Se pensiamo alla biodiversità, la popolazione globale di specie selvatiche è diminuita del 60% negli ultimi 40 anni. Circa il 75% delle terre emerse del pianeta e il 40% degli ambienti marini sono stati drasticamente modificati.
L'uso insostenibile della terra e del mare, il sovrasfruttamento e l’inquinamento delle risorse naturali, il cambiamento climatico e le specie esotiche invasive giocano il ruolo principale nella perdita di biodiversità. Gli scienziati, nei loro frequenti allarmi, hanno iniziato a parlare di sesta estinzione di massa, la prima generata da una singola specie dopo le cinque precedenti.
Oggi in Italia gli habitat terrestri e delle acque interne si trovano in Stato di Conservazione favorevole solo nell’8% dei casi mentre risulta sfavorevole nell’89% (49% inadeguato, 40% cattivo), mostrando una generale tendenza negativa rispetto al precedente ciclo decennale di rendicontazione.La situazione è particolarmente preoccupante nei sistemi agricoli delle pianure, dove si riscontra anche una elevata frammentazione del territorio.
Gli stress generati da queste sfide ambientali ci richiedono sempre più di progettare una società più resiliente, capace di adattarsi e resistere agli sconvolgimenti climatici e al contempo di restaurare, tutelare e fruire gli habitat naturali e seminaturali in cui viviamo. Ne saremo capaci? Il paradosso è che dipendiamo così fortemente dalla natura per il cibo, l’acqua, i vestiti, le medicine, il legname, il tempo libero che questo degrado degli habitat danneggia in prima istanza noi stessi, il nostro benessere fisico e mentale, oltre che l’ambiente in sé.
“Costruire un futuro condiviso con tutte le specie” è l’appello lanciato dalle Nazioni Unite per risolvere questo paradosso, appello che il FAI ha deciso di raccogliere lanciando #faibiodiversità, una campagna di comunicazione per riflettere sulla coevoluzione di natura e storia, così forte nel nostro paese, ma anche sull’attuale modello culturale e sui suoi limiti quando impatta così pesantemente la natura. Per riflettere sul ruolo dell’uomo costruttore (il giardiniere del giardino globale) che si distingue dalle altre specie per la responsabilità verso il suo ambiente, poiché spicca per conoscenza e coscienza.
È importante, infatti, che ognuno oggi faccia la sua parte, dagli Stati fino al singolo cittadino.
Per il Fai i propri beni diventano la “messa a terra” di questa sfida, infatti rappresentano anche uno straordinario patrimonio di biodiversità, con una particolare varietà di habitat, dai pascoli di Pedroria nelle alpi orobie alle saline di Cagliari, una zona umida di importanza internazionale; dal giardino storico di Villa Panza alla variabilità genetica conservata nell’orto sul Colle dell’Infinito a Recanati; dal Bosco di San Francesco con la sua gestione forestale ereditata nei secoli fino alla vegetazione costiera della Baia di Ieranto con la Riserva marina come protagonista oppure al Parco di Villa Gregoriana con la sua natura lussureggiante.
All’interno di questo mondo biodiverso, il FAI opera attraverso attività di studio, di monitoraggio e di tutela delle specie, organizza eventi e incontri che si pongono l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i visitatori sulla necessità impellente di conoscere e proteggere la biodiversità dei nostri territori, per un futuro condiviso con tutte le specie.
La biodiversità può essere definita come la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera. Questa varietà non si riferisce solo alla forma e alla struttura degli esseri viventi, ma include anche la diversità intesa come abbondanza, distribuzione e interazione tra le diverse componenti del sistema.
In altre parole, all’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. Infine, la biodiversità arriva a comprendere anche la diversità culturale umana, che peraltro subisce gli effetti negativi degli stessi fattori che agiscono sulla biodiversità.
*FONTE ISPRA