08 gennaio 2024
Le città sono sempre più spesso riconosciute come un ambiente a sé stante, un ecosistema urbano in cui animali e piante vivono in sinergia con gli esseri umani, che dominano i diversi usi del suolo e la gestione delle risorse.
Oltre a essere caratterizzate dalla presenza di edifici e strade, nelle città il clima è in generale più caldo. Il rumore e la luce sono alterati rispetto agli ecosistemi naturali e le comunità vegetali non sono spontanee. Il rapporto della fauna con le aree urbane è differente, a seconda delle caratteristiche ecologiche delle diverse specie. In alcuni casi la città offre fonti di cibo ad alto contenuto energetico e disponibile tutto l’anno (ad esempio per una specie opportunista come la volpe) per altre specie, invece, le aree ad alta densità di urbanizzato possono rappresentare un ostacolo, delle vere e proprie barriere, come nel caso degli insetti impollinatori.
Mentre lo studio delle popolazioni di animali in natura ha consentito di raccogliere negli anni moltissimi dati, il fenomeno in crescita delle specie “cittadine” è invece relativamente recente. Poco sappiamo su come gli habitat urbani possono generare e quindi indurre cambiamenti nel comportamento, nella dieta, nel potenziale riproduttivo e nella sensibilità a infezioni e parassiti. In ultima analisi, lo “stress da città” può incidere sulla sopravvivenza stessa degli animali e le modificazioni nei loro comportamenti possono anche essere causa di possibili conflittualità con l’uomo.
Tutti questi aspetti sottolineano come ormai gli elementi urbani non debbano più considerarsi separati dalle tematiche di tutela della biodiversità, ma diventino essi stessi importanti tasselli del mosaico ambientale nel quale sia l’uomo che le piante e la fauna si muovono e interagiscono.
Il FAI ha diversi Beni aperti in aree urbane e periurbane, dove piante e animali convivono con i ritmi e gli stress delle nostre città ed è importante promuovere la ricerca scientifica anche in questi contesti.
Gli scoiattoli rossi, ad esempio, raramente vivono nelle aree verdi delle nostre città, preferendo le aree forestali. Talvolta però, in città come ad esempio Varese (conosciuta anche con il nome di Città Giardino) caratterizzate da una buona presenza di parchi urbani in collegamento con le aree boschive esterne alla città, l’insediamento di nuclei di questi roditori arboricoli è un evento meno inusuale.
Una ricerca dell’Università dell’Insubria ha iniziato a raccogliere dati scientifici e produrre risultati interessanti su un tema che sempre più sarà centrale nel futuro, ovvero come si adatta la fauna presente in un ambiente urbano frammentato e come si modificano le interazioni con l’uomo.
Lo studio ha dunque seguito due diverse specie di scoiattoli arboricoli, lo scoiattolo rosso eurasiatico (Sciurus vulgaris) e lo scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis), monitorando due siti rurali, due suburbani e due urbani per ciascuna specie.
Per aumentare il numero dei luoghi idonei al monitoraggio dello scoiattolo rosso in ambito urbano, il FAI ha dunque aperto il parco monumentale di Villa e Collezione Panza al progetto "Selvaticittà" del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università dell’Insubria.
La tesi dello studio è quella di capire se lo scoiattolo di città ha qualche vantaggio nel vivere in un ambiente comunque più “stressante” rispetto ai “cugini” nei boschi. In particolare, se gli scoiattoli differiscono nelle dimensioni corporee e nella massa corporea man mano che dal bosco progressivamente si passa alla città.
Lo scoiattolo viene così utilizzato come una specie modello, utilizzata proprio per verificare il grado di dipendenza delle specie che abitano i boschi dagli alimenti tipici di questi ambienti (castagne, faggiole, pinoli…), così come i fattori di stress ambientale.
Pare proprio che la risposta sia positiva.
I risultati evidenziano che gli individui di entrambi i sessi risultano più pesanti nei siti urbani. La maggior massa corporea degli scoiattoli rossi nell'habitat urbano potrebbe comportare un più elevato successo riproduttivo, a tutto vantaggio di questi nuclei cittadini.
Inoltre, la maggior “prestanza” ponderale indica anche, in generale, una migliore forma fisica. Insomma, un buon compromesso tra rischi e benefici del vivere in città.
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Edison sostiene i progetti di tutela della biodiversità FAI nell’ambito di una più ampia collaborazione che ci vede affiancati nel percorso di transizione ecologica ed energetica.
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