I Luoghi del Cuore
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BAGNETTI DELLA PUZZOLENTE

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BAGNETTI DELLA PUZZOLENTE

I Bagnetti della Puzzolente si trovano a Livorno e legano il proprio nome al particolare toponimo del luogo, così chiamato per la presenza di maleodorante acqua di origine solfurea. Sono ciò che resta di una struttura termale del XIX secolo, progettata dal noto architetto toscano Pasquale Poccianti. Realizzati per volontà della famiglia Bartolomei e in seguito passati ai Mimbelli, i Bagnetti rappresentano una delle ultime costruzioni di Pasquale Poccianti, uno dei più rappresentativi architetti del neoclassicismo toscano e la cui fama è legata al completamento dell'Acquedotto Lorenese e alle cisterne di Livorno. Furono costruiti tra il 1843 ed il 1844 nella campagna intorno alla città, in un'area che, secondo la committenza, avrebbe dovuto rappresentare il nuovo centro di attrazione per i villeggianti dell'epoca e nella quale si trovavano alcune polle d'acqua solfurea idonee per lo sfruttamento termale. L'inaugurazione avvenne il 30 giugno 1844. Le ambizioni dei proprietari sono testimoniate dal ritrovamento, tra le carte dell'architetto, di un primo progetto assai articolato dei Bagnetti, che però non fu realizzato. Infatti l'impresa fu portata a compimento in toni minori e si rivelò ben presto un clamoroso insuccesso imprenditoriale, tanto che sul finire dell'Ottocento lo stabilimento fu chiuso e adibito ad altre destinazioni. Di lì a poco si affermarono standard più elevanti, esemplificati dal non distante stabilimento termale Acque della Salute. Nel tempo l'edificio, che negli anni sessanta ha fatto da sfondo ad una scena del film Tutti a casa di Luigi Comencini, è andato incontro a un progressivo decadimento, evidenziato, nel corso del nuovo millennio, dal crollo parziale delle coperture e del pronao, dalla vegetazione selvaggia che ricopre intere parti della struttura, dall'allagamento del piano interrato, dal disfacimento degli affreschi per l'umidità, dalla distruzione degli antichi stucchi e delle decorazioni per la realizzazione di tubature e condotti per i tre appartamenti del primo piano. Al 2022 si ha notizia della donazione dello stabilimento dagli eredi della proprietaria, la contessa Giovanna Spinola Morozzo Della Rocca, alla Diocesi di Livorno, con l'intento di recuperare la struttura: il progetto prevede l'apertura di una cappella al piano terreno, affiancata da spazi da dedicare a riunioni, assemblee, catechismo, oltre ad alloggi da destinarsi all'emergenza abitativa al piano superiore, il tutto inserito in una zona verde dove sarà realizzato un centro polisportivo.

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I Bagnetti della Puzzolente si trovano a Livorno e legano il proprio nome al particolare toponimo del luogo, così chiamato per la presenza di maleodorante acqua di origine solfurea. Sono ciò che resta di una struttura termale del XIX secolo, progettata dal noto architetto toscano Pasquale Poccianti. Realizzati per volontà della famiglia Bartolomei e in seguito passati ai Mimbelli, i Bagnetti rappresentano una delle ultime costruzioni di Pasquale Poccianti, uno dei più rappresentativi architetti del neoclassicismo toscano e la cui fama è legata al completamento dell'Acquedotto Lorenese e alle cisterne di Livorno. Furono costruiti tra il 1843 ed il 1844 nella campagna intorno alla città, in un'area che, secondo la committenza, avrebbe dovuto rappresentare il nuovo centro di attrazione per i villeggianti dell'epoca e nella quale si trovavano alcune polle d'acqua solfurea idonee per lo sfruttamento termale. L'inaugurazione avvenne il 30 giugno 1844. Le ambizioni dei proprietari sono testimoniate dal ritrovamento, tra le carte dell'architetto, di un primo progetto assai articolato dei Bagnetti, che però non fu realizzato. Infatti l'impresa fu portata a compimento in toni minori e si rivelò ben presto un clamoroso insuccesso imprenditoriale, tanto che sul finire dell'Ottocento lo stabilimento fu chiuso e adibito ad altre destinazioni. Di lì a poco si affermarono standard più elevanti, esemplificati dal non distante stabilimento termale Acque della Salute. Nel tempo l'edificio, che negli anni sessanta ha fatto da sfondo ad una scena del film Tutti a casa di Luigi Comencini, è andato incontro a un progressivo decadimento, evidenziato, nel corso del nuovo millennio, dal crollo parziale delle coperture e del pronao, dalla vegetazione selvaggia che ricopre intere parti della struttura, dall'allagamento del piano interrato, dal disfacimento degli affreschi per l'umidità, dalla distruzione degli antichi stucchi e delle decorazioni per la realizzazione di tubature e condotti per i tre appartamenti del primo piano. Al 2022 si ha notizia della donazione dello stabilimento dagli eredi della proprietaria, la contessa Giovanna Spinola Morozzo Della Rocca, alla Diocesi di Livorno, con l'intento di recuperare la struttura: il progetto prevede l'apertura di una cappella al piano terreno, affiancata da spazi da dedicare a riunioni, assemblee, catechismo, oltre ad alloggi da destinarsi all'emergenza abitativa al piano superiore, il tutto inserito in una zona verde dove sarà realizzato un centro polisportivo.

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