La perdita di biodiversità è una sfida che interessa tutti: la popolazione globale di specie selvatiche è diminuita del 60% negli ultimi 40 anni e il 75% delle terre emerse del pianeta e il 40% degli ambienti marini sono stati drasticamente modificati dall’uomo (fonte EU Commission). Questi dati ci dovrebbero portare a ripensare il nostro rapporto con la natura, troppo spesso caratterizzato da un sovrasfruttamento delle risorse naturali e un deterioramento degli habitat.
“Costruire un futuro condiviso con tutte le specie” è l’appello lanciato dalle Nazioni Unite per risolvere questo paradosso, appello che il FAI ha deciso di raccogliere promuovendo #faibiodiversità, una campagna di comunicazione per riflettere sulla coevoluzione di natura e storia, così forte nel nostro paese, ma anche sull’attuale modello culturale e sui suoi limiti.
Il cuore della campagna sono le visite speciali organizzate nei Beni FAI, le “Camminate nella biodiversità”, che si sono svolte sabato 20 e domenica 21 maggio: guide d’eccezione come biologi, agronomi, botanici e altri esperti hanno condotto il pubblico a osservare e conoscere le specie che abitano i luoghi di storia e di natura curati e gestiti dalla Fondazione e a toccare con mano il valore della biodiversità che li abita. Un’opportunità per connettersi con la natura con un approfondimento su specifici contesti, quelli dei beni del FAI: quali specie li abitano? Quali sono le minacce che queste specie devono affrontare? Come storicamente l’uomo vi si è relazionato?
I beni del FAI rappresentano a tutti gli effetti degli habitat e la loro varietà e localizzazione consente di fare un viaggio attraverso il Paese alla scoperta delle specie presenti e della loro importanza nell’ecosistema: un’occasione per conoscere lo scoiattolo rosso che abita il giardino storico di Villa Panza, i monumentali pini larici definiti “I giganti della Sila” che svettano nel Parco nazionale della Sila, il falco pellegrino che popola la Baia di Ieranto, le varietà di agrumi uniche del Giardino della Kolymbetra.
All’interno di questo caleidoscopio di ecosistemi, il FAI non soltanto struttura attività di studio e di tutela delle specie, ma promuove eventi e appuntamenti che si pongono l’obiettivo di raccontare anche questo lato più nascosto dei beni del FAI e sensibilizzare i visitatori sull’importanza di proteggere la biodiversità dei nostri territori.
Conserviamo direttamente 700 ettari di paesaggi pregiati, con tanti ecosistemi diversi tra loro che vanno dagli alpeggi in quota fino ai boschi e alla macchia mediterranea lungo la costa, una testimonianza diretta della necessaria tutela della biodiversità italiana, una delle più ricche in Europa. Abbiamo attivato progetti di tutela della biodiversità nei nostri beni, interventi per conoscere e proteggere tassi, rondoni, scoiattoli rossi e neri, insetti impollinatori, per incrementare la biodiversità genetica con le nostre coltivazioni. La biodiversità da tutelare oggi non è infatti solo quella dell’Amazzonia o della Grande Barriera Corallina australiana, è anche quella dei nostri parchi nazionali, dei nostri giardini pubblici e privati, del nostro balcone.