I Luoghi del Cuore
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RIPARO BLANC (CAVA DI ALABASTRO)

RIPARO BLANC (CAVA DI ALABASTRO)

PUNTA ROSSA, LATINA

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RIPARO BLANC (CAVA DI ALABASTRO)
Sul versante meridionale del promontorio del Circeo, in località cava d’alabastro, si trova il Riparo Blanc. L’accesso è attraverso il sentiero che prosegue dalla parte finale di via delle Batterie. Riparo roccioso di 45° intitolato ad Alberto Carlo Blanc da Marcello Zei, datato al Mesolitico, si trova ad un’ altezza di 20 m s.l.m. Fu Indagato tra il 1960 e 1963 dal’ IIPU (Istituto Italiano di Paleontologia Umana) sotto la direzione di L. Cardini. Al di sotto di una parete di calcare mesozoico si trovava un deposito mesolitico con evidenze neolitiche: sepolture disturbate, resti ceramici e industria litica in ossidiana. Il livello Mesolitico datato a circa ±8565 anni fa, restituì moltissimi gusci di conchiglie marine e terrestri e pochi frammenti ossei di mammiferi, pesci, rettili e uccelli. Questo ha fatto ipotizzare l’uso del sito in relazione al reperimento di cibo proveniente dal mare, facilmente raccolto dalla costa circostante. I molti resti di columbella rustica forate (1200 ritrovamenti), una conchiglia senza alcun nutrimento, hanno fatto ipotizzare al riparo come un punto primario di approvvigionamento e lavorazione. I resti di industria litica (più di 2500) erano resti di schegge, raschiatoio, punteruoli con ritocchi poco curati, ipotizzando un uso dedicato alla pesca e al trattamento dei molluschi. Nel Settembre 2016 il dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma, ha ripreso le indagini sul sito. È stato svolto un limitato intervento di scavo archeologico presso il Riparo Blanc, sezionando una area profonda 3 metri e portando alla luce altri resti ossei, litici e conchiglie e determinando in modo più corretto le sequenze stratigrafiche.

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Sul versante meridionale del promontorio del Circeo, in località cava d’alabastro, si trova il Riparo Blanc. L’accesso è attraverso il sentiero che prosegue dalla parte finale di via delle Batterie. Riparo roccioso di 45° intitolato ad Alberto Carlo Blanc da Marcello Zei, datato al Mesolitico, si trova ad un’ altezza di 20 m s.l.m. Fu Indagato tra il 1960 e 1963 dal’ IIPU (Istituto Italiano di Paleontologia Umana) sotto la direzione di L. Cardini. Al di sotto di una parete di calcare mesozoico si trovava un deposito mesolitico con evidenze neolitiche: sepolture disturbate, resti ceramici e industria litica in ossidiana. Il livello Mesolitico datato a circa ±8565 anni fa, restituì moltissimi gusci di conchiglie marine e terrestri e pochi frammenti ossei di mammiferi, pesci, rettili e uccelli. Questo ha fatto ipotizzare l’uso del sito in relazione al reperimento di cibo proveniente dal mare, facilmente raccolto dalla costa circostante. I molti resti di columbella rustica forate (1200 ritrovamenti), una conchiglia senza alcun nutrimento, hanno fatto ipotizzare al riparo come un punto primario di approvvigionamento e lavorazione. I resti di industria litica (più di 2500) erano resti di schegge, raschiatoio, punteruoli con ritocchi poco curati, ipotizzando un uso dedicato alla pesca e al trattamento dei molluschi. Nel Settembre 2016 il dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma, ha ripreso le indagini sul sito. È stato svolto un limitato intervento di scavo archeologico presso il Riparo Blanc, sezionando una area profonda 3 metri e portando alla luce altri resti ossei, litici e conchiglie e determinando in modo più corretto le sequenze stratigrafiche.
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