In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il paese di Breda di Piave, in un territorio della media pianura trevigiana ricco di acque sorgive, si situa al centro di un 'quartiere' agrario appartato, compreso tra i percorsi delle millenarie strade Callalta (a sud) e Postumia Romana (a nord), non lontano dalla la riva occidentale del fiume Piave. Villa Spineda spicca per notevole 'peso' architettonico alle porte del piccolo paese, non lontano dalla Chiesa Parrocchiale, a margine della strada che, attraversato il borgo, conduce in direzione nord verso Varago/Maserada e l'innesto con la Postumia.

La famiglia Spineda de Cattanei, originaria del territorio di Mestre, stabilitasi a Treviso, dal 1570 fu ascritta a quel Consiglio dei Nobili. Per le benemerenze acquisite dagli Spineda durante l'estenuante Guerra di Candia la Repubblica Serenissima riconobbe loro il titolo comitale e, nel 1755, ascrisse la famiglia al patriziato veneto. L'esigenza di conformarsi al nuovo rango sociale, specie al confronto con le grandi famiglie veneziane già storicamente molto presenti nel Trevigiano, spinse prima Marcantonio Spineda a edificare intorno al 1753/55 la grandiosa villa di Venegazzù, ai piedi del Montello; poi, suo figlio Giacomo (1753-1820) a intraprendere verso il 1790 la realizzazione di questa nuova villa a Breda di Piave.

Il complesso di Breda è formato da un corpo quadrangolare di tipica architettura veneta neoclassica, con facciata principale volta a sud, su cui si innestano ad est ed a ovest due barchesse uguali, caratterizzate da tre arcate a tutto sesto alternate a finestre rettangolari. Un elegante rivestimento esterno in marmorino a riquadri geometrici crea una rigorosa scansione, sulla facciata della villa ulteriormente sottolineata, al primo piano, da una serie di paraste con capitelli d'ordine composito. Al centro una maggiore finestra rettangolare si apre su di un poggiolo a colonnine; al di sopra, tra le finestre del secondo piano, racchiuso in un ricco scudo marmoreo, si impone lo stemma degli Spineda, sormontato dalla corona comitale in bronzo e sovrapposto alla croce dell'ordine di S.to Stefano di Toscana (Giacomo Spineda ne era cavaliere). Sul frontone triangolare mediano e agli angoli è collocato uno scenografico arredo in pietra scolpita, con eleganti vasi decorati con festoni, fiori e frutti. Gli interni della villa si articolano, sia al piano terreno appena rialzato sul giardino, sia al primo piano, nella tipica ‘pianta veneziana', con sala centrale passante ("portego") e quattro stanze ai lati. La grande sala al piano primo occupa anche l'altezza del secondo.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Potremo ammirare su ciascuno dei 3 piani gli affreschi di Giuseppe Bernardino Bison, qui attivo intorno al 1792. Si tratta di una delle più riuscite decorazioni in villa del tardo settecento veneto con soluzioni continuamente variate in ciascuno degli ambienti, eppure di concezione molto unitaria, luminosa ed armonica nell'insieme. Eccezionale la conservazione degli originali pavimenti in "terrazzo", delle porte in noce, dei serramenti delle finestre. Gli spazi verdi circostanti mantengono una straordinaria ariosità ambientale anche se non si conservano più nelle forme originarie. La villa sarà aperta in occasione nelle GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2024 per la prima volta in forma realmente pubblica. Recentemente acquistata dalla attuale proprietà, questa è benemeritamente impegnata in una interessante azione di restauro/manutenzione, ispirata a criteri di ‘leggerezza' e ‘sostenibilità'. Anche tali aspetti, consonati con gli ideali del Fai, saranno portati all'attenzione dei visitatori.

Testo scritto da Delegazione

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