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S. Polo di Piave si trova sulla sinistra orografica del fiume Piave, nel cuore della pianura veneta a poca distanza da Oderzo, antico centro di origine paleoveneta che divenne municipium romano nel I secolo. La località di S. Giorgio si trova a breve distanza dal centro del paese. Nei pressi passava l'antico percorso della Opitergium-Tridentum, strada molto importante già in epoca pre-romana, costruita dai Paleoveneti, che partiva da Oderzo conducendo genti e merci fino a Trento.
Tra le testimonianze archeologiche va ricordato l'antico acquedotto e il sarcofago del II sec. d.C. che ora è posto come altare all'interno della pieve di S. Giorgio. Il Santo era venerato dai Longobardi ai quali si deve probabilmente la fondazione della chiesa. Nei secoli successivi la sua struttura venne più volte modificata. L'aula semplice di pianta rettangolare coperta da capriate venne ampliata nel secolo XV inglobando nella facciata una parete dell'antica torre in modo da realizzare un campanile a vento.
Internamente venne decorata da un ciclo di affreschi con le storie di s. Giorgio. Nel XVI secolo venne aggiunta una piccola sagrestia, mentre l'ultimo ampliamento, alla fine del XVII secolo o all'inizio del XVIII, determinò la perdita di due scene del ciclo pittorico a causa della parziale demolizione della parete ad est per costruire un ampio presbiterio con abside semicircolare. Infine fu realizzata l'attuale torre campanaria. Il ciclo pittorico fu affrescato da Giovanni di Francia, nel 1466 in un'unica campagna di lavoro. L'autore è un vivace narratore attraverso immagini nitidamente definite di grande efficacia comunicativa. Spicca la raffigurazione dell'Ultima cena, tema iconografico molto diffuso nelle chiese della fascia montana dalla Lombardia al Veneto, infatti viene spesso definita l'"Ultima cena alpina". Curioso appare il particolare dei gamberi dipinti sulla mensa assieme al pane e al vino; a loro si possono attribuire dei significati simbolici collegati al concetto di morte e resurrezione. Nella parete prospiciente l'arco Trionfale vi sono narrati due episodi della vita di s. Giorgio. Si conservano ormai solo il "Capitolo I" con l'Incontro di san Giorgio con la Principessa e il "Capitolo IV", con il Battesimo della famiglia reale.
La chiesa è stata scelta perché in essa si fondono secoli di tradizioni, storia, fede e cultura, indispensabili per valutare il vero valore artistico delle raffigurazioni che custodisce come uno scrigno di pietra. Contemplare questo ciclo di affreschi nel luogo di origine porta a riconoscere il profondo legame che esso ha con la liturgia, facendo apprezzare ancor più la grandezza e l'ispirazione del loro artista e la tenacia con la quale i devoti hanno preservato la chiesa malgrado il tempo e la barbarie.
volontari FAI