I Luoghi del Cuore
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VILLA SERPONTI DETTA VILLA EREMO

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LECCO

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VILLA SERPONTI DETTA VILLA EREMO

Villa e parco “Eremo” sono intimamente legati alla famiglia Serponti, tra i più influenti casati lariani. Complici i loro interessi mercantili e il loro arguto appoggio al governo visconteo, i Serponti furono beneficiati a fine Trecento della cittadinanza milanese e di importanti dotazioni immobiliari a Bellano e Chiavenna. Ben presto la preminenza sociale della famiglia, saldamente rimasta ancorata all'avita Varenna, convinse i suoi esponenti a guardare verso Milano, dove si trasferirono definitivamente dal primo Seicento. Fu l'inizio di una costante ascesa caratterizzata da importanti incarichi e ruoli governativi, culminata con l'acquisto del titolo di marchesi di Mirasole (1691) che sancì, insieme alla qualifica comitale concessa per amicizia dal duca di Modena nel 1720, il loro ingresso ufficiale nell’aristocrazia lombarda. Agli antichi legami con dinastie preminenti ma locali come gli Airoldi e i Manzoni seguirono ben presto quelli con le maggiori dinastie del ducato meneghino: Cigogna, Durini, Caravaggio, Cagnola, Tosi. Le vicende del casato acquistano interesse per il legame con più ampie tematiche: sviluppo di attività manifatturiere - metallurgiche, cartarie e olearie (ne fu protagonista Angelo Serponti, lo stesso che dotò la vecchia dimora di Varenna dello scenografico giardino piramidale sul quale gli Isimbardi eressero l'attuale Villa Cipressi); paesaggio e arte, che trovano efficace espressione nelle bucoliche villeggiature di Trecate, Vimercate e Germanedo di Lecco; musica e cultura trovano infine espressione nel valente pianista e compositore Gian Raimondo Serponti (1846-1907), vicino all'ambiente scapigliato e molto amico di Antonio Ghislanzoni. Villa e parco di Germanedo sono frutto di numerosi interventi di modifica, ampliamento e ristrutturazioni sommatisi negli ultimi tre secoli; non sono noti i nomi dei progettisti che contribuirono alla sua conformazione ma è facile riconoscere in alcune parti il probabile contributo di professionisti imparentati con la famiglia proprietaria come l'architetto Luigi Cagnola, figlio di una Serponti, e l'architetto milanese ottocentesco Felice Pizzagalli che curò la riforma parziale della vicina chiesa di Germanedo. La villa fu crocevia di importanti personalità legate al casato: Margherita Durini Serponti, Giuseppe Parini (dedicò un componimento in occasione della monacazione di una Serponti), il già citato pianista e compositore Gian Raimondo Serponti di Mirasole. Pervenuta nel Secondo Dopoguerra al Comune di Lecco, la villa è precipitata in un rapido abbandono e oggi, dopo il passaggio all’Ospedale di Lecco, è in attesa di un recupero che partendo dalle sue radici storiche la riconsegni alla collettività. Alla villa è annesso ciò che rimane del grande parco, punto di sosta e ritrovo non solo per gli abitanti della zona ma anche per chi cerca un momento di respiro nell’affollata e rumorosa quotidianità del territorio: anch’esso è in cerca di una nuova identità in relazione al significato della villa di cui è irrinunciabile e identitaria appendice paesaggistica.

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Villa e parco “Eremo” sono intimamente legati alla famiglia Serponti, tra i più influenti casati lariani. Complici i loro interessi mercantili e il loro arguto appoggio al governo visconteo, i Serponti furono beneficiati a fine Trecento della cittadinanza milanese e di importanti dotazioni immobiliari a Bellano e Chiavenna. Ben presto la preminenza sociale della famiglia, saldamente rimasta ancorata all'avita Varenna, convinse i suoi esponenti a guardare verso Milano, dove si trasferirono definitivamente dal primo Seicento. Fu l'inizio di una costante ascesa caratterizzata da importanti incarichi e ruoli governativi, culminata con l'acquisto del titolo di marchesi di Mirasole (1691) che sancì, insieme alla qualifica comitale concessa per amicizia dal duca di Modena nel 1720, il loro ingresso ufficiale nell’aristocrazia lombarda. Agli antichi legami con dinastie preminenti ma locali come gli Airoldi e i Manzoni seguirono ben presto quelli con le maggiori dinastie del ducato meneghino: Cigogna, Durini, Caravaggio, Cagnola, Tosi. Le vicende del casato acquistano interesse per il legame con più ampie tematiche: sviluppo di attività manifatturiere - metallurgiche, cartarie e olearie (ne fu protagonista Angelo Serponti, lo stesso che dotò la vecchia dimora di Varenna dello scenografico giardino piramidale sul quale gli Isimbardi eressero l'attuale Villa Cipressi); paesaggio e arte, che trovano efficace espressione nelle bucoliche villeggiature di Trecate, Vimercate e Germanedo di Lecco; musica e cultura trovano infine espressione nel valente pianista e compositore Gian Raimondo Serponti (1846-1907), vicino all'ambiente scapigliato e molto amico di Antonio Ghislanzoni. Villa e parco di Germanedo sono frutto di numerosi interventi di modifica, ampliamento e ristrutturazioni sommatisi negli ultimi tre secoli; non sono noti i nomi dei progettisti che contribuirono alla sua conformazione ma è facile riconoscere in alcune parti il probabile contributo di professionisti imparentati con la famiglia proprietaria come l'architetto Luigi Cagnola, figlio di una Serponti, e l'architetto milanese ottocentesco Felice Pizzagalli che curò la riforma parziale della vicina chiesa di Germanedo. La villa fu crocevia di importanti personalità legate al casato: Margherita Durini Serponti, Giuseppe Parini (dedicò un componimento in occasione della monacazione di una Serponti), il già citato pianista e compositore Gian Raimondo Serponti di Mirasole. Pervenuta nel Secondo Dopoguerra al Comune di Lecco, la villa è precipitata in un rapido abbandono e oggi, dopo il passaggio all’Ospedale di Lecco, è in attesa di un recupero che partendo dalle sue radici storiche la riconsegni alla collettività. Alla villa è annesso ciò che rimane del grande parco, punto di sosta e ritrovo non solo per gli abitanti della zona ma anche per chi cerca un momento di respiro nell’affollata e rumorosa quotidianità del territorio: anch’esso è in cerca di una nuova identità in relazione al significato della villa di cui è irrinunciabile e identitaria appendice paesaggistica.

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