da Erba e costituita da sedici spicchi, quattro per lato - il pittore dipinge un finto pergolato con canne di bambù che uniscono la base della volta al culmine, dove si trova lo stemma dorato dei da Piacenza costituito da tre falci di luna disposte diagonalmente.
In ogni spicchio, sotto festoni di frutta, si aprono ovati con putti vivacemente in movimento e impegnati in varie attività; alcuni di essi recano strumenti da caccia e sono raffigurati in compagnia di cani. Sedici lunette a monocromo si trovano nella parte inferiore della volta: in esse sono rappresentate divinità pagane, allegorie delle virtù, dei quattro elementi che costituiscono il cosmo e di altre “forze” che lo regolano.
Fulcro del programma pittorico è la dea Diana, dipinta sul camino alla guida del carro e munita di arco e frecce, allusione simbolica alla stessa badessa Giovanna.