Villa Arconati, detta anche il Castellazzo, è una delle ville storiche del Parco delle Groane, situata a Bollate. Si tratta di un esempio di barocchetto lombardo settecentesco ed è monumento nazionale. Il principale artefice della villa fu il conte Galeazzo Arconati, celebre collezionista, il quale vantava tra le proprie raccolte il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, poi donato alla Biblioteca Ambrosiana e la statua romana di Tiberio, tradizionalmente detta di Pompeo Magno. Fu sempre Galeazzo a dare forma all’esteso giardino arricchito dalla presenza di svariati teatri di verzura, da un casino di caccia, oggi scomparso, e da una voliera, considerata ancora nel Settecento una rinomata attrattiva. Ad animare il parco erano però soprattutto i numerosissimi e ingegnosi giochi d’acqua, caratteristici dei giardini rinascimentali e barocchi, che lo stesso Galeazzo, appassionato di ingegneria idraulica, aveva forse contribuito a progettare. Nel 1989 tutti i suoi arredi vengono venduti all’asta, con la conseguenza che l’enorme edificio, rimasto completamente vuoto, non riuscì a trovare una nuova destinazione d’uso. I Luoghi del Cuore ha permesso di riaccendere i riflettori su Villa Arconati - - oggi sede di una fondazione privata - di cui è stato finalmente avviato il recupero.
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Villa Arconati, detta anche il Castellazzo, è una delle ville storiche del Parco delle Groane, situata a Bollate. Si tratta di un esempio di barocchetto lombardo settecentesco ed è monumento nazionale. Il principale artefice della villa fu il conte Galeazzo Arconati, celebre collezionista, il quale vantava tra le proprie raccolte il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, poi donato alla Biblioteca Ambrosiana e la statua romana di Tiberio, tradizionalmente detta di Pompeo Magno. Fu sempre Galeazzo a dare forma all’esteso giardino arricchito dalla presenza di svariati teatri di verzura, da un casino di caccia, oggi scomparso, e da una voliera, considerata ancora nel Settecento una rinomata attrattiva. Ad animare il parco erano però soprattutto i numerosissimi e ingegnosi giochi d’acqua, caratteristici dei giardini rinascimentali e barocchi, che lo stesso Galeazzo, appassionato di ingegneria idraulica, aveva forse contribuito a progettare. Nel 1989 tutti i suoi arredi vengono venduti all’asta, con la conseguenza che l’enorme edificio, rimasto completamente vuoto, non riuscì a trovare una nuova destinazione d’uso. I Luoghi del Cuore ha permesso di riaccendere i riflettori su Villa Arconati - - oggi sede di una fondazione privata - di cui è stato finalmente avviato il recupero.