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BIBLIOTECA COMUNALE DI CASA PROFESSA "LEONARDO SCIASCIA"

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BIBLIOTECA COMUNALE DI CASA PROFESSA "LEONARDO SCIASCIA"
La Biblioteca comunale "Leonardo Sciascia" è la biblioteca pubblica di Palermo ubicata nelle strutture di Casa Professa, nel quartiere Ballarò del centro storico di Palermo. La biblioteca fu fondata per volontà regia e su iniziativa del Senato di Palermo al fine di rendere il sapere accessibile a tutti. La cerimonia inaugurale ebbe luogo nel settembre 1760. La Biblioteca ebbe la sua prima sede in una stanzetta del Palazzo Pretorio, ma ben presto il gran numero di donazioni di manoscritti e stampati rese lo spazio insufficiente e fu necessario affittare alcuni locali del palazzo del duca di Castelluccio, fino a che l'espulsione dei Gesuiti, rese disponibili alcuni oratori di Casa Professa. La nuova sede fu inaugurata il 25 aprile 1775. Il primo bibliotecario della Libreria del Senato fu Domenico Schiavo, ma il più noto è certamente Gioacchino Di Marzo che vi operò dal 1857 alla sua morte, nel 1916. Nel 1870, si aggiunsero numerosi fondi monastici e conventuali che furono sistemati nella chiesa di San Michele Arcangelo, oggi parte integrante della Biblioteca. Nel 2020 la biblioteca è stata intitolata allo scrittore siciliano Leonardo Sciascia. L'ingresso alla struttura rimanda alla facciata classica del tempio di Segesta, opera dell'architetto Emanuele Marvuglia. Tra gli ambienti che costituisco l'interno: -Sala Amari, ex Cappella della Vergine del complesso Gesuitico, ambiente dedicato a Emerico Amari, giureconsulto che ha lasciato tutta la sua collezione di libri all'istituzione, -Sale lignee "Schedari" e "Consultazione", -Sala Cataloghi, -Sale lettura storiche, -Sala Preziosi e Rari, -Emeroteca, -Famedio o Tempio della fama dei Siciliani illustri, l'ambiente custodisce la collezione di 371 ritratti di Siciliani Illustri. -Chiesa di San Michele Arcangelo, dal 1870 sottratta al culto e usata per custodire i depositi librari, -Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano con i pertinenti spazi esterni e locali adiacenti. Le librerie decorate furono costruite nel XVII e collocate nella chiesa di San Michele Arcangelo. La Biblioteca custodisce oltre al prezioso corpus di codici membranacei e cartacei, circa 66.000 manoscritti, che documentano la storia e la cultura siciliana dal Medioevo al Novecento, e un patrimonio bibliografico di circa 400.000 unità. .Fra i più importanti si ricorda: - "Martyrologium", il più antico, risalente alla prima metà del XII secolo -"Constituciones, ordinaciones, capitula, privilegia, pragmatice Sanciones et leges municipales Regni Sicilie", codici dal XIII al XV secolo, raccolta di leggi del Regno di Sicilia dalle Costituzioni federiciane fino ai Capitoli di Ferdinando il Cattolico -"Manuale di Alchimia", testo scientifico, codice della prima metà del XIV secolo -"Trionfi" di Francesco Petrarca, un'edizione del 1501 stampata su pergamena. -"Codice Resta", restaurato dall'Istituto Nazionale per la Grafica. Celebre Libro d'arabeschi, di padre Sebastiano Resta. -"Codice dei Privilegi di Palermo", raccolta arricchita da miniature a partire dalla seconda metà del XV secolo. -"Nummarium" raccolta numismatica ricca di oltre 1.000 monete arabe e normanne, due preziosi mappamondi di inizio Seicento (il globo celeste e quello terrestre) di Matthäus Greuter. Di notevole interesse i 25 volumi di Diari e i 48 Opuscoli di Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, che ricostruiscono la vita artistica, culturale, sociale di Palermo e della Sicilia della seconda metà del Settecento. La Biblioteca custodisce, infine, numerosi carteggi (per un totale di circa 60.000 lettere) di personalità, che hanno lasciato un'impronta nella storia politica, culturale, sociale della Sicilia. Tra i più importanti: i politici Emerico Amari e Napoleone Colajanni, gli scrittori Federico De Maria e Luigi Natoli, il botanico Filippo Parlatore. È presente anche il manoscritto autografo dell'opera I Puritani di Vincenzo Bellini.

