I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
AREA ARCHEOLOGICA ROMANA

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SUSA, TORINO

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AREA ARCHEOLOGICA ROMANA
La città di origine celtica, Susa, acquistò una notevole importanza con la conquista romana trovandosi nel punto nevralgico lungo la via delle Gallie. L’ area archeologica di Susa, Segusio, che comprende l’Arco di Augusto, gli archi dell’Acquedotto, la spianata del castello detto della contessa Adelaide e l’Anfiteatro è un insieme storico-monumentale di grande importanza legato alla romanizzazione del distretto alpino. Inoltre in piazza Savoia dove si trova la Porta Paradiso, unica porta di epoca romana ancora conservata, nel 2005, durante i lavori di sistemazione, sono emersi i resti del tempio del foro. Il castello così come si presenta attualmente, è il risultato della giustapposizione di più corpi di fabbrica costruiti dal Medioevo fino al XVIII secolo. Nel cortile sono emerse una serie di strutture riconducibili al palazzo del governatorato della provincia romana delle Alpi Cozie, costruito nella parte più alta della città, modificato e fortificato tra il III e il IV secolo d.C. Collocabile al I secolo d.C. è l’ingresso monumentale con lo scalone in pietra, come superamento del dislivello stradale e la parte centrale dell’edificio. Durante gli ultimi lavori di restauro, al di sotto della moderna pavimentazione, sono stati individuati lacerti di pavimentazione a mosaico o in battuto di malta, a loro volta collocati su ambienti di sostruzione con volte a botte, utilizzati come cantine. Sono inoltre presenti dei settori di scavo a cielo aperto, dove sono visibili una cisterna e una latrina tardo-antiche, riconducibili al pretorio. Il sistema di fortificazione tardo-romana/medievale è infine collegato al tratto terminale dell'Acquedotto, le cosiddette "Terme Graziane", datate al IV secolo d.C. Invece l’Anfiteatro romano di Segusio, generalmente datato al II d.C., si trova a sud dell’antico centro di Susa, in una conca naturale: abbandonato nel V secolo, nel corso dei secoli, le alluvioni del vicino torrente, lo hanno sepolto. Riscoperto tra il 1951 e il 1961 si presenta di dimensioni ridotte, ha una forma ad ellisse di 45 per 37 metri, ed è il più piccolo anfiteatro di età romana in Italia. Conserva ancora il muro perimetrale dell’arena con i carceres, dove si trovavano i gladiatori e le belve prima degli spettacoli, un corridoio voltato e parte delle gradinate. Sotto le gradinate si può vedere anche una stanza adibita a stalla per gli animali. A nord - est dell'anfiteatro si trovano i resti di un piccolo edificio circolare, forse lo spoliarium, dove venivano ricoverati i gladiatori feriti o uccisi. Alcune decorazioni in bronzo che ornavano l’Anfiteatro sono conservate al Museo civico di Susa. Gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, questi monumenti rappresentano uno dei rari esempi di architettura romana presenti nel Nord Italia e per assicurarli una maggiore valorizzazione, un comitato di cittadini ha scelto di segnalarli al censimento I Luoghi del Cuore.

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La città di origine celtica, Susa, acquistò una notevole importanza con la conquista romana trovandosi nel punto nevralgico lungo la via delle Gallie. L’ area archeologica di Susa, Segusio, che comprende l’Arco di Augusto, gli archi dell’Acquedotto, la spianata del castello detto della contessa Adelaide e l’Anfiteatro è un insieme storico-monumentale di grande importanza legato alla romanizzazione del distretto alpino. Inoltre in piazza Savoia dove si trova la Porta Paradiso, unica porta di epoca romana ancora conservata, nel 2005, durante i lavori di sistemazione, sono emersi i resti del tempio del foro. Il castello così come si presenta attualmente, è il risultato della giustapposizione di più corpi di fabbrica costruiti dal Medioevo fino al XVIII secolo. Nel cortile sono emerse una serie di strutture riconducibili al palazzo del governatorato della provincia romana delle Alpi Cozie, costruito nella parte più alta della città, modificato e fortificato tra il III e il IV secolo d.C. Collocabile al I secolo d.C. è l’ingresso monumentale con lo scalone in pietra, come superamento del dislivello stradale e la parte centrale dell’edificio. Durante gli ultimi lavori di restauro, al di sotto della moderna pavimentazione, sono stati individuati lacerti di pavimentazione a mosaico o in battuto di malta, a loro volta collocati su ambienti di sostruzione con volte a botte, utilizzati come cantine. Sono inoltre presenti dei settori di scavo a cielo aperto, dove sono visibili una cisterna e una latrina tardo-antiche, riconducibili al pretorio. Il sistema di fortificazione tardo-romana/medievale è infine collegato al tratto terminale dell'Acquedotto, le cosiddette "Terme Graziane", datate al IV secolo d.C. Invece l’Anfiteatro romano di Segusio, generalmente datato al II d.C., si trova a sud dell’antico centro di Susa, in una conca naturale: abbandonato nel V secolo, nel corso dei secoli, le alluvioni del vicino torrente, lo hanno sepolto. Riscoperto tra il 1951 e il 1961 si presenta di dimensioni ridotte, ha una forma ad ellisse di 45 per 37 metri, ed è il più piccolo anfiteatro di età romana in Italia. Conserva ancora il muro perimetrale dell’arena con i carceres, dove si trovavano i gladiatori e le belve prima degli spettacoli, un corridoio voltato e parte delle gradinate. Sotto le gradinate si può vedere anche una stanza adibita a stalla per gli animali. A nord - est dell'anfiteatro si trovano i resti di un piccolo edificio circolare, forse lo spoliarium, dove venivano ricoverati i gladiatori feriti o uccisi. Alcune decorazioni in bronzo che ornavano l’Anfiteatro sono conservate al Museo civico di Susa. Gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, questi monumenti rappresentano uno dei rari esempi di architettura romana presenti nel Nord Italia e per assicurarli una maggiore valorizzazione, un comitato di cittadini ha scelto di segnalarli al censimento I Luoghi del Cuore.
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