Un itinerario dalle Alpi alla Sardegna alla scoperta dell’antica tradizione del presepe, dalle Natività di scuola napoletana e siciliana alle reinterpretazioni contemporanee di artisti come Maria Lai.
I presepi verranno allestiti nei Beni secondo le usanze locali: al Giardino della Kolymbethra si potrà, ad esempio, ammirare la suggestiva ambientazione in una grotta che in epoca paleocristiana fu Santuario rupestre, mentre al Castello della Manta e all'Abbazia di Cerrate delicate statuine in cartapesta abbelliranno gli ambienti del percorso di visita.
Speciali visite guidate e laboratori creativi, infine, offriranno l’opportunità di approfondire le diverse tecniche e manifatture legate all’arte presepiale.
Il Castello della Manta quest’anno espone nelle Stanze rosse un piccolo presepe dal gusto familiare e tradizionale. Tra rocce, palme e muschio, delicate statuine in cartapesta dipinta raffigurano la Sacra famiglia e i più tipici personaggi che popolano la scena presepiale. Pastori col proprio gregge, musicanti, angeli festanti e contadini portano in dono cibo e acqua e rendono omaggio al Salvatore appena nato nella grotta di Betlemme.
Il presepe esposto al Castello e Parco di Masino è una scultura composta da diversi materiali: elementi in corallo e figure in gesso dipinto con abiti in stoffa sono incorniciati da una struttura architettonica in lamina di metallo. In origine le figure erano realizzate con piccoli pezzi di corallo uniti con la ceralacca: l’unico personaggio originale superstite, realizzato con questa tecnica, è l’angelo svolazzante tra i fiori a rosoni. Il manufatto è stato probabilmente realizzato a Trapani che, tra il Cinque e Settecento, è nota per la produzione di opere in corallo di grande qualità, molto apprezzate dai collezionisti e diffuse nelle corti di tutta Europa.
Non si sa come il presepe sia giunto al Castello di Masino. Si può ipotizzare che, considerato un prezioso oggetto di collezione, sia stato acquistato o donato a un membro della famiglia Valperga. È da molto tempo esposto nella Galleria dei Poeti, come testimonia una fotografia della fine degli anni Venti che ritrae due bambini con la marchesa Vittoria Leumann Valperga, madre di Luigi, ultimo proprietario del Castello prima dell’arrivo del FAI.
Guido Monzino era una grande appassionato di presepi e, ormai da qualche anno, questo elemento della tradizione è presente e valorizzato a Tremezzina, durante il periodo natalizio. Alla Villa del Balbianello quest’anno saranno esposti due scene presepiali: la prima, Sono tornato propone una scena di intensa forza evocativa ambientata tra le rovine di una chiesa abbandonata dove, in primo piano, sul fieno, prende vita la scena della Natività, accompagnata dall’adorazione dei pastori. Le figure, in terracotta policroma, sono opera del maestro Raffaele De Angelis, tra i più autorevoli scultori dell’arte presepiale italiana contemporanea. L’effetto scenografico è volutamente teatrale: le ombre disegnano i contorni del degrado ma anche la promessa di redenzione, in un equilibrio di chiaroscuri che rende la composizione quasi pittorica.
La seconda scena è una Natività di ispirazione manzoniana è ambientata su un tipico batèll lariano. Il presepe interpreta il mistero della Natività trasportandolo sulle acque tranquille del lago di Como. L’opera, raffinata nella concezione e nella realizzazione, propone una lettura intimamente lombarda dell’evento sacro: le statue in terracotta policroma, indossano abiti ispirati alla tradizione popolare del territorio. L’opera trasporta così la nascita del Salvatore in un contesto familiare, fatto di acque, gesti e volti della nostra terra.
In collaborazione con Associazione Italiana Amici del Presepio
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Villa Fogazzaro Roi quest’anno espone alcuni piccoli presepi dal gusto familiare e tradizionale. Tra rocce, palme e muschio, delicate statuine in cartapesta dipinta raffigurano la Sacra famiglia e i più tipici personaggi che popolano la scena presepiale entro sfondi semplici e domestici. Pastori, musicanti, angeli e contadini portano in dono cibo e acqua e rendono omaggio al Salvatore appena nato nella grotta di Betlemme.
Il presepe esposto a Villa Della Porta Bozzolo è un esemplare in stile barocco napoletano, realizzato nel XX secolo da Giuseppe e Marco Ferrigno, eredi del celebre laboratorio di famiglia fondato nel 1836 in via San Gregorio Armeno, storica via di Napoli su cui si affacciano le botteghe degli artigiani del presepe.
