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VIA VANDELLI: LA MADRE DI TUTTE LE STRADE MODERNE

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VIA VANDELLI: LA MADRE DI TUTTE LE STRADE MODERNE

anno censimento

2022

numero voti

26,261

posizione classifica

4

stato del progetto

In corso

tipologia

Valorizzazione

Uno straordinario percorso di 171 km a cavallo delle Alpi Apuane, nato nel Settecento per collegare le allora capitali del Ducato Estense.

Progettata attraverso l’Appennino tosco-emiliano e le Alpi Apuane, tra Emilia Romagna e Toscana, Via Vandelli fu voluta dal duca Francesco III d'Este, per collegare i suoi centri del potere: la capitale Modena con lo sbocco sul mare di Massa, appena acquisita attraverso il matrimonio del figlio con Maria Teresa Cybo Malaspina, duchessa della città toscana. Era dunque un percorso strategico, oltre che un’opera visionaria per l’epoca in cui fu concepita, nata con l’obiettivo di congiungere il capoluogo estense con il mar Tirreno, per incentivare lo sviluppo del commercio dalla Pianura Padana.

I 172 chilometri dell’ardita infrastruttura carrozzabile – che oggi tocca 21 comuni e tre province, Modena, Lucca e Massa Carrara - furono realizzati a partire dal 1739 dall’abate, cartografo e matematico Domenico Vandelli, inventore delle isoipse, le curve di livello che ancora oggi vengono utilizzate dai geografi. Lungo il percorso, che culmina nel Passo della Tambura a 1.620 metri e che copre un dislivello complessivo di quasi 5.400 metri, si conservano tratti lastricati originali e sono ancora individuabili le tracce degli edifici, voluti dal Vandelli, con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Il tratto più spettacolare, nonché l’apice dal punto di vista tecnico e ingegneristico, è la discesa Campaniletti-Massa che, con 6 chilometri di muri a secco realizzati dal Vandelli per sostenere la carrozzabile, scende dalle Apuane al mare.

Il successo della Strada, tuttavia, fu di breve durata, ben presto superata dallo sviluppo della viabilità maggiore, in seguito al quale venne in parte abbandonata, continuando a essere percorsa soprattutto dagli abitanti dei luoghi, ma in modo frammentario. La Via, oggi, sparisce a tratti, assorbita dalla vegetazione e dalle infrastrutture stradali moderne. Le parti lastricate – in particolare quella della “Selva romanesca” nel Comune di Frassinoro (MO) - hanno bisogno di un intervento di tutela e di ripristino e sono necessarie attività di valorizzazione e un sistema di indicazioni, che supportino tanto la conoscenza quanto la percorribilità della Via.

La sua riscoperta si deve a Giulio Ferrari, fisico di professione e camminatore per passione, che nel 2017, attraverso ricerche bibliografiche e di archivio, ha ricostruito il percorso storico originale, percorrendolo poi per intero e infine sviluppando, negli anni successivi, il cammino escursionistico della Via Vandelli, che in grande parte coincide con quello settecentesco.

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VIA VANDELLI: LA MADRE DI TUTTE LE STRADE MODERNE

MASSA-CARRARA, PIEVEPELAGO, MODENA

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VIA VANDELLI: LA MADRE DI TUTTE LE STRADE MODERNE
La Via Vandelli è l'ultima delle strade antiche e la prima delle strade moderne. Voluta dal duca Francesco III d'Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno. Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca. Serviva per il commercio delle merci dalla Pianura Padana al porto di Marina di Avenza. Collega il Palazzo ducale di Modena e il Palazzo ducale di Sassuolo con il Palazzo ducale Cybo-Malaspina di Massa toccando anche il Palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la Rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana. Attraversa il territorio appenninico del Frignano nel Modenese e la Garfagnane, per poi risalire le Alpi Apuane. In queste aree si aprono vasti paesaggi sulla valle del Panaro, sul monte Cimone fino al mare. Percorrendola si possono osservare diverse ofioliti (Varana, Sasso Tignoso), fenomeni geologici come i vulcani di fango e un lago termale, e un'emergenza del tutto particolare di un ponte naturale in arenaria detto Ponte Ercole o Ponte del Diavolo. Ma la vera peculiarità del cammino è costituita dai tratti di pavè originali ancora presenti, di cui i più notevoli si trovano nella Selva Romanesca nel comune di Frassinoro (MO), nella discesa da San Pellegrino in Alpe (LU). L'infrastruttura sicuramente più imponente è rappresentata dai 6 chilometri di tornanti costruiti su muro a secco che scendono dal Passo della Tambura verso Resceto (MS). Lungo il percorso sono ancora perfettamente conservati alcuni edifici voluti dal Vandelli stesso con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Nel suo insieme si tratta dell'unico cammino che ripercorre esattamente il tracciato di una vera strada risalente all'Illuminismo.
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