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La Biblioteca comunale "Leonardo Sciascia" è la biblioteca pubblica di Palermo ubicata nelle strutture di Casa Professa, nel quartiere Ballarò del centro storico di Palermo. La biblioteca fu fondata per volontà regia e su iniziativa del Senato di Palermo al fine di rendere il sapere accessibile a tutti. La cerimonia inaugurale ebbe luogo nel settembre 1760. La Biblioteca ebbe la sua prima sede in una stanzetta del Palazzo Pretorio, ma ben presto il gran numero di donazioni di manoscritti e stampati rese lo spazio insufficiente e fu necessario affittare alcuni locali del palazzo del duca di Castelluccio, fino a che l'espulsione dei Gesuiti, rese disponibili alcuni oratori di Casa Professa. La nuova sede fu inaugurata il 25 aprile 1775. Il primo bibliotecario della Libreria del Senato fu Domenico Schiavo, ma il più noto è certamente Gioacchino Di Marzo che vi operò dal 1857 alla sua morte, nel 1916. Nel 1870, si aggiunsero numerosi fondi monastici e conventuali che furono sistemati nella chiesa di San Michele Arcangelo, oggi parte integrante della Biblioteca. Nel 2020 la biblioteca è stata intitolata allo scrittore siciliano Leonardo Sciascia. L'ingresso alla struttura rimanda alla facciata classica del tempio di Segesta, opera dell'architetto Emanuele Marvuglia. Tra gli ambienti che costituisco l'interno: -Sala Amari, ex Cappella della Vergine del complesso Gesuitico, ambiente dedicato a Emerico Amari, giureconsulto che ha lasciato tutta la sua collezione di libri all'istituzione, -Sale lignee "Schedari" e "Consultazione", -Sala Cataloghi, -Sale lettura storiche, -Sala Preziosi e Rari, -Emeroteca, -Famedio o Tempio della fama dei Siciliani illustri, l'ambiente custodisce la collezione di 371 ritratti di Siciliani Illustri. -Chiesa di San Michele Arcangelo, dal 1870 sottratta al culto e usata per custodire i depositi librari, -Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano con i pertinenti spazi esterni e locali adiacenti. Le librerie decorate furono costruite nel XVII e collocate nella chiesa di San Michele Arcangelo. La Biblioteca custodisce oltre al prezioso corpus di codici membranacei e cartacei, circa 66.000 manoscritti, che documentano la storia e la cultura siciliana dal Medioevo al Novecento, e un patrimonio bibliografico di circa 400.000 unità. .Fra i più importanti si ricorda: - "Martyrologium", il più antico, risalente alla prima metà del XII secolo -"Constituciones, ordinaciones, capitula, privilegia, pragmatice Sanciones et leges municipales Regni Sicilie", codici dal XIII al XV secolo, raccolta di leggi del Regno di Sicilia dalle Costituzioni federiciane fino ai Capitoli di Ferdinando il Cattolico -"Manuale di Alchimia", testo scientifico, codice della prima metà del XIV secolo -"Trionfi" di Francesco Petrarca, un'edizione del 1501 stampata su pergamena. -"Codice Resta", restaurato dall'Istituto Nazionale per la Grafica. Celebre Libro d'arabeschi, di padre Sebastiano Resta. -"Codice dei Privilegi di Palermo", raccolta arricchita da miniature a partire dalla seconda metà del XV secolo. -"Nummarium" raccolta numismatica ricca di oltre 1.000 monete arabe e normanne, due preziosi mappamondi di inizio Seicento (il globo celeste e quello terrestre) di Matthäus Greuter. Di notevole interesse i 25 volumi di Diari e i 48 Opuscoli di Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, che ricostruiscono la vita artistica, culturale, sociale di Palermo e della Sicilia della seconda metà del Settecento. La Biblioteca custodisce, infine, numerosi carteggi (per un totale di circa 60.000 lettere) di personalità, che hanno lasciato un'impronta nella storia politica, culturale, sociale della Sicilia. Tra i più importanti: i politici Emerico Amari e Napoleone Colajanni, gli scrittori Federico De Maria e Luigi Natoli, il botanico Filippo Parlatore. È presente anche il manoscritto autografo dell'opera I Puritani di Vincenzo Bellini.
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