Il manufatto, con personaggi ed elementi in terracotta, legno e sete di San Leucio, venne allestito dai fratelli Ferrigno a Casalzuigno durante le prime edizioni della manifestazione "Natale a Villa Bozzolo", dove partecipavano come espositori. Nel 2007 ne fecero dono al FAI e da quel momento durante le festività natalizie è esposto e ammirato nelle stanze della Villa.
Il presepe presenta una Betlemme particolare: la Natività di Gesù, infatti, trova luogo sulla spiaggia dell’Abbazia di San Fruttuoso. La scenografia, donata al FAI dagli «Gli Amici del Presepe» di Camogli, è arricchita dal gruppo della natività in terracotta di manifattura napoletana, acquistata al mercatino di San Nicola a Genova.
L’associazione «Gli Amici del Presepe» di Camogli (Giancarlo, Gianluca, Massimo, Michele, Simona e Stefano) nasce nel 2019 con l’obiettivo di riprendere la tradizione che dal 1985 al 1997 riunì alcuni appassionati camogliesi, che realizzarono molti presepi ambientati in scorci del borgo marinaro, sempre diversi e ricchi di particolari. La finalità di questa iniziativa è da sempre legata alla raccolta fondi da destinare al sostegno di progetti per la vita della comunità del borgo marinaro: oltre ai contributi destinati alla Parrocchia e alla Croce Verde Camogliese, sono stati acquistati due defibrillatori, uno a colonna per Punta Chiappa e uno per San Fruttuoso, computer e libri per la scuola primaria e secondaria di Camogli e un’ambulanza per la Croce Verde in grado di poter transitare nel centro storico del borgo marinaro.
Nella chiesa dell' Abbazia di Cerrate è esposto un presepe tradizionale in polpa di carta, opera di Nunzio Sgobio. Il manufatto, realizzato nel 2015, racchiude tutta la tradizione natalizia del Salento, che trova nella cartapesta la sua più alta espressione artistica. Il paesaggio, tipicamente rupestre e mediterraneo, è curato in ogni dettaglio: il muretto a secco, le palme e le tonalità calde della terra evocano il sentimento più intimo della nascita del Salvatore. La sacra composizione, realizzata in terracotta dal maestro Francesco Narracci, è raccolta in adorazione e preghiera all’interno di una grande grotta, che funge da scenografia per il momento della Natività.
Nunzio Sgobio si dedica fin da giovanissimo alla realizzazione di presepi nelle masserie del suo paese natale, Montemesola (TA). Dopo il congedo dal servizio nell’Aeronautica Militare di Galatina, intraprende l’attività di decoratore collaborando con il maestro Nino Pantaleo. La passione per il presepe lo porta a specializzarsi nell’uso della polpa di carta, dando vita a opere di straordinaria qualità e ricchezza scenografica. L’armonia cromatica, la composizione equilibrata e la minuzia decorativa rendono ogni suo lavoro unico e originale.
Si ringrazia per la collaborazione la dott.ssa Caterina Ragusa e la Delegazione FAI di Lecce Per gentile concessione di Nunzio Gobio.
Al Giardino della Kolymbethra, nel cuore del Parco della Valle dei Templi di Agrigento anche quest’anno rivive la tradizione del presepe contadino realizzato secondo le consuetudini della Sicilia rurale. La capanna dove nacque Gesù Bambino viene costruita con il fogliame spinoso dell’asparago e decorata con gli agrumi: arance, mandarini, limoni che, come da antica tradizione popolare, venivano montati in corone e festoni ad ogni angolo delle strade. Intorno ad essi il vicinato si raccoglieva in una gioiosa preghiera, accompagnata dalla musica festosa dei canti natalizi (A Nuvena).
Quest’anno le Saline Conti Vecchi ospitano un’opera di Maria Lai (1919-2013) concessa in prestito dall’Archivio e dalla Fondazione Maria Lai. Un legame con l’artista sarda nato nel Natale 2019, con la prima esposizione di una sua opera presso le Saline.
Un’opera simbolica che ben si inserisce nel percorso artistico di Maria Lai, dove il soggetto del presepe è stato molto importante. Il suo significato era per lei strettamente legato al concetto dell’arte: così come l’opera d’arte viene interpretata da ogni fruitore in modo differente, anche il presepe va incontro a molteplici interpretazioni. Una tematica trasversale, che parla della possibilità di salvezza dell’uomo ma anche della sua sete di infinito.
«Amo il presepe come esperienza di qualcosa che, più ne indago l’inesprimibile, più trovo verità, più divento infantile e ingenua, e più rinasco».
In collaborazione con Archivio Maria Lai e Fondazione Maria La